Domenica, 24 Novembre 2024
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Operazione “leggi e vendi”: guerra degli edicolanti agli editori

L’iniziativa lanciata dal sindacato nazionale autonomo giornalai rischia di mettere in ginocchio il sistema editoriale.
 
Non bastava il calo dei lettori e delle vendite di quotidiani e riviste. Nelle ultime settimane in molte edicole della penisola è possibile usufruire della promozione “leggi e vendi”. Iniziativa di cui si è poco parlato ma che ha già trovato molte adesioni. Di cosa si tratta? 
Se compri un quotidiano, lo leggi, non lo rovini, torni (non a caso) nella stessa edicola e lo riconsegni entro le ore 13:00 ti verrà restituito il 50% di quanto hai speso per pagarlo. Non solo quotidiani, l’iniziativa è valida anche per i settimanali, che devono esser riconsegnati entro 2 giorni ed i mensili o con periodicità superiore, che devono esser riportati entro sette giorni.
 
Una vera e propria protesta, che si è concretizzata, a detta dei principali sindacati di categoria (Sinagi Cgil, allo Snag e all’Usiagi Ug) per combattere l’immobilismo del settore editoriale. Gli edicolanti infatti lamentano di subire la crisi in maniera più concreta dei distributori e degli editori e di essere, all’interno della filiera, la parte più lesa dalla crisi che il settore sta vivendo negli ultimi anni, con i minori margini di profitto su ogni copia venduta. 
 
“Leggi e vendi”, che ha nel suo motto “leggi con il 50% di sconto”, nasce di facciata anche per riavvicinare i cittadini alla lettura ed alle edicole, ma a quale prezzo?
Ci sono dei punti che mettono a rischio l’intero sistema.
Per prima cosa così facendo si va a corrompere quelle che sono le statistiche sulle vendite dei giornali e quindi sui lettori effettivi.
 
Le tasse di vendita della rivista vengono assolte al momento dell’acquisto di un giornale direttamente sul prezzo di copertina (per questo motivo l’edicolante non è tenuto a rilasciare uno scontrino fiscale). Nel caso del “leggi e vendi” queste tasse come vengono assolte?
L’iniziativa nasce anche con l’accusa agli editori di ricevere fondi statali che li aiutano a sopravvivere, mentre le edicole per andare avanti devono contare solo sulle vendite. Ma tutti gli editori che non usufruiscono di fondi o sovvenzioni? L’iniziativa, rischia di mettere a serie repentaglio l’esistenza di decine di edizioni che riescono a portare avanti il loro lavoro proprio grazie alle vendite ed agli introiti pubblicitari, derivati comunque dall’avere un determinato bacino d’utenza, di lettori.
 
Prendiamo l’esempio di un quotidiano, per ogni copia venduta l’edicolante ha mediamente un guadagno di 19 centesimi. Con la promozione leggi e vendi, il guadagno sale ad oltre 50 centesimi, e come detto nei punti precedenti esentasse, senza dover render conto a nessuno, “sfruttando” potremmo dire il lavoro altrui.
 
Abbiamo potuto vedere attiva l’iniziativa “leggi e vendi” già in diverse edicole di Roma e provincia e, parlando con alcuni clienti di queste, abbiamo constatato che in molti ne stanno usufruendo. Se questa dovesse prendere ulteriormente piede rischierebbe di mettere seriamente in crisi il comparto editoriale e, paradossalmente, portare ad un collasso di molte edicole. 
Certo, è pur vero che il calo di lettori è dovuto in particolar modo ad una profonda crisi culturale.
 
Basta leggere i dati riportati da Tabloid (rivista di informazione rivolta a giornalisti ed editori) per scoprire che i quotidiani più venduti/letti nel mondo si trovano in Giappone una delle nazioni tecnologicamente più avanzate dove però si sceglie ancora il cartaceo per approfondire quelle news che sul web sarebbero di ben più difficile fruizione. 
Con questo primo articolo vogliamo quindi aprire un dibattito sulla questione che possa cercare colmare il divario che si sta creando fra edicolante, editore e distributore. Editori, edicolanti e addetti del settore sono invitati ad esporre la loro opinione in tal senso.
 
Enrico Ferdinandi
 
4 marzo 2016

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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