Recensione del live all'Auditorium Parco della musica il 28 marzo 2015
Giovanni Guidi: pianoforte
Thomas Morgan: contrabbasso
João Lobo: batteria
Un inizio disteso,atmosfere flou...poi d'improvviso un crescendo ascendente e si fa sempre più concreto l'incubo notturno della metropoli moderna illuminata dalle luci al neon e fatta di ritmi di vita ancor più frenetici del giorno.
Alla fine di questa folle corsa, in un dedalo di incroci e rettilinei, la nevrosi cede il passo alla malinconia, una sorta di spleen che predispone il pubblico in sala a una dimensione sonora più intima e profondamente poetica.
Le note inizino ad entrarti dentro,senti che la melodia ti pervade e ti accorgi che con invisibili dita cerca di andare a toccare certe tue corde interiori per farle vibrare come quelle del pianoforte e del contrabbasso.