Sabato, 23 Novembre 2024
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Rassegna "Una stanza tutta per lei": è la volta del Gattopardo

Recensione del reading del romanzo Il Gattopardo ad opera di Maria Paiato, in scena al teatro Brancaccino di Roma dal 6 al 9 aprile 2017 

Nuova puntata per la rassegna al femminile al Brancaccino "Una stanza tutta per lei": Il Gattopardo, reading della celeberrima opera di Tomaso da Lampedusa ripartito in quattro serate, con la voce di Maria Paiato e la regia di Giulio Costa. La scelta del reading è sempre una proposta coraggiosa, che se non trova un pubblico interessato e una brava interprete richia di perdere l' attenzione degli spettatori in sala.

Questo rischio è stato brillantemente superato grazie alla lettura coinvolta e appassionata della Paiato e grazie alla potente e prepotente attualità del romanzo anticonvenzionale e antirisorgimentale di Tomaso di Lampedusa. La nota trama dell'opera racconta le vicende del Principe di Salina, esponente dell'aristocrazia che assiste alle vicende risorgimentali senza credere in un reale cambiamento della realtà storico-politico- sociale siciliana e italiana. Osserva l'avanzata delle borghesia che si impone sull'aristocrazia e acconsente al matrimonio tra suo nipote Tancredi in cui si rispecchia e la figlia del sindaco del paese, appartenente ai nuovi ricchi, attivi e intraprendenti. Tancredi rappresenta il trasformismo, ossia la capacità di attraversare indenne i cambiamenti prodotti dallo sbarco di Garibaldi, allo scopo di non perdere i propri privilegi: "cambia tutto, per non cambiare niente." Ma l'abilità narrativa dello scrittore si rivela nella sottile ironia che pervade tutto il romanzo e che ha reso più fruibile una materia che altrimenti poteva risultare ostica. E altrettanto merito è da riconoscere all' interpretazione di Maria Paiato che ha reso tutte le sfumature del testo con un'intonazione sempre cangiante in base alle esigenze sceniche e testuali. Mai lo spettatore si distrae durante l'ascolto di una lettura a tratti altisonante, a tratti ironica, a tratti sarcatica, ma sempre intensa e appassionata. Le musiche sapientemente selezionate dalla regia, intervengono a sottolineare i passaggi fondamentali della storia, come nel significativo discorso tra il Principe di Salina e il piemontese Chevally, in cui il primo rinuncia alla proposta di quest'ultimo di ricoprire il ruolo di senatore, ribadendo la sua convinzione che sarebbe cambiata la forma, ma non la sostanza del sistema politico siciliano. Complice di quest'atmosfera di solennità, anche un riuscito gioco di luci e ombre, in sintonia anche con il senso dell'opera.
Risultato soddisfacente per un prodotto ben riuscito e per promuovere la conoscenza di opere entrate a pieno titolo tra i classici della letteratura italiana.

 

Mena Zarelli

18 aprile 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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