Recensione di Riti e rituali a Napoli, in Campania e nel sud Italia di Giovanni Cardone. Il libro è edito da Prospettiva editrice, una piccola casa editrice indipendente nata a Siena nel 1999. Ha in catalogo 260 titoli divisi tra saggistica e narrativa.
Riti e rituali è l’ultima fatica letteraria di Giovanni Cardone, storico, critico e docente di arte moderna e contemporanea, che attraverso l’indagine sulle tradizioni popolari del Mezzogiorno traccia un percorso storico, antropologico ed etnografico del rito, alla luce delle nuove metodologie di ricerca.
Nel saggio l’autore racconta soprattutto del Sud e della sua ritualità, custode di eventi evocativi come miti e leggende, ben narrati da due grandi interpreti come Roberto De Simone ed Ernesto De Martino (1908-1965). È su quest’ultimo che Cardone si sofferma, come a voler rivalutare la figura del grande antropologo napoletano costretto a “combattere” contro i grandi pensatori del tempo perché analizzava gli eventi da una prospettiva diversa e utilizzava metodologie differenti.
L’autore descrive e analizza miti, leggende ma anche culti religiosi: dal miracolo di San Gennaro al culto mitraico, fino alle origini della maschera popolare del Pulcinella, passando per il Vesuvio, la Sibilla Cumana, Virgilio il Mago, Raimondo di Sangro Principe di San Severo e il Cristo Velato fino ad arrivare alle diverse interpretazioni della Vergine, dalla Madonna di Piedigrotta alla Madonna Immacolata di Torre del Greco. Trovano posto nel lungo elenco di riti e cerimonie anche il culto solstiziale di San Giovanni Battista, il linguaggio della Taranta (come descritta da De Martino), la Tammurriata. Scendendo più a Sud, i culti siciliani di Santa Rosalia, Sant’Agata e Santa Lucia e i Misteri di Trapani.
Il libro inizia parlando del rapporto tra ‘rito’ e ‘ritualità’ ed evidenzia la capacità del ‘rito’ di proporsi come condizione di stabilità culturale opportunamente prescritta e normata che quindi crea certezze consolidate per la collettività. Il rito infatti lega gesti e procedure allo scorrere del tempo che le acquisisce e le ripropone secondo una cadenza costante.
Esempi sono: le feste solstiziali, legate al ciclo di maturazione dei prodotti della terra, le feste propiziatorie, per giustificare la guarigione dal male e per stabilire in un modello di continuità.
Un dato interessante, secondo il nostro parere, è quello che Cardone fornisce mettendo in rilievo l’importanza della magia, che viene pian piano presentandosi non com semplice alternativa ad una prospettiva religiosa ma come una capacità individuale di cogliere il senso delle cose.
La magia non è semplicemente qualcosa utile a spiegare ciò che accadeva quando la religione non c’era o non riusciva, è un sentire le cose con la propria sensibilità.
Cardone ha svolto un’attenta analisi suffragata da documenti prove e interviste, niente è lasciato al caso. Spiega miti e leggende andando a ritoso nel tempo fino al loro punto di origine.
Il linguaggio che utilizza però è a tratti un pò complesso e non di immediata comprensione; soprattutto nella parte iniziale in cui evidenzia il lavoro dei grandi interpreti De Simone e De Martino.
Essendo un’opera antropologica occorre utilizzare una terminologia adeguata ma nella parte iniziale il ricorso ad un linguaggio più semplificato potrebbe aiutare a meglio comprendere ciò che l'autore ci vuole dire.
Il saggio è ben scritto e a chi non conosce le tradizioni della Campania e del meridione può essere molto utile per capire meglio il perchè di tante feste, ricorrenze e il perché dei numerosi rituali.
Ma vediamo bene chi è Giovanni Cardone:
Nato nel 1971 è saggista, storico dell’arte e critico d’arte, docente di Storia dell’ Arte Moderna e Contemporanea presso istituzioni accademiche, universitarie e di alta formazione. Ha diretto importanti gallerie pubbliche di arte contemporanea ed ha svolto attività di ricerca e di studio in contesti accademici ed in istituzioni universitarie e di alta formazione. Il suo interesse per l’antropologia è nato recentementene, nel 2014, ed è da questo interesse che scaturisce questo saggio.
Debora Fusco
3 luglio 2019