Il racconto vissuto in prima persona di un rapporto d'amicizia con l'iconoclasta che, nella seconda metà del novecento, ha cambiato la danza.
"Il lavoro di Pina Bausch mi sembra di
ripulitura, cioè un lavoro fatto, secondo la
definizione classica della scultura, per levare,
proprio per attraversare la nuvola delle parole"
(Edoardo Sanguineti su Pina Bausch)
La critica, saggista e giornalista Leonetta Bentivoglio torna con i ricordi alla fine degli anni '70; la sua tesi di laurea su "La Danza Moderna" pubblicata (e poi più volte ristampata) dall'editore Longanesi, di come fosse l momento giusto perché uscisse un testo del genere in Italia e di come gli abbia aperto le porte del giornalismo, di come circolasse "forsennatamente per l'Europa (e non solo) in cerca di Pina, della quale non sapevo ancora nulla" e di come il loro incontro (nel 1981) alla Schauspielhaus di Wuppertal abbia fatto nascere la scintilla di una grande amicizia protrattasi fino alla morte della rivoluzionaria ballerina e coreografa.
Add a comment