Sabato, 04 Maggio 2024
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Marco Giorgetti: il teatro è il motore della partecipazione critica agli eventi della società

Intervista a Marco Giorgetti direttore generale del teatro della Toscana

 

Cominciamo con il tirare un bilancio della stagione appena trascorsa, è soddisfatto di come ha risposto il pubblico nella prima, vera, stagione dopo il Covid?

Il Teatro della Toscana cammina nel tempo, un tempo equamente diviso tra passato, presente e futuro, intersecandosi nei ritmi di una stagione teatrale tornata, stabilmente, a riempire il cartellone nel periodo che va dall’autunno alla primavera. Il passato racconta nei modi, nei fatti e nelle traiettorie, lo stato di salute della Fondazione Teatro della Toscana, che si traduce nell’efficacia rappresentativa dei numeri per tutti i suoi spazi. Nella stagione 2022/2023 appena trascorsa, finalmente completa, che ha segnato un decisivo ritorno alla normalità, su un totale di 371 recite si è registrata una presenza di oltre 100.000 spettatori, con 3.500 abbonamenti e oltre 1.200 TT Young Card (membership card riservata agli under30), dimostrazione del sostegno alla programmazione del Teatro della Toscana anche da parte dei giovani. Questa ampia partecipazione ha permesso di decretare il tutto esaurito per la metà delle date in programma nelle sale della Fondazione.

 

A cosa sono dovuti questi numeri? Cosa crede che abbia contribuito più di ogni altra cosa al buon rendimento di questa stagione?

Perché abbiamo creato ponti tra le discipline, i Paesi e le generazioni, in relazione con tutte le arti, la poesia, il potere dell’immaginazione, tenendo come riferimento il lascito pedagogico e culturale di Orazio Costa, la cui metodologia è attuata e divulgata attraverso il CAE – Centro di Avviamento all’Espressione, da lui fondato nel 1979 al Teatro della Pergola, mentre la Scuola l’Oltrarno, diretta da Pierfrancesco Favino, realizza un’innovativa attività di formazione attoriale che si estende ad altre esperienze e metodi. La stagione 2022/2023 ha confermato la volontà del Teatro della Toscana di operare sui principi di un Teatro d’Arte orientato ai giovani, con un’attenzione costante all’Europa, avendo nella Lingua Italiana la materia prima del suo agire, intorno ai temi condivisi con il Théâtre de la Ville di Parigi, nel quadro del sempre più solido partenariato incentrato su Arti e Scienze, Arte e Salute, Cultura e Ambiente, Educazione e Formazione, Pari opportunità e Identità di genere.

 

Cosa è rimasto di tutte le sperimentazioni azzardate durante il periodo pandemico: sono servite a dare nuova linfa vitale alla produzione teatrale o al contrario ci hanno ricordato che il teatro ha dei suoi “canoni” che vanno rispettati?

L’attore non deve aver paura di essere sostituito dalla tecnologia. Deve usarla, piuttosto, per mantenere saldi i rapporti con gli spettatori, aumentando le occasioni ed espandendo i linguaggi per trovarsi e dirsi vicini. Ben sapendo che la verità del nostro conoscere è data dallo sguardo dell’altro, che ci rimanda al nostro: tale dialettica degli sguardi è il vero dialogo. Per il Teatro della Toscana, allora, il digitale, il multimediale, si configurano come campi di ricerca per entrare in platea da una porta diversa, per guardare la scena da un punto di vista differente, come in Così è (o mi pare), la riscrittura di Elio Germano per realtà virtuale di Così è (se vi pare) di Pirandello. La grande opportunità offerta dai nuovi media è quella di creare progetti specifici fruibili in maniera non sostitutiva al teatro. Ovvero, creazioni che nascono dal teatro e che al teatro ritornano. La sfida, quindi, è sui contenuti e sui modi per realizzarli.

 

 

Passiamo alla prossima stagione, su cosa avete puntato?

La stagione 2023/2024 del Teatro della Pergola interpreta il Teatro come motore della partecipazione critica agli eventi della società. È questa una delle funzioni più alte e importanti del Teatro, che diviene testimone della storia e, attraverso la poesia, si assume un fondamentale impegno sociale. Mariano Rigillo e Anna Teresa Rossini in Ezra in gabbia – o il caso Ezra Pound, scritto e diretto da Leonardo Petrillo, raccontano l’ossessione dell’uomo Ezra Pound che difende la sua poesia, la scoperta delle incongruenze sociali e artistiche, del mondo e degli uomini. Nel solco tracciato da poesia e letteratura, che incrocia parimenti la lingua e la scrittura italiana, troviamo anche autori come Pasolini, De Filippo, Svevo, De André, ma anche Goldoni, che cercava un teatro nuovo. I classici poi in cartellone sono tra i titoli solitamente meno frequentati nei programmi teatrali. Le commedie infine sono senza tempo, di straordinaria efficacia, con una continua altalena di emozioni, sempre in bilico tra felicità e disperazione.

 

 

C’è uno spettacolo, fra tutti quelli in cartellone, sul quale si sente di scommettere?

Scommetto non su un titolo, ma su un progetto che ci ha portato e ci porterà tanti titoli importanti. È il progetto L’Attrice e l’Attore Europei, la nuova sfida comune del Teatro della Toscana e del Théâtre de la Ville di Parigi con il suo direttore Emmanuel Demarcy-Mota. Il progetto si impegna a formare una figura di interprete capace di superare tanto i confini nazionali quanto le barriere linguistiche, attraverso la ricerca di nuove forme pedagogiche. Un attore, quindi, in grado di far parte di troupe di nazionalità diversa, come testimonia il recente passaggio al Teatro della Pergola di Ionesco Suite. Vinicio Marchioni è già impegnato nella realizzazione della prossima fase del progetto, che vedrà giovani attrici e attori lavorare su Caligola di Albert Camus. Con Fernando Pessoa si confronterà Bob Wilson per uno spettacolo che nasce appunto dal vivo interesse del regista per il progetto de L’Attrice e l’Attore Europei, anche e soprattutto nella sua prospettiva di incontro con l’Africa. Avremo in stagione il nuovo one woman di Isabella Rossellini Darwin’s Smile (Il sorriso di Darwin). Siamo di fronte a un percorso che realizza la visione del Teatro della Toscana e del suo modo di fare teatro, un passo definitivo verso la sua affermazione come Centro Internazionale di Cultura Teatrale.

 

 

 

Enrico Ferdinandi

26 giugno 2023

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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