#intervista a Rino Caputo che ci parla dello spettacolo “Dante e Petrarca a Narni - La musica della poesia e la poesia della musica” che aprirà, il prossimo 3 settembre, la corsa dell’anello di Narni.
La musica della poesia e la poesia della musica, questo gioco di parole racchiude tutto il senso dell’evento che il prossimo 3 settembre inaugurerà l’edizione 2020 della Corsa all’Anello di Narni, ovvero “Dante e Petrarca a Narni”. Il prof. L. Rino Caputo, condurrà il pubblico in un viaggio letterario, il M° Mario Alberti e il M° Franco Menichelli, accompagneranno rispettivamente ai flauti il primo e al liuto e chitarra a dieci corde il secondo. Completerà il cast della manifestazione l'attrice Daniela Sistopaolo alla voce recitante.
Patrizia Nannini ci ha spiegato che quella di settembre sarà “un'edizione straordinaria un'edizione creata, o meglio plasmata, su quello che la contingenza ha imposto al mondo. Potevamo annullare, rinviare, o riadattare quel che avremmo fatto in un anno ‘normale’, abbiamo invece preferito cogliere quel po' di buono che questa situazione poteva creava, cercando comunque il lato positivo, creando un evento ex-novo, dal nulla, in pochissimo tempo, per esaltare il passato nel presente, ma con lo sguardo al futuro per crescere ancor di più in qualità e cultura, il tutto negli stretti spiragli lasciati dalle giuste normative anti-Covid. Spettacoli di alta qualità, come “Dante e Petrarca a Narni. La Musica della Poesia e la Poesia della Musica”, che non a caso ne costituisce l'Overture, si pongono come gemme a completare il meraviglioso quadro, seppur ridotto in termini di giorni, di quella che è la Corsa all'Anello di Narni”.
“Dante e Petrarca a Narni - La musica della poesia e la poesia della musica” nasce dall’iniziativa dell’associazione culturale La Terzina e dal partenariato del Centro Studi sull’Ars Nova Italiana del Trecento “Marcello Masini” di Certaldo - guidato dal suo Presidente prof. L. Rino Caputo al quale abbiamo domandato come è nata l’idea di questo spettacolo…
L’idea è venuta a Dante e Petrarca perché loro, per primi, non hanno mai separato la poesia della musica dalla musica della poesia. I poeti medievali ponevano grande attenzione alla musicalità, basti pensare che la parola rima non è altro che la forma latina della parola greca rythmós, ovvero ritmo, significa numero. Quindi il numero è il luogo dove si stabiliscono rapporti tra quantità e oggetti. Ciò avviene sia nella musica che nella poesia. Pensate che la musica era così importante per Petrarca che nel suo testamento scrive di lasciare agli eredi il suo leutum bonum, ovvero il suo liuto buono, funzionante, ciò far capire l’importanza che questo strumento aveva per lui nel quotidiano.
In effetti poesia e musica hanno avuto un profondo rapporto di osmosi fin dagli albori.
Ai miei studenti faccio sempre l’esempio di Mogol e Battisti: viene prima la musica o la parola? Cosa è più importante? Io direi entrambe. Basti pensare a Dante, il Paradiso è tutta musica e c’è un punto notevole, quello dell’incontro con l’amico Casella nella spiaggetta dell’antipurgatorio che vale la pena raccontare. Dante vede arrivare una schiera di anime, una di queste si ferma, lo guarda, scena da grande regista, e gli dice ‘ma non sei tu Dante?’ lui riconosce che si tratta di Casella e gli chiede di cantargli 'quella canzone che mi allietava’, si tratta di una canzone che si ritrova anche nel Convivio di Alighieri e che fa riflettere su come l’arte riesca e diventare competitiva con il vero e distrarre gli essere umani dal fine supremo che è attingere al cielo.
In cosa sono attuali Dante e Petrarca, quali sono gli spunti di riflessione che il pubblico può trovare nella selezione delle opere che avete scelto per lo spettacolo?
Possono trasmettere direttamente, senza troppe spiegazioni, atmosfere ed armonie che non hanno tempo, lo stesso Dante disse che il suo era uno scrivere per tutte le estrazioni sociali, un’arte che tutti possono condividere. In sostanza i frammenti delle opere di Dante e Petrarca che abbiamo scelto spiegano con immediatezza la volontà di cantare l’amore, quello con la ‘a’ maiuscola.
Un giovane che ha solo sentito parlare di Dante e Petrarca senza mai aprirne libro, magari appassionato di Rap e Trap, pensa possa trovare interessante il vostro spettacolo?
Certo, perché se andiamo a vedere la poesia e la musica oggi e pensiamo a certe canzoni, al rapporto che c’è fra testo verbale e musica, allora quel ragazzo potrebbe capire che tanti rapper di oggi potrebbero avere molto in comune con Dante e Petrarca.
Enrico Ferdinandi
24 agosto 2020