Sabato, 23 Novembre 2024
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Nell’addio: Federico Larosa ci parla del suo primo romanzo

Curiosità, paure e speranze dell’autore del romanzo “Nell’addio”

 

Federico Larosa, giornalista, addetto stampa e autore ha presentato, il 30 novembre, al Liberthè - Caffè letterario di Roma, il suo primo romanzo “Nell’addio”, Merlino Edizioni.

Un romanzo di formazione in cui amore, amicizia, paure, speranze, scoperte e rivelazioni scandiscono la crescita del protagonista e le sue relazioni con tutti gli altri personaggi.

Nell’addio è la storia di Edoardo, uno studente universitario appassionato di cinema, musica e filosofia che vive a Roma con la madre. Per mantenersi agli studi lavora come commesso in un negozio di abbigliamento insieme alla migliore amica Giorgia, che sta attraversando un momento di grande confusione a causa di un segreto che nasconde da anni. Edoardo è gay, la sua famiglia non lo sa, e non ha mai avuto una relazione significativa, forse anche a causa delle sue paure legate al sesso. Una sera di settembre, su una chat d’incontri, conosce Alessandro, un uomo più grande di lui, istruttore di fitness e attore di fiction. Questo incontro porterà Edoardo a prendere delle decisioni lasciate in sospeso da troppo tempo. 

Incuriositi dal romanzo abbiamo intervistato Federico Larosa per voi.

 

Da dove nasce l’idea di questo romanzo?   

La storia nasce da una serie di riflessioni su esperienze vissute sia in prima persona che indirettamente. Volevo raccontarla da tempo e finalmente ci sono riuscito. O almeno spero. 

 

Il libro scaturisce da un progetto di scrittura? Che tipo di progetto?

Scuola Merlino è un progetto di scrittura che si basa sulla condivisione, sull’ascolto, e sull’attenzione; è un luogo, anche fisico, in cui i partecipanti, attraverso le lezioni, lo studio, gli esercizi e l’elaborazione delle proprie esperienze, possono riuscire a trovare il modo di dar vita a una storia, di scrivere il loro romanzo. Così com’è successo a me.

 

Parli di amore, amicizia, paura, speranze ecc... Quali sono le tue paure e le tue speranze?

Ho paura di tutto, e di niente. Proprio come Edoardo, il protagonista del mio romanzo. Le paure più concrete sono quelle che mi terrorizzano di più: la paura delle malattie e del doloro fisico, o anche l’instabilità economica. Le speranze invece sono tutt’altra cosa. Spero di conservare quello stato di serenità che a volte vivo ma che si manifesta in maniera sfuggente.

 

Perché proprio questo titolo “Nell’addio”?

Il titolo può far pensare a qualcosa di triste ma in realtà volevo trasmettere l’idea di un tempo dilatato, sospeso, nel corso del quale può succedere di tutto: a volte, semplicemente ascoltandoci, possiamo scoprire che la scelta che pensavamo inevitabile in realtà non lo è.

 

Prossimi progetti? Continuerai a scrivere?

Spero di poter continuare a scrivere. Mi piacerebbe molto. Per il momento però voglio dedicarmi alla promozione del libro che, recentemente, mi ha portato anche oltre i confini dell’Italia, più precisamente in Svizzera, a Berna, dove esiste una comunità di italiani ben radicata. Come progetto futuro ho un’idea che mi frulla in testa, potrebbe essere un thriller, ma potrebbe prendere vita prima anche una raccolta di racconti legati tra loro da un filo conduttore. Ma non posso dire di più…

 

 

 

Debora Fusco

13 dicembre 2019

 

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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