Intervista a Francesco Leineri in scena con Sonòriter | Armònikem | Melòdikes | Rìtmiken | Formàtikon al Teatro Studio Uno dall'1 al 3 aprile 2016
La casa romana del teatro indipendente, nella sua nuova stagione teatrale, ha deciso di reinserire uno spettacolo dell’altro anno che si riconferma per originalità. Si alza nuovamente il sipario al Teatro Studio Uno per Francesco Leineri, che chiacchiera con noi de La Platea di teatro, di musica e del suo concertinspettacolo.
Francesco Leineri, musicista polistrumentista, performer e compositore freelance, una carriera iniziata in conservatorio e proseguita nella scrittura di brani per il teatro. Quando si è incrociato il tuo percorso musicale con quello teatrale?
Non amo scindere in modo così netto le circostanze entro le quali mi ritrovo a lavorare, che siano puramente musicali, accademiche, teatrali o performative. La ricerca è unica e il tempo che viviamo mi obbliga a non ragionare per compartimenti stagni. Non sono poi così scontento di ammetterlo: non ci sono percorsi che si incrociano l’un l’altro e non c’è una propensione artistica che ne annulli altre. C’è forse un unico grande mare nel quale mi sono ritrovato a nuotare, nell’oggi. Assecondo me stesso - e non è per nulla facile farlo – cercando di rispettare i miei maestri, le mie esigenze creative, gli spazi che frequento e i colleghi con i quali mi ritrovo a collaborare. Un gran bel casino, insomma.
Nasci come musicista, quindi, ma convogli nel teatro, realizzando anche spettacoli che sono una commistione di entrambe le arti. Dunque nel tuo percorso stai inserendo anche lo studio della recitazione, come intrecci questi due aspetti?
Mi hanno sempre detto che certa mia musica abbia una forte componente “evocativa” e non nego che ciò mi ha sempre fatto molto piacere. Immergendomi in questo abisso - suggeritomi dagli ascoltatori e non da personali elucubrazioni fini a sé stesse - non ho tradito la mia ricerca: ho amplificato il materiale musicale facendolo a pezzi, come in un mosaico, provando poi a ricostruirlo con il super attak. Fra i segmenti di questo specchio rotto - in questo processo di destrutturalizzazione e rimaterializzazione scenica e musicale - si sono inserite altre apparizioni ancora: un corpo, una voce, un’azione e una parola. Non sto studiando recitazione, sto soltanto provando a studiare me stesso e il mondo nel quale sono stato catapultato, senza negarmi nulla.
Sonòriter | Armònikem | Melòdikes | Rìtmiken | Formàtikon è il tuo quarto “concertinspettacolo” che ha già visto una sua esibizione. Il risultato degli altri anni conferma lo spettacolo che va in scena allo Studio Uno di Torpignattara. Quale lo stimolo che ha dato vita allo spettacolo?
Un mio maestro mi ha detto più d’una volta di avere un approccio compositivo “cubista”. Il commento, che parla senza dubbio di un difetto insito nella mia scrittura, è stato analizzato invece come un punto di forza e scomposto senza forzature nell’ambito del concertinspettacolo. Il cubo di Rubik, tanto colorato e accattivante quanto difficilmente risolvibile – vuoi a causa di una mia eccessiva impulsività, vuoi a causa di una mia scarsa propensione ad un metodo chirurgico ed eccessivamente razionale – è l’emblema del processo di composizione di questo lavoro. Tante facce scomponibili; macro e micro forme, alcune più grandi e altre più piccole; ma tutte incastonate una nell’altra e facenti parte di un unico rebus che ancora non riesco a risolvere. La disfatta – e le letture musicali e letterarie intorno ad essa - sono i veri protagonisti del lavoro.
Uno spazio pieno, una messa in scena che prevede l’utilizzo di vari strumenti e oggetti più inusuali. Parliamo un po’ più approfonditamente di questo lavoro. In cosa consiste?
Quattro personaggi narrano tramite suoni, canti e parole le loro disfatte all’interno di uno spazio scenico pentagonale, i cui pilastri sono i cinque cardini della grande bussola musicale: armonia, suono, melodia, ritmo e forma. Un imperatore capriccioso caduto dal trono, un muto rassegnatosi all’impossibilità di parlare, un professore ingabbiato dalle sue stesse inutili congetture e un piccolo demiurgo incapace di tenere sotto controllo ciò che ha creato. Fra inni sacri, radio, swing anni ’50 e musica concreta ogni carattere prende vita e racconta qualcosa di sé.
Altri progetti in cantiere?
Le repliche di SONORITER | ARMONIKEM | MELODIKES | RITMIKEN | FORMATIKON ! sono l’inizio di una piccola tournèe primaverile che mi vedrà con altri progetti anche al Piccolo teatro dei condomini di Rieti il 7 e l’8 Aprile; allo Spazio MAT di Viterbo il 9 e al Setkani/Encounter di Brno (Repubblica Ceca) il 15. Il resto si vedrà, strada facendo!
Erika Cofone
2 aprile 2016