Sabato, 23 Novembre 2024
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Roberto Biebitz ci parla di Rusalka Teatro e di Apri la porta Signor Matador!

#andiamoateatro

Intervista a Roberto Biebitz regista di Apri la porta Signor Matador! in scena al Doppio Teatro dal 29 al 31 gennaio 2016

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 Chi è Roberto Biebiz e coma nasce Rusalka Teatro?

Roberto Biebitz è un nome d’arte, preso in prestito dalla pièce “Girotondo” di Schnitzler.
E’ l’artista che vorrei essere, un artista di successo che non è schiavo del successo. Speriamo che porti fortuna.
Rusalka Teatro è il desiderio di un teatro che mostri non i luoghi freddi e disperati della sofferenza umana, ma che cerchi, in questa selva oscura, di proporre almeno per il tempo dello spettacolo, un’altra via. Un teatro che abbia del cuore e che lotti per il bello e per il bene.

Che crede nella fissità delle idee e nel movimento delle forme. In cui l’attore sa perché è importante quello che sta facendo e vuole farlo perché è importante che altri lo sappiano. Un teatro che tutti possano comprendere e nel quale tutti possano specchiarsi.

Un desiderio forse utopistico ma che almeno ci ha fatti incontrare.

 

Quali suggestioni ti hanno portato a trasporre in forma teatrale e a dare forma scenica a uno dei più bei e complessi testi in prosa di Schnitzler?

L’idea di lavorare su “Signorina Else” non è stata mia, ma dell’attrice Caterina Luciani. Per lei è un testo importante che l’ha accompagnata nel suo percorso di attrice sin dall’inizio dei suoi studi, così come la volontà di portarlo un giorno sulla scena.
Per me lo è diventato quando mi sono reso conto che la storia di una giovane eroina che combatte per il suo ideale è stata spesso confusa con quella di una qualche isterica.
Però ci siamo resi conto che poteva essere importante “riconoscere” e “ricordare” che gli atti eroici hanno in se qualcosa di pazzesco. Mi piace considerare Signorina Else la nipotina di Amleto, che come lui è attrice e spettatrice della propria vita mentre sfida la morte per portare a compimento il proprio destino.

 

Il vostro lavoro di ricerca cosa vuole trasmettere al pubblico?

Un’idea di teatro alto ma leggero, allegro ma impegnato a cercare le domande del nostro tempo. In questo caso si tratta di come viviamo e ci relazioniamo con la bellezza, il potere e il denaro, o meglio con il fatto che ogni cosa oggi è commerciabile. La letteratura propone degli archetipi che riguardano a prescindere ogni essere umano, il nostro lavoro di ricerca è volto a scoprire quali siano e a trovare il modo per tradurli e trasmetterli.

 

Quale ruolo giocano psicologia e dialogo dell'attore col personaggio in questo spettacolo?

In “Apri la porta Signor Matador!” il dialogo tra attore e personaggio è continuo; penso si adatti bene alla forma letteraria del flusso di coscienza. L’idea è quella di non recitare IL personaggio, ma di recitare CON il personaggio, o meglio (per essere fedeli a quella che è la parola più utilizzata in tutti i paesi del mondo) di GIOCARE CON il personaggio. L’attore sa di non essere il personaggio, e non cerca di forzare la sua natura per diventare altro da se, ma al tempo stesso studia per scoprire qual è la “filosofia” del personaggio, il suo modo di vedere la vita, l’idea che rappresenta, per comprenderlo, non per imitarlo. Ed è a proposito di queste idee che l’attore ha il compito di accendere i suoi autentici sentimenti: l’effetto è quello di una danza tra il totale coinvolgimento e il totale estraniamento.

 

Com'è lavorare con Caterina Luciani ed Enrico Lofoco?

E’ come lavorare con Tom e Jerry. Non si può mai stare tranquilli.

 

Quali sono i punti di contatto tra questo allestimento e quello di Girotondo dello stesso autore?

Schnitzler aveva una sorta di fissazione letteraria: il carnevale della vita. Nelle sue opere l’osservazione di questa dinamica è sempre presente. E’ una specie di ironia che non manca mai e questo credo sia il punto di contatto concettuale tra i due lavori. Difficile inquadrarli formalmente poiché entrambi stanno attraversando e hanno attraversato, in momenti diversi, delle profonde mutazioni. “Apri la porta signor matador” è iniziato come studio per due attrici, poi si è trasformato in un lungo primo piano del personaggio, in seguito è diventato un romanzo a puntate, poi uno show televisivo e adesso l’unico nome che riesco a dargli è “performance di prosa”. “Girotondo” è iniziato come un dialogo filosofico, poi si è trasformato in una prigione per coppie, è stato anche un girotondo di sketch, poi una collezione di quadri, e non oso immaginare in cos’altro potrebbe mutarsi con la prossima glaciazione.

 

Che tipo di accoglienza vi aspettate (o siete certi di trovare) a Roma?

E’ la prima volta che un nostro lavoro viene a Roma. Non abbiamo la minima idea di quale interesse possa suscitare questo fatto e come dice sempre mio nonno: “non aspettarti niente, ma sii pronto a tutto”..

 

Perché venire a vedere Apri La Porta Signor Matador! Al Doppio Teatro dal 29 al 31 gennaio?

Perché tutti siamo stati almeno una volta dei diciannovenni pieni di sogni speranze e aspettative, poi magari la vita non sempre ci ha soddisfatti ma smettere di sognare è peggio che morire.

 

Fabio Montemurro
25 gennaio 2016

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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