Sabato, 23 Novembre 2024
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Giorgia Mazzucato. "Gesù aveva la erre moscia" e tutti gli altri progetti per la Stagione 2016/2017

Intervista a Giorgia Mazzucato

Dopo aver seguito il suo ultimo spettacolo, Gesù aveva la erre moscia, che ha aperto la stagione 2016/2017 del Teatro Studio Uno ci è sorto qualche interrogativo, quindi quale soluzione migliore per dare sfogo e fondo a ogni nostra ciriosità se non andando a disturbare la diretta interessata? Nelle righe che seguono la nostra appassionante conversazone. Buona lettura.

 

Mi piacerebbe cominciare senza banalità, ma è inevitabile cadere nell'errore. Perchè proprio Gesù Cristo e non l'Uomo di Neanderthal, Gaio Giulio Cesare, Pipino il Breve, Gengis Khan , Masaniello, Napoleone Bonaparte, Giuseppe Garibaldi, Galeazzo Ciano, Lucky Luciano, Ernesto Guevara (detto Che), Giulio Andreotti...o che so Silvio Berlusconi?

Volevo fare una trilogia di spettacoli che parlassero di personaggi importanti, ma di dubbia esistenza: Shakespeare, Babbo Natale, Gesù… Intanto quindi, uno è fatto.

 

Ma perché proprio la "erre moscia" da Avvocato Gianni Agnelli?

Beh intanto sono contenta che tu abbia detto "da Avvocato" Agnelli e non "da Maria De Filippi"…  Detto questo, perché l’erre moscia? Perché me lo sono immaginato così: umano e quindi “difettoso”. E’ un modo per esplorarlo un po’ meno in quanto Messia e un po’ di più in quanto ragazzo come tutti gli altri. Il mio Gesù ha l’erre moscia, fa battute che non fanno ridere, impara a sputare, gioca a giochi in scatola con gli amici…insomma, fa cose che abbiamo fatto tutti (anche se io ancora non so sputare granché bene).

 

Quanto c'è di scritto e quanto c'è d'improvvisato in questo tuo ultimo spettacolo?

Prima di arrivare ad una forma definitiva del testo, ho bisogno di giocare con il pubblico durante le prime repliche. Lo spettacolo è per il pubblico, e stuzzicarlo per capire che cosa gli piaccia è il modo per me più semplice e divertente per arrivare alla giusta forma della scrittura. Per questo motivo ognuna di queste repliche ha avuto alcuni momenti di improvvisazione in cui lasciavo libera la mente per seguire quello che il pubblico mi sembrava chiedere in quell’istante. Il testo dunque è decisamente strutturato e cementificato, ma in questo momento sento la voglia e la necessità di non chiudere la porta ma di lasciare ancora delle finestre aperte per sperimentare altri paesaggi e profumi. 

 

Un lavoro così tanto sopra le righe da essere addirittura censurato. Cos'è successo al Piccolo Teatro Don Bosco di Padova il maggio scorso?      

E’ successo che a pochi giorni dal debutto il prete legale rappresentante del Teatro ha deciso di censurare lo spettacolo, solo in base al titolo. Ho chiesto se volessero leggere il testo ma si sono rifiutati: “non vogliamo vedere il lato umano di Gesù”. Ecco, io non sono una credente, ma questa affermazione mi sembra un tantino grave. Alcuni mi hanno detto che me la sono cercata proponendo questo spettacolo ad un teatro che è di direzione salesiana, la mia risposta è duplice: 1. l’80% dei teatri a Padova sono di proprietà religiosa. 2. non voglio pensare che tutti i proprietari religiosi di teatri siano bigotti. Voglio pensare che ci siano persone aperte, curiose e rispettose.

 

Tornando a domande che esulano dal tuo Gesù, come va con La SITI, Scuola Internazionale di Teatro all'Improvviso? Come ci si sente e cosa si prova a passare da attrice a insegnante? Hai un particolare approccio nell’insegnamento?

Il passaggio da attrice a insegnante ormai l’ho fatto da circa otto anni, quindi non è esattamente questa la novità. Il cambiamento forte, elettrizzante, difficoltoso e meraviglioso è stato invece quello di aprire da zero una vera e propria scuola in cui concentrare tutte le mie credenze artistiche. La gioia e la fatica stanno nel conquistare gli allievi con un progetto nuovo, valido, onesto e ambizioso, farli sentire parte di un qualcosa di importante e che lo sarà sempre più e ancora di più. Il lavoro è rendere un progetto che fluttua nelle nuvole del tuo cervello, un progetto vero, da osservare ad occhi aperti, e in questo sono stati indispensabili Maria Beatrice Alonzi, il vicepresidente e il digital marketing manager della scuola e Giovanni Salvatori, presidente di segreteria e amministrazione. Senza di loro probabilmente sarei ancora a volare nella mia mente (che per carità, è divertente eh.=)… Grazie a loro posso dedicarmi anima e corpo alla regia, alla creazione di spettacoli nuovi e all’insegnamento. Insegnare per me è una questione di curiosità, dedizione, umiltà, attenzione e generosità. Totali. Quando esco da lezione sono infinitamente più stanca di quando finisco uno spettacolo: se fai l’attrice e hai una buona tecnica, ogni tanto puoi anche permetterti di scambiarla alle emozioni (il tuo corpo si strazia con le vicende del personaggio, ma tu dentro stai pensando per esempio se hai chiuso il gas), mentre se fai l’insegnante, in particolare di improvvisazione teatrale, devi essere sempre presente a te stesso e alla situazione, sempre attenta a studiare ogni singolo respiro dei tuoi allievi, sempre a disposizione per osservarli e stimolarli in direzioni inesplorate e efficaci.  E’ bello insegnare, perché non significa soltanto condividere il proprio sapere, ma moltiplicarlo. Insomma, è tutto molto figo, sono all’inizio ma sono orgogliosa, grata e felice.

 

Quali sono i tuoi progetti per questa stagione teatrale 2016/2017 appena iniziata?

Quella del 2016/2017 si preannuncia come la stagione più intensa e interessante della mia Vita. La SITI debutterà con dieci nuovi spettacoli di improvvisazione teatrale al Teatro dell’Orologio in una rassegna interamente dedicata a noi. Inoltre porterà in tournée Login, lo spettacolo di punta della compagnia interna, che calcherà le assi del Teatro Studio Uno di Roma a gennaio e inaugurerà il primo Festival di Improvvisazione Teatrale della Libera Università di Alcatraz di Jacopo Fo a maggio. Per quanto riguarda invece i miei monologhi, oltre a far continuare a girare i vari Guerriere, Viviamoci e Gesù aveva l’erre moscia, ci saranno due novità: un nuovo spettacolo su un personaggio della Trilogia di cui sopra, e un omaggio alla meravigliosa Amy Winehouse. 

 

Concludendo. E' la seconda intervista che ti faccio in un anno (la precedente a gennaio) pensi che se mantengo questo ritmo potrò diventare il tuo giornalista/biografo ufficiale? 

Direi che sarebbe anche ora, fannullone!!

 

 

Fabio Montemurro
21/10/2016




 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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