La rubrica “Danzatori in movimento” esplorerà la vita e la carriera di danzatori e coreografi che, per un breve o un lungo periodo hanno scelto di vivere e lavorare al di fuori dei confini italiani.
Un appuntamento mensile, in cui incontreremo personaggi noti e meno noti del panorama della danza italiana, che ci racconteranno la loro esperienza all'estero e come questa ha influito sulla loro crescita personale e professionale. Scopriremo come il loro percorso artistico si sia arricchito e ci darà un'idea delle opportunità che il mondo offre ai talenti della danza. Siamo entusiasti di condividere con voi queste storie emozionanti e ispiratrici, e di scoprire insieme come l'espressione artistica possa superare i confini geografici.
Intervista a Roberta Pisu
Breve bio
Nata in Italia, Roberta Pisu è una danzatrice e coreografa con sede a Monaco di Baviera.
Nata a Cagliari nel 1984, ha iniziato i suoi studi professionali nella sua città d`origine in una scuola privata diretta da Anna Kukurba e in seguito presso"l´Accadémie Princesse Grace" (Francia).
Successivamente, nel luglio 2010 si è laureata nel dipartimento di danza contemporanea presso
"L´Accademia Nazionale di Danza di Roma" (Italia).
Nel 2002 ha lavorato come solista per il "Teatro lirico di Cagliari". Dopo essersi trasferita a Roma e aver avuto varie esperienze come libera professionista nel 2007 lavora con Adriana Boriello co-fondatrice della nota compagnia belga "Rosas Danst Rosas".
Nel 2008 durante i suoi studi Universitari entra a far parte de "La Compagnia"con la supervisione artistica di Pina Bausch e la direzione artistica di Ismael Ivo, Cristiana Morganti, Adriana Boriello e Margherita Parrilla lavorando con diversi coreografi tra cui Iacopo Godani, Robin Orlin, Wayne Mc Gregor e Ismael Ivo.
Nel 2008 ha iniziato la sua carriera come coreografa in parallelo con l’università, vincendo il primo premio nella categoria coreografi al Festival Internazionale di Spoleto.
Nel 2011 vince una borsa di studio come coreografa per il Banff Center for Arts and Creativity (Canada), dove ha trascorso un mese a collaborare con diversi artisti locali. Nel 2012 collabora come ballerina per la compagnia "Liens et lieux danse contemporaine marginale" diretta da Johanne Gour (Montreal-QC).
Dal dicembre 2012 lavora come danzatrice solista allo "Staatstheater am Gärtnerplatz" di Monaco di Baviera sotto la direzione di Karl Alfred Schreiner e dal 2016 come coreografa per lo stesso teatro, nonché come libera professionista.
Quando hai lasciato l'Italia per trasferirti a Monaco di Baviera? Da cosa é nata questa tua decisione?
Ho lasciato l’Italia nel 2009 in seguito alla chiusura della compagnia dell’Accademia Nazionale per poi andare in Canada per 3 anni, a Gennaio del 2013 ho preso il contratto a Monaco allo Staatstheater am Gärtnerplatz dove sono ancora oggi membro fisso della compagnia. I motivi per lasciare l’Italia sono stati numerosi, la voglia di mettermi alla prova con coreografi internazionali dopo l’esperienza in compagnia a Roma, una situazione economica più sostenibile e la consapevolezza che lavorare a stretto contatto con culture diverse dalla mia avrebbe potuto arricchirmi sia personalmente che come artista.
Come ti sei trovata inizialmente? E come ti trovi ora?
Devo dire che mi sono trovata da subito a casa, ho avuto la fortuna di trovare un direttore con un grande cuore e con delle visioni artistiche di spessore e colleghi che presto sono diventati una seconda famiglia. Nella stagione 2012-2013 è stato inoltre il primo anno dello stesso direttore nel teatro, quindi, è stato un anno speciale. In 10 anni la compagnia è cambiata molto ovviamente e io di conseguenza come artista, oggi sono rimasta l’unica danzatrice ancora presente dell’ensemble iniziale e questa sarà la mia ultima stagione ma sono felice del percorso fatto.
Puoi raccontarci il tuo esordio all'estero e uno spettacolo che ti è particolarmente a cuore?
Il mio esordio con la compagnia qui a Monaco fu abbastanza particolare: il giorno che ho fatto la mia audizione una delle danzatrici ha avuto la febbre alta ed il giorno successivo la compagnia avrebbe avuto lo spettacolo “La bella addormentata”, così il direttore mi chiese di sostituirla in questa emergenza. Dopo lo spettacolo un’altra danzatrice comunicò al direttore di essere incinta e, dopo tre settimane ricevetti il mio contratto da guest per prendere il posto della danzatrice in maternità a metà stagione e a settembre la conferma con il posto ufficiale in compagnia. È stato quindi un inizio particolare ma sono felice di essermi trovata nel posto giusto al momento giusto.
Ci sono state in 10 anni veramente numerose collaborazioni speciali che mi hanno cambiato e arricchito come artista. Sicuramente non posso non menzionare Iacopo Godani e il suo linguaggio fisico, Jø Stromgren con la sua ironia e la visione più che da coreografo da regista, Ina Johannensen per la sua attenzione ai dettagli e la sua capacità di lavorare con ogni singolo individuo in maniera differente e Marco Goecke uno delle menti più brillanti del panorama mondiale di oggi. Con quest’ultimo ho avuto la possibilità di lavorare sul ruolo principale femminile di Gelsomina nella sua creazione per la nostra compagnia “La Strada” tratto dall’omonimo film Italiano di Ferderico Fellini.
In qualità di coreografa credo di essere particolarmente fiera del mio ultimo lavoro “K.I.nd if human”, una serata che parla del rapporto tra l’essere umano e l’intelligenza artificiale, prodotta dal collettivo Arcis_collective di cui sono la direttrice artistica e che condivido con il talentuoso quartetto di Sax Monacense Arcis Saxophon Quartett.
Come viene vista la danza a Monaco di Baviera?
Come in tutte le città tedesche il teatro è vissuto in maniera differente rispetto all´Italia. La presenza di due teatri di serie A, la scena libera di Monaco e un continuo flusso di altre compagnie ospiti che portano il loro lavoro rende sicuramente la città molto attiva.
Come hai vissuto il periodo della pandemia a Monaco?
Credo la pandemia sia stata indiscutibilmente dura per tutti sotto vari punti di vista, avendo un contratto stabile mi sono sentita estremamente fortunata rispetto a molti colleghi free-lance che hanno sicuramente avuto una vita difficile. In teatro, infatti, abbiamo continuato a provare prima on line poi in teatro con test quotidiani continuando a ricevere il nostro stipendio. Per me la pandemia ha inoltre portato alla collaborazione con il quartetto di sax di musica da camera del mio partner nella vita. In seguito a questa nostra prima collaborazione durante la pandemia, abbiamo poi deciso di creare l’Arcis_collective, un collettivo che trasporta l’idea di musica da camera alla danza, collettivo che è inoltre aperto a molte altre forme d’arte e dal prossimo anno diventerà la mia occupazione a tempo pieno.
Hai mai pensato o pensi di ritornare in Italia? Perché?
Da buona sarda sono sicuramente molto attaccata alla mia terra e alla mia famiglia. Sarebbe un onore per me portare i miei lavori in Italia, ma vedo molto difficile il mio ritorno. La Germania è oggi in Europa l‘unica nazione che permette a giovani artisti come noi di avere fondi per produrre i propri lavori, in Italia sarebbe impossibile purtroppo.
Hai un consiglio da dare a giovani danzatori che vivono in Italia e guardano all'estero come possibilità lavorativa?
Consiglio sicuramente un‘esperienza all‘estero ai giovani danzatori, non solamente per avere una stabilità economica, ma per poter lavorare in continuo contatto con diverse nazionalità e coreografi del panorama internazionale, e mettere nel proprio bagaglio un’esperienza intensa, interessante e di crescita personale.
Alessia Fortuna
30 aprile 2023