Recensione dello spettacolo Hyperion in scena al teatro Vascello di Roma dal 1 al 2 dicembre 2015.
Gli spettatori prendono posto nella sala Nanni del Teatro Vascello di Roma mentre sul palco il performer Jonathan Schatz sistema intorno a se, nella calma più totale formando un cerchio, bastoni bianchi di differenti misure. Ai lati della scena, in penombra, due musicisti seduti su delle sedie.
Come scrisse Bruno Maderna “Hyperion è il poeta che vive incompreso nel mondo e a sua volta non comprende il mondo circostante”. Il performer inizia a raccontarsi e traccia le sue parole con un gesso bianco ripercorrendo più volte il perimetro della circonferenza di cui lui stesso è il centro, come se stesse delimitando il suo mondo. Descrive se stesso in un'analisi spasmodica, in una continua misurazione, in un diario fisico e anatomico compulsivo.
Questo è l'ineluttabile destino di Hyperion che Bruno Maderna trasse dal romanzo di Hölderlin; per la sua natura stessa di parabola dell'eterna tensione dello spirito poetico e che la compagnia Muta Imago ha portato sulla scena romana.
Iperione, colui che sta al di sopra, è un epiteto del dio del Sole, ma è anche il Titano ribelle a Zeus padre dello stesso Helios, avo di Circe e Medea. È ribelle, è potente, ha in sé luce e mistero, è sempre proteso verso un'altezza irraggiungibile, la sua dimensione è superiore, ma la sua ascesa è destinata a non toccare mai una meta. Al di sopra, sempre al di sopra è il suo destino solitario.
Le registrazioni delle esecuzioni passate dell’Hyperion eseguite da Maderna mentre era in vita, si mescolano poi con il riverbero del flauto di Karyn de Fleyt e la voce sopranile di Hanne Roos che collegano la piéce alla realtà.
Dal fondale emerge un telo bianco tondo nel quale inizialmente vengono proiettati uccelli, mentre in seguito il telo si trasforma in una gigantesca luna. I movimenti del performer diventano instabili, cambia spesso appoggi, sembra che la gravità lo schiacci e la luna lo sovrasti. Ritorna in piedi e disegna una figura umana sulla luna, come se volesse lasciare un segno di sé nell’universo che lo circonda e dal quale al tempo stesso è separato.
Crea dei cerchi con il gesso a terra tracciando la sua dinamica di movimento, cerchi che da molto ampi iniziano a diventare sempre più piccoli; la maestosità della luna si percepisce sempre di più, tanto che il performer si crea un riparo con i bastoni che fungono da perimetro: si rannicchia all’interno ma improvvisamente si rompono in tanti pezzi, come fossero di vetro.
Il suo mondo inizia a ruotare costantemente, accompagnato dalla delicata voce della soprana, luci notturne fanno capolino sulla scena, sono un gruppo di speleologi che con il loro intervento pongono fine alle tenebre e alla lotta per “un posto nel mondo”, perchè infondo Hyperion di Maderna è una sfida, tra il protagonista e la realtà che lo circonda.
Alessia Fortuna
3 dicembre 2015
informazioni
Teatro Vascello
Hyperion
Ideazione e spazio scenico Muta Imago
Regia Claudia Sorace
Drammaturgia musicale Riccardo Fazi
Performer Jonathan Schatz
Musica di Bruno Maderna
Arrangiamenti musicali e live electronics Juan Parra Cancino
Flauto Karin de Fleyt
Soprano Valérie Vervoort
In scena dal 1 al 2 dicembre 2015