Recensione della mostra alle Scuderie del Quirinale Favoloso Calvino. Il mondo come appare. Carpaccio, De Chirico, Gnoli, Melotti e gli altri. dal 13 ottobre 2023 al 4 febbraio 2024
Appena ci addentriamo nelle sale delle Scuderie del Quirinale si rimane immediatamente colpiti dallo sguardo enigmatico, dall’espressione intimidita, dall’ atteggiamento taciturno di Italo Calvino: le foto dislocate lungo tutto il tragitto e i ritratti collocati nella sezione 4 così come le video interviste presenti a metà percorso suggeriscono un’immagine meno consueta dell’autore a cui è dedicata la mostra. Uno degli autori più prolifici del secolo passato, dotato di un’inesauribile ispirazione e creatività, sembra infatti quasi stridere con un’esteriorità che comunica estrema riservatezza. La scrittura calviniana, il leit motiv di queste sale, è diventata quindi lo strumento privilegiato per dar voce alla sua interiorità così complessa, sfaccettata, fantasiosa che anela ad una libertà assoluta, senza restrizioni. Ed è la libertà un’inderogabile necessità della sua anima, manifestata chiaramente durante l’esperienza come partigiano e la successiva partecipazione attiva al P.C.I., di cui è testimone la sezione 3 della mostra corredata dalla presenza di alcune edizioni iniziali del Sentiero dei nidi di ragno e dalle drammatiche e intense chine su carta di Vespignani che raffigurano momenti tragici della sorte dei combattenti partigiani. Disposta al centro della stanza invece l’opera di Giuseppe Penone: un tronco decorato ai bordi, con varie diramazioni, che nella sua semplicità, essenzialità, asprezza, assume il ruolo di correlativo oggettivo dell’avventura di Pin, il giovanissimo protagonista del Sentiero dei nidi di ragno, e di tutto il frangente storico della Resistenza.
Richiama inoltre il mondo vegetale, elemento costante dell’immaginario calviniano con significati sia oggettivi che simbolici. La prima sezione del percorso è infatti inaugurata dall’installazione di Eva Jospin Foret Palatine che realizza l’immagine di una foresta: come ci suggeriscono le didascalie a corredo delle opere, nessun elemento è più emblematico nella produzione di Calvino come l’albero. Nella sezione 5 il focus è posto sugli aspetti complessi e a volte apparentemente agli antipodi della fantasia calviniana: da un lato ci troviamo dinanzi all’Arazzo Millefiori di Pistoia posta a simboleggiare i personaggi fiabeschi del mondo cavalleresco; dall’altro le immagini della Torino industriale, come richiamo alla contemporaneità che l’autore non perde mai di vista come nel caso delle novelle Macovaldo, in cui addirittura è un anticipatore e un pioniere delle attuali istanze ecologiste. L’ultima sezione della prima parte del percorso termina evidenziando un rapporto biunivoco tra scrittura e immagini, ossia quanto lui sia stato ispirato da un repertorio iconografico esterno come nel caso di Picasso e Klee e quanto lui a sua volta abbia influenzato gli acquerelli di Pedro Cano sulle Città invisibili, il «Veridico ritratto del signor Palomar» di Daniel Maja, Calvino di Richard Serra: una mente visionaria che ha interagito con altre personalità visionarie.
Nella seconda parte del percorso prende vita un carosello di forme e colori grazie a imponenti opere: la mappa lunare di Gian Domenico Cassini e la rappresentazione del Mediterraneo del trecentista Opicino de Canistris, di cui si parla in Collezione di sabbia all’interno della sezione 7 dedicata all’astronomia, alla cartografia e alla geografia; la grande scacchiera di Enrico Baj e la suggestiva raffigurazione urbana dalle atmosfere oniriche di De Chirico collocate nella sezione dedicata alle Città invisibili; le creazioni molto apprezzate da Calvino di Domenico Gnoli. Si è scelto di concludere il tragitto espositivo con un’area dedicata a Se una notte d’inverno un viaggiatore col il tema del cominciare e del ricominciare che più sottilmente ci dà l’idea di una vita interrotta improvvisamente, un cantiere aperto su molteplici progetti di cui Le lezioni americane pubblicate postume costituiscono solo una minima parte.
Cospicuo e dettagliato risulta l’allestimento sull’operato di Calvino: numerose le sezioni che indagano gli aspetti più significativi dell’esistenza impegnata dell’autore. Notevole e suggestiva l’idea di associare arti figurative, installazioni e scrittura. Linguaggi variegati hanno dialogato tra loro come il fumetto, la caricatura, la china su carta, la pittura, le installazioni, la fotografia, i ritratti che rimandando alle tematiche principali della produzione calviniani e ai momenti emblematici della sua biografia. L’esposizione ha seguito principalmente una linea cronologica, anche se i rimandi e gli echi tra le sezioni diverse sono numerosi. Le didascalie precise e puntuali introducono alla comprensione delle opere e offrono estratti delle riflessioni politiche, letterarie, umane dell’autore. Un’illuminazione efficace ha consentito al pubblico di poter godere al meglio dei materiali disposti nelle sale caratterizzate da un intenso flusso di visitatori.
Mena Zarrelli
23 ottobre 2023