Recensione della mostra Etere – Fabio Lo Re dal 7 al 21 aprile presso la Stanza dello Scirocco
Forse perché la splendida posizione e l’invidiabile panorama paiono del tutto casuali, tanto l’urbanistica della città non li valorizza, ma a Messina sembra che la bellezza fatichi sempre un po’ a spuntare: lo sanno bene i pochissimi monumenti scampati a terremoti e a bombardamenti, lo testimoniano gli enormi sforzi con cui la rara offerta autenticamente culturale deve farsi strada per le vie e gli spazi di un ambiente per lo più disinteressato. Eppure anche qui qualcosa accade: prova ne è la mostra fotografica Etere di Fabio Lo Re, giovane artista prematuramente scomparso che torna nella sua città attraverso le opere ospiti della Stanza dello Scirocco fino al 21 aprile 2018.
“Di giorno non vedo l’ora che arrivi la notte, così chiudo gli occhi e riscopro tutto un mio alfabeto visivo”: una dichiarazione che appare chiara a chiunque si ponga di fronte a una delle 12 fotografie esibite all’interno dell’associazione culturale di via del Vespro 108. Gli oggetti ritratti da Lo Re sono piccoli ricordi appartenuti alla sua famiglia da almeno 150, mescolati ad altri acquistati in mercatini dell’usato o avuti in prestito dagli amici: a tutti riserva lo stesso trattamento, immergendole nel buio per ricercarne la luce puntandogliene una. La sua ricerca è intima, quasi che il fascio luminoso puntato su quelle minuscole forme – rese grandi dall’attenzione ad esse riservata – rinnovi il celebre interrogativo: “perché non parli?” E il risultato diviene, per incanto e perizia, particolarmente eloquente: le opere di Fabio Lo Re raccontano di chi si è immerso nell’oscurità per trarne fuori tutta l’appariscenza residua, riflessa su superfici familiari eppure esotiche.
“Per quanto riguarda la luce si evolve sempre sulla strada dei LED, anche se sarebbe meraviglioso poter intrappolare quella naturale allo stesso modo… credo impossibile”: la sua macchina fotografica analogica, la sua pellicola, le stampe da lui personalmente curate raccontano questa utopia e regalano a chi guarda una scintilla di significato, a cui attingere in base alle proprie esperienze e sensibilità. Allestita con efficace semplicità dalle due curatrici, Angelica Oliva e Barbara Lanza, la mostra rappresenta un autentico regalo a Messina: la speranza è che chi ci vive ricambi con la propria partecipazione.
Cristian Pandolfino
14 aprile 2018
Informazioni
Ingresso libero
Dalle 16.30 alle 20.30, tutti i giorni, domenica esclusa, Stanza dello Scirocco via del Vespro 108 - Messina
Tel. 090.2408322
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