Dal 1988, il 1 dicembre è indetta la Giornata mondiale contro l’AIDS, voluta dall’ONU, per sensibilizzare la coscienza collettiva riguardo la sieropositività. Parlare di come si sparse questa pandemia sarebbe futile. Molti film invece hanno affrontato quali furono le conseguenze per coloro che ne furono vittime. Uno dei film (forse il primo) che lo affrontò e aiutò nella sensibilizzazione dell’argomento fu “Philadelphia” di Jonathan Demme del 1993.
Siamo nella città del titolo agli inizi degli anni ’90. Andy Beckett (Tom Hanks) è uno tra i più brillanti avvocati di un prestigioso studio legale, rispettato e avviato ad una splendida carriera. Andy convive con Miguel (Antonio Banderas) suo compagno anche di vita, in armonia con amici e famigliari. Un giorno però , un collega di Andy si accorge, sulla fronte di quest’ultimo, una papula significativa, segnale distintivo dell’AIDS.
Nonostante lo studio avesse affidato ad Andy una causa importante e questo ci si impegni con tutte le sue forze, che cominciano a peggiorare sempre più, i soci, spaventati “dalla novella peste” e non tollerando un omosessuale nel loro ambiente, decidono di licenziarlo “per giusta causa”. Il giovane decide allora di citare in giudizio i suoi ex datori di lavoro per discriminazione.
Ad aiutarlo in questa battaglia sarà Joe Miller (Danzel Washington), afro americano e carico di pregiudizi nei confronti degli omosessuali. Durante il processo e l’aggravarsi delle condizioni di Andy, Joe non solo dimostrerà le sue abilità lavorative ma comprenderà che i pregiudizi sono solo fumo negli occhi.
Vincitore del primo Oscar come Miglior Attore a Tom Hanks, il film ricevette anche quello alla Miglior Canzone, cioè Streets of Philadelphia, cantata da Bruce Springsteen. La scelta del cantante fu del regista: sperava infatti che potesse portare dietro sé un pubblico non abituato alle tematiche del film.
Celebri molti rifiuti per il ruolo di Andy. La prima scelta fu Daniel Day Lewis, poi si fecero anche i nomi di Michael Keaton e Andy Garcia, ma la spuntò Tom Hanks, che per entrare nel personaggio perse ben 14 kg.
Il tema dell’AIDS non è solo centrale nella sceneggiatura, ma circonda tutto il film. La storia è tratta infatti dalla vera vicenda dell’avvocato Geoffrey Bowers; mentre, tra le comparse, ci furono ben 53 uomini realmente malati di AIDS, di cui 47 non videro mai l’uscita nei cinema.
Curiosità cinefila vuole invece che, durante la cerimonia degli Oscar, Tom Hanks dedicò il premio ad un suo professore e a un suo compagno di classe, parlando apertamente della loro omosessualità. La vicenda stuzzicò la mente dello sceneggiatore Paul Rudnick, che da lì a breve fece iniziare nello stesso identico modo un’altra celebre commedia quale “In & Out”.
Un film, infine, che ci ricorda quanto sia sbagliata qualunque forma di discriminazione perché, la cui definizione viene magnificamente detta da Joe nella pellicola:
«il formulare opinioni sugli altri non basate sui loro meriti individuali, quanto alla loro appartenenza ad un gruppo con presunte caratteristiche».
Francesco Fario
3 dicembre 2023