#recensione Quello Che Non So Di Lei, regia di Roman Polanski
Delphine, scrittrice di fama internazionale, soffre di depressione per la partenza dei figli e la poca presenza del suo compagno, impegnato in un lavoro per la televisione. Ha inoltre il blocco dello scrittore e non ha idee per un nuovo libro da molto tempo. Al firma copie di un Romanzo dedicato a sua madre, che viene annoverato tra i migliori della sua bibliografia, la protagonista incontra Leila/Lei. Delphine, stanca, depressa e spossata negherà a quest'ultima l'autografo sul libro e opterà per una serata in un locale al fine di riuscire a distrarsi dalla solitudine e l'angoscia che la circondano. Proprio qui incontrerà nuovamente Lei, che dichiarerà essere una Ghostwrtiter.
Alla fine, dopo una serata passata a bere e parlare, farà una dedica al libro per, in qualche modo, scusarsi circa l'episodio di poco prima. Inizieranno un'amicizia molto profonda: Leila è, infatti, l'unica capace di comprendere l'animo distrutto di Delphine, seppur inizialmente vi sia qualche lieve attrito per le grandi differenze di carattere tra le due. Leila è energica, potente, incoraggiante, briosa mentre Delphine è più calma, attenta, riflessiva.
Entrambe sono accomunate da una grande solitudine e, la scrittrice, conoscerà un breve periodo di felicità interrotto proprio da Leila poiché quest'ultima inizierà a sviluppare una vera e propria ossessione per Delphine, organizzando la sua vita passo dopo passo, incalzandola per scrivere il suo "libro nascosto", un libro che racconti la storia della sua vita e soprattutto organizzando la sua vita sociale. Nel frattempo, però, la donna dovrà fare i conti con delle lettere anonime che la accusano accusano di aver svelato, nel Romanzo, dei particolari sulla sua famiglia che avrebbero dovuto rimanere privati. Stroncato, a nostro parere, ingiustamente dalla critica, il film racconta in modo convincente la storia di un'amicizia che sfocia nell'ossessione. Diretto da Roman Polanski, basato sul Romanzo "da una storia vera" di Delphine de Vigan, Quello Che Non So Di Lei è un discreto thriller psicologico, non tra i migliori del regista ma nemmeno il peggiore.
La pellicola vanta una regia consapevole, un buon lato tecnico, una tensione non sempre presente, eccezion fatta per gli ultimi, folli, 30 minuti di film i quali altro non sono che un crescendo di sensazioni e domande. È inoltre molto interessante vedere come il regista metta in gioco delle tematiche a lui care, come l'ossessione, la tensione e il mistero, riuscendo comunque a cambiare di volta in volta sia la modalità sia la messa in scena. Le interpretazioni sono magistrali. Emmanuele Seinger ha lavorato in una buona parte della filmografia di Polanski, basti citare luna di fiele, la nona porta e venere in pelliccia. Qui, la Seinger, da una prova splendida nel ruolo di Delphine. L'ex Bond Girl Eva Green, d'altro canto, ci regala una delle interpretazioni più inquietanti della sua carriera e il risultato finale è memorabile.
I lati negativi sulla carta erano tanti, a partire dalle pessime critiche, ma noi abbiamo trovato gli unici punti deboli del film nel finale poiché purtroppo non tutte le domande trovano risposta e appare, agli occhi dello spettatore, fin troppo frettoloso. Poi, con nostro grande dispiacere, abbiamo constatato un abuso di lievi cliché che rendono alcune parti di film piuttosto prevedibili. Ultima nota dolente della pellicola è il rovescio della medaglia di un punto a favore.
Se infatti è presente una regia consapevole dall'altro lato, però, non viene dato il giusto risalto alla mano di Polanski, eccezion fatta per l'ultima mezz'ora di pura e semplice follia. Sebbene sia molto interessante ciò che vediamo su schermo, noi de La Platea non abbiamo individuato il Polanski de la nona porta, luna di fiele, il bellissimo Venere in pelliccia o anche l'intrigante l'uomo nell'ombra. In conclusione Quello Che Non So Di Lei è un thriller raffinato, interessante ma che in alcune occasioni da un certo senso di "déjà vu". Si sarebbero potute aggiustare non poche lacune anche se, comunque il film risulta molto godibile, avvincente e perfetto per trascorrere un'ora e cinquanta minuti.
Voto 8--
Nicolò Ferdinandi
8 marzo 2018