Recensione del film BRUTTI E CATTIVI di Cosimo Gomez con protagonista Claudio Santamaria
Brutti e cattivi – 01 Distribution – Italia – 2017 – 90 min.
“ La molecola che sta alla base del film è l’uguaglianza. Ogni essere umano può essere cinico, cattivo e spietato.”
Con queste parole il regista Cosimo Gomez presenta la sua prima opera cinematografica. E ne ha ben ragione, visto che i protagonisti del film sono un gruppo di disabili e cialtroni, un ammasso di “diversamente ladri” pronti a tutto per accaparrarsi quattro milioni di euro.
Brutti e cattivi è la storia de Il Papero, (Claudio Santamaria) senza gambe, sua moglie Ballerina, (Sara Serraiocco) senza braccia, il Merda,(Marco D’Amore) completamente rimbambito dalle droghe e Plissè,(Simoncino Martucci) nano scassinatore, che si improvvisano rapinatori per il colpo che potrebbe cambiare le loro vite.
Dopo il colpo però le cose cambiano, la smania di avere tutto complica i piani della banda e ognuno tenterà di fregare gli altri senza pietà, tra tradimenti incrociati e esecuzioni sanguinose.
Il film, una dark comedy che strizza l’occhio a Tarantino nello stile di regia, parte sicuramente da un’ottima idea, ma l’ostentazione al diverso e al caso particolare che scandalizzi il pubblico in nome della messa in dubbio del politically correct è troppo ostentata, quasi ridondante.
Anche lo stile, volutamente più vicino al cartoon che alla storia reale paga la tassa di essere già visto (non vorremo ora, che dopo Lo chiamavano Jeeg Robot questo fosse il nuovo e unico filone del cinema all’italiana).
Non mancano comunque delle scene interessanti. La festa da ballo di Halloween è sicuramente uno dei momenti migliori del film, insieme alla scena con i cinesi, così come ci sono alcuni spunti simpatici, ma niente di veramente innovativo (il taglio del braccio per esempio).
Tra gli attori spiccano sicuramente l’ottima prova di Claudio Santamaria e della giovane Sara Serraiocco, mentre Marco D’Amore nemmeno così mascherato e quasi muto riesce a convincere.
Raccontare la periferia italiana, che sia Roma o Napoli, ormai sta diventando un classico di questa nuova generazione di registi italiani, purtroppo la misura sembra già colma.
E per cortesia lasciamo stare gli omaggi o i paragoni con il Brutti, sporchi e cattivi del Maestro Ettore Scola.
GRAZIE.
Marco Baldari
19 ottobre 2017