Domenica, 24 Novembre 2024
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ELOGIO A LYNCH 2 – UNA STORIA VERA

The Straight Story – Una Storia vera – USA,Canada – 1999 – 122min.

È appena terminata la serie evento della stagione. Twin Peaks – The return.
Attesa più di 25 anni, non ha deluso i fan più accaniti e confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, il genio di David Lynch.
Ora, quindi, come da copione è tutto un incensare in regista di Missuola. Magari riproponendo in tv la sua filmografia o a forza di citazioni delle sue pellicole più sperimentali e oniriche.

In questo articolo invece vorremmo si, anche noi, elogiare Lynch, ma con uno dei suoi film spesso troppo poco considerato: The Straight Story – Una Storia vera.
Tratto appunto da un fatto realmente accaduto negli Stati Uniti, il film racconta la storia di Alvin Straight, un contadino dell'Iowa che nel 1994, a 73 anni di età, intraprese un lungo viaggio a bordo di un trattorino rasaerba per andare a trovare il fratello reduce da un infarto.
Il film un road movie a tutti gli effetti è però cosi importante, soprattutto nella filmografia di Lynch perché manca di tutte quelle “caratteristiche” che rendono il cinema del regista americano così apprezzato e subito riconoscibile.
Ci si trova di fronte a una storia lineare (come da titolo!), senza quei momenti di meta cinema tanto cari a Lynch. Non ci sono cattivi, nel suo lungo viaggio il protagonista incontra solo persone ben disposte ad aiutarlo. Ed il finale è anche speranzoso emozionante quasi lacrimevole, tanto che ci si chiede se sia veramente un’opera di David Lynch.
Ma ad un lettura più profonda le cose cambiano.
È si vero che Alvin incontra solo personaggi buoni, ma li incontra in una maniera molto particolare.
Il suo primo incontro è una ragazza molto giovane appena scappata da casa, passa poi ad un gruppo di giovani che gli chiedono il senso della vita (Quale è la cosa peggiore della vecchiaia? La cosa peggiore della vecchiaia è il ricordo di quando eri giovane), trova aiuto in un gruppo di persone grandi e finalmente arriva dal fratello, anche lui un over 70.
In questa storia quasi banale, cosi lineare e senza grandi artifizi, Lynch ci parla della vita, delle sue fasi, del tempo che scorre.
Non c’è il male? Il male è la strada che Alvin Straight percorre su un tosaerba per espiare la sua colpa: andare a fare pace con il fratello, con cui sono 10 anni che non parla e non ricorda nemmeno più il motivo.
Anche senza troppi voli pindarici Lynch riesce a regalarci una vera e propria opera d’arte.
Menzione speciale per la meravigliosa colonna sonora di Angelo Badalamenti.

Marco Baldari
5 ottobre 2017

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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