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Premessa d’obbligo
Sorrentino per il cinema italiano è stato una benedizione. Non c’è dubbio. Come non è in dubbio che sappia fare il suo lavoro in maniera eccelsa. Estetica riconoscibile, storie interessantissime e personaggi che, ormai da anni, non popolavano il mondo della settima arte italiana.
Recensione (delle prime 2 puntate) della serie televisiva “ The Young Pope” – Sky Atlantic
È finalmente iniziata la serie televisiva diretta dal premio Oscar Paolo Sorrentino, “ The Young Pope”. Finalmente, perché dopo un bombardamento mediatico degno del miglior blockbuster americano, era arrivata l’ora di vedere cosa il nostro regista più incensato ci aveva regalato.
La serie racconta la storia del primo Papa americano, il giovane Pio XIII. Corredata ovviamente da tutti gli intrighi e i giochi di potere annessi. Fino a qui tutto bene. Ma come i più maligni temevano, ci si è trovati di fronte a un prodotto tutt’altro che innovativo. Si è ormai perso il conto di quante siano le storie di Sorrentino cosi. Ben venga per le prime (si legga la premessa), ma l’ennesima trama corredata da dialoghi e frasi prese direttamente dai baci perugina, o dal grande libro delle citazioni, veramente non se la merita nessuno. Soprattutto perché in una serie, la sequela delle “frasi a effetto”, che finiranno direttamente sui social, corredata dall’opportuna gif, non ha termine. Sembra a tratti di essere dentro una candid camera, dove ci si aspetta da un momento all’altro lo stop del regista e le risate del pubblico. Invece purtroppo no.
Inutile incensare le tante cose positive che ci sono (si legga la premessa), ma se il metro di giudizio è “meglio questo, perché prima c’era Nonno Libero”, o gridare al capolavoro perché “ha fatto il 45% di share in più di Gomorra” allora vale tutto. Se una buona critica va fatta, vale la pena focalizzare le attenzioni su quegli aspetti, di un prodotto confezionato in maniera perfetta, ma che certamente perfetto non è . In uno dei tanti “illuminanti” dialoghi, Jude Law ci illustra quali siano gli artisti più importanti degli ultimi 20 anni. Per il cinema viene menzionato Stanley Kubrick. Giustissimo. Non solo però per il motivo che dice il protagonista, quello cioè di essersi reso invisibile e aver cosi accresciuto la sua aurea, ma anche e soprattutto perché il buon Kubrick nella sua pur non lunghissima filmografia, e senza mai rinunciare alla sua estetica, ci ha lasciato una serie di capolavori , tutti differenti tra loro. Vale infine la pena ricordare ai tanti entusiastici estimatori della serie di Sorrentino, che basterebbe aprire internet, per scoprire che le serie stanno vivendo la loro stagione d’oro. I Coen, Scorsese, Spielberg, solo per citarne alcuni, sono i registi che si sono spesi in questa avventura. Con prodotti che, provare per credere, sono si, una ventata di vera novità.
Ultima considerazione. Vedere un’opera del genere, doppiata con i piedi, è veramente la cosa più triste. Ad essere onesti, Sorrentino, nella conferenza stampa di presentazione, ha consigliato la visione in lingua originale con i sottotitoli, cosi come suggerito da sempre dai puristi del cinema.
Ecco, questa di citazione di Sorrentino, ci sentiamo vivamente di condividerla.
Marco Baldari
29/10/2016