Una stagione “normale”. L'attributo oggi più ambito e chimerico è stato quello prescelto da Gigi Proietti per descrivere la 17a stagione del Globe Theatre, presentata nella conferenza stampa tenutasi presso il Teatro Argentina. Una stagione che inizia in ritardo, a causa del prolungarsi per il lockdown degli usuali lavori di manutenzione della struttura, ma che così, normale appunto, è stata fortemente voluta dal suo Direttore Artistico.
Il programma anzi, proseguendo un percorso iniziato nelle ultime stagioni, prevede, oltre a spettacoli di consolidato successo, messe in scena di diverso registro o addirittura sperimentali, oltre a progetti che allargano l'attività del Teatro di Villa Borghese verso nuovi orizzonti, comunque sempre imperniati intorno all'opera del Bardo.
Esempio di questo cammino in nuovi territori è lo spettacolo di esordio, Venere e Adone, in scena dal 29 Luglio al 2 Agosto. La riproposizione sulla scena teatrale del poema più popolare dell'età elisabettiana ha innanzitutto una connessione diretta con il presente periodo storico: l'opera fu infatti composta da Shakespeare durante la pestilenza del 1593, che afflisse Londra e costrinse i teatri alla chiusura. Trasformare la poesia in azione teatrale e raccontare l'eros con i limiti attualmente imposti al contatto fra gli attori, sono le sfide che il regista Daniele Salvo ci propone.
Parallelamente Marco Carniti terrà un laboratorio incentrato sull’altra opera in versi scritta da Shakespeare in quel periodo, “Lo stupro di Lucrezia”. Una diversa, tragica declinazione dell’eros, la cui drammatica attualità è denunciata nel titolo scelto dal regista per l’iniziativa: Lucrezia 1594/2020.
Come ormai è tradizione, il cartellone di Agosto, dal 6 al 23, viene dominato dalla ennesima riproposizione dello spettacolo che meglio rappresenta la produzione del Globe, Il sogno di una notte di mezza estate. Uno spettacolo divenuto ormai un classico e che viene ritenuto da Proietti un vero e proprio portafortuna; paradigmatico di quello che può definirsi “il modello Globe” e capace di portare davanti al palcoscenico del teatro di legno centinaia di migliaia di romani, accostandoli, magari per la prima volta, all’opera del grande drammaturgo.
Un intermezzo, in programma l'11 e il 12 Agosto, è lo spettacolo Canzoni, dove Germano Mazzocchetti ripropone i brani composti durante una pluridecennale carriera a servizio del teatro.
Il programma del Globe quest'anno però raccoglie anche spettacoli di altra provenienza e tipologia, oltre che di consolidato successo, denunciando l'intenzione della Direzione Artistica di trasformare il Teatro di Villa Borghese in un baricentro della cultura shakespeariana.
Andrà in scena quindi (il 18 e 19 Agosto e il 15, 16 e 22 settembre) Le opere complete di Shakespeare in 90 minuti, testo inglese che debuttò all’Edinburgh Festival Fringe nel 1987, replicato con immutato successo per 9 anni di seguito nei teatri londinesi e già visto anche sulle scene italiane. Uno dei protagonisti, Lorenzo Degli Innocenti, ha sottolineato la volontà di riprendere l'aspetto parodistico della stesura originale, puntando sulla fisicità e sulla vulcanicità della performance attoriale.
Verrà inoltre riproposto, dal 2 al 6 Settembre, Shakespea Re di Napoli, il testo di Ruggero Cappuccio, più e più volte rappresentato nei teatri di tutta Italia, durante i 25 anni trascorsi dalla sua prima.
Dall'11 al 27 settembre è la volta di La dodicesima notte, spettacolo nuovamente in linea con la più tradizionale produzione del Globe. Nel suo intervento la regista Loredana Scaramella ha specificato come questo testo, incentrato sul concetto di tempo sospeso, sia quanto mai vicino alla recente esperienza del lockdown, da cui si può cercare di trarre un’eredità positiva nel recupero dell'otium, come tempo vuoto da colmare con la riflessione.
Iniziativa di cui si è sottolineata l'importanza, in particolare nell'intervento del Direttore Artistico del Teatro di Roma Giorgio Barberio Corsetti, è la collaborazione con l'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'Amico. Dal 27 al 30 Agosto, gli allievi dell'ultimo anno, nel momento di transizione dalla condizione di studenti a quella di professionisti, presenteranno (regolarmente stipendiati come, appunto, professionisti) uno studio su I due gentiluomini di Verona, per la regia di Andrea Baracco, nella traduzione di Vincenzo Cerami e con le musiche di Nicola Piovani.
L'offerta variegata teatro di Villa Borghese non dimentica i bambini, con due testi scritti appositamente per loro da Gigi Palla: Riccardino III e Le tre Streghe di Macbeth.
La conferenza stampa è stata occasione anche per riflessioni di carattere più generale sulla situazione attuale dell’attività teatrale, fortemente messa alla prova dai recenti accadimenti. È stato lo stesso Gigi Proietti a farsi portavoce di pesanti interrogativi, affermando che questo tempo di arresto deve indurre a una riflessione seria. Ha senso continuare a fare teatro, così come è stato concepito sin d’ora? Il teatro può essere ancora oggetto di imprenditoria? La risposta del Maestro è stata netta: il teatro non è un business, ma sono le istituzioni a dover sostenere quello che è un patrimonio comune della società. Istanza che, quanto meno nelle intenzioni, è stata recepita dal vice sindaco di Roma Luca Bergamo, presente alla conferenza. Non è mancato lo spazio per l’ironia, solleticata dalle domande sulle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria: “L’unico modo per abbracciarsi in scena è fare gol”, ha alluso causticamente Proietti.
In conclusione piace ricordare l'intervento di Claudia Balboni, protagonista del Sogno di una notte di mezza estate. Chiamata a presentare ancora una volta lo spettacolo e a commemorare il compianto regista Riccardo Cavallo, l’attrice, con voce rotta, ha concluso il suo toccante intervento con un’affermazione che, quest'anno, prende un significato diverso e altamente simbolico: “Ci siamo ancora”. Anche noi.
Valter Chiappa
24 luglio 2020