Il romanzo “I fratelli Karamazov” è uno dei libri più conosciuti, amati e discussi della storia della letteratura mondiale. Ultima opera di Fëdor Dostoevskij, questo continua ad ispirare e a ricevere omaggi. In questi mesi troviamo a teatro una sua riproposizione ad opera della Compagnia Mauri Sturno, in coproduzione con il Teatro della Toscana, con Glauco Mauri in scena tra i protagonisti e la regia di Matteo Tarasco. Il regista ha rimarcato la necessità di rileggere e mettere in scena quest’opera di Dostoevskij, un libro che “ci restituisce il coraggio di essere nuovamente eloquenti e profondamente umani”.
L’opera ruota intorno le vicende della famiglia Karamazov, una famiglia straziata da un conflitto interno atroce, che porterà all’assassinio di Fëdor Pavlovič Karamazov, il capofamiglia. Si scontrano accesissime passioni, diverse attitudini e opposte visioni del mondo. Il tormento, la colpa e il dubbio pervadono le coscienze dei coinvolti nel misfatto. Tutti si scoprono in qualche maniera compromessi, legati in modo indissolubile dal rapporto di sangue che li lega l’un l’altro, condannati dal nome Karamazov. Come si legge nel XI capitolo del libro: “Karamazov è appunto una natura dalle due facce, dai due abissi, che anche durante la più irrefrenabile delle baldorie potrebbe fermarsi d'un tratto se qualcosa dall'altro lato lo colpisse”.
Il romanzo è stato pubblicato sul “Messaggero Russo” tra il gennaio del 1879 e la fine del 1880, pochi mesi prima della morte di Dostoevskij. Uso letterario molto diffuso all’epoca era quello di pubblicare romanzi a puntate, generando crescente attesa nell’animo dei lettori, che aspettavano con trepidazione l’uscita periodica della rivista per leggere un nuovo capitolo.
Nei decenni successivi l’intreccio di amore, gelosia, passione, di spiritualità e di sofferenza della famiglia Karamazov ha sedotto anche il cinema e la televisione. Nel 1953 Jacques Copeau ha scritto una riduzione teatrale del romanzo, articolata in cinque atti, portata sul palco dal Teatro Stabile di Via Manzoni di Milano. Già all’epoca Glauco Mauri era nel cast, insieme a Memo Benassi, Lilla Brignone, Gianni Santuccio e Enrico Maria Salerno. In Italia ha riscosso molto successo anche lo sceneggiato televisivo RAI andato in onda nel 1969, diretto da Sandro Bolchi.
L’opera del romanziere è molto vasta e complessa. Dostoevskij è passato alla storia per grandissimi romanzi come “Delitto e Castigo”, “L’Idiota” e i “Demoni”. Ha scritto anche romanzi più brevi, capaci tuttavia di toccare le vertigini dell’umano, come ad esempio “Memorie dal sottosuolo”. Nella sua produzione troviamo opere eccellenti, ma al contempo tormentate e scritte in tutta fretta, una su tutte, “Il giocatore”, romanzo ispirato dall’esperienza diretta dello scrittore al casinò di Baden-Baden. Tanti sono pure i racconti, come “Il sogno di un uomo ridicolo”, “La mite” e il celeberrimo “Le notti bianche”, testo ambientato in un’onirica Pietroburgo illuminata dal “sole di mezzanotte”.
Viene portato in scena un nuovo adattamento dei Fratelli Karamazov, frutto di una lunga rielaborazione del testo originale direttamente ad opera del regista e di Glauco Mauri, che più volte si è misurato con i testi del romanziere russo. L’attore ha ottenuto uno dei suoi primi successi a 22 anni, proprio interpretando il servo Smerdjakov in una riproposizione dei Karamazov diretta da Andrè Barsacq. Oggi interpreta il padre, Fëdor Karamazov. Accanto a lui c’è Roberto Sturno, che incarna Ivan Karamazov, la tormentata voce intellettuale della famiglia. La compagnia Mauri Sturno ha già affrontato Dostoevskij, portando sul palco due capolavori come “L’idiota” e “Delitto e Castigo”. Glauco Mauri dichiara che Dostoevskij, Shakespeare e Beckett sono stati i tre grandi autori che lo hanno aiutato a capire la vita. Dice dello scrittore russo: “Dostoevskij mi ha fatto capire la magnifica responsabilità che ha l’uomo di comprendere l’uomo”.
Attualmente la tournée è ancora in via di definizione. Lo spettacolo è stato già portato con grande successo al Teatro Verdi di Pordenone e al Teatro della Corte di Genova. Da 18 al 19 febbraio 2020 la compagnia sarà al Teatro Sociale di Bellinzona, dal 3 al 15 marzo 2020 al Teatro Strehler di Milano, dal 20 al 22 marzo al Teatro Ariosto di Reggio Emilia e dal 23 al 25 marzo a Udine al Teatro Nuovo Giovanni da Udine.
redazione
19 febbraio 2020