Dal 20 al 24 febbraio in scena al Teatro Torlonia STORIA DI UN’AMICIZIA, creazione di Fanny & Alexander, che torna alla letteratura dedicando una tetralogia alla scrittrice più chiacchierata del nostro paese, Elena Ferrante. Un progetto che parte dal più famoso dei suoi libri, L’amica geniale, pubblicato da Edizoni E/O, che inaugura il fortunato ciclo di romanzi attorno all’amicizia di Elena Greco e Raffaella Cerullo, detta Lila. Da un’idea di Chiara Lagani, che firma anche la drammaturgia, e Luigi De Angelis, che firma la regia, il progetto sonoro e il light design, si sviluppa il racconto di una relazione amicale fra le due protagoniste, seguendo passo dopo passo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i sentimenti, le condizioni di distanza e prossimità che nutrono nei decenni il loro rapporto. Uno spettacolo a due voci che si fa teatro corale, contenitore di personaggi, luoghi, situazioni.
STORIA DI UN’AMICIZIA è uno spettacolo diviso in tre capitoli: Le due bambole, Il nuovo cognome e La bambina perduta. Sul palco, le vicende di Lenù e Lila si stagliano sullo sfondo di una città/mondo dilaniata dalle contraddizioni del passato, del presente e di un futuro i cui confini feroci faticano ancora a delinearsi con nettezza. Il rapporto tra le biografie delle due protagoniste con la storia particolare della loro amicizia e la Storia di un Paese travagliato dalle sue metamorfosi si intreccia in una sorta di agone narrativo, che procede per squarci subitanei ed epifanie improvvise attraverso le loro testimonianze. Nel romanzo in quattro parti della Ferrante, Un’amicizia era il titolo del libro che raccontava, a posteriori, la vicenda del rapporto tra due donne; Storia di un’amicizia diviene qui, invece, il titolo del racconto, in forma di spettacolo, che Elena Greco (Chiara Lagani) compone a partire dalle vicende di una vita che la legano a Lina Cerullo (Fiorenza Menni), la sua amica geniale.
Nel primo tempo, Le due bambole, dedicato all’infanzia, le due amiche bambine gettano per reciproca sfida le loro bambole nelle profondità di uno scantinato nero. Quando vanno a cercarle, le bambole non ci sono più. Le due bambine, convinte che Don Achille, l’orco della loro infanzia, le abbia rubate, un giorno trovano il coraggio di andare a reclamarle. Le due attrici si fanno fisicamente attraversare dal testo di Elena Ferrante, la storia è “detta” dai loro corpi e lascerà su di loro un’impronta indelebile fino a trasformarle in una strana doppia ibrida identità, che porta su di sé l’impronta della bambina, della donna e della bambola al contempo.
Nel secondo tempo, Il nuovo cognome (diviso in due parti) succedono molte cose: Lila si sposa, acquistando un nuovo cognome che la separa irreparabilmente da una intera fase della sua vita. I signori del rione, i fratelli Solara, vogliono adoperare l’immagine di Lila in abito da sposa per realizzare un grande manifesto da appendere nel negozio di scarpe, un tempo Cerullo, ora Solara. Lila, nel disperato tentativo di riaffermare il proprio controllo su quell’immagine, e così sulla sua vita, accetta di esporla, ma solo a patto di poterla modificare. La seconda parte dello spettacolo inizia proprio con la storia di quest’immagine, che sarà spezzata, incisa, violentemente trasformata dalle amiche, divenendo uno strano, evocativo emblema della loro storia.
La terza parte, La bambina perduta, è dedicata alla maternità. Anche Elena, nel frattempo, si è sposata e ha avuto due figlie con Pietro Airota, un brillante compagno di Università. Si è allontanata dal rione per studiare e poi scrivere. Si è allontanata anche da Lila. Lila, dopo la fine del suo matrimonio, e dopo una burrascosa storia con Nino, l’antico amore di Elena, va a vivere con Enzo, compagno di scuola di un tempo. Quando Lila rimane incinta di Enzo, anche Elena è incinta, ma di Nino, ora suo amante. È forse questa maternità parallela che riattiva il legame, mai interrotto, tra le amiche. Le due bambine (Tina, la figlia di Lila, e Imma, la figlia di Elena) crescono insieme, specchio dell’amicizia tormentata delle madri. Finché un giorno, all’improvviso, Tina scompare.
Redazione
20 febbraio 2019
Informazioni
STORIA DI UN’AMICIZIA
tratto dalla tetralogia L’amica geniale di Elena Ferrante (Edizioni E/O)
ideazione Chiara Lagani e Luigi De Angelis
con Chiara Lagani e Fiorenza Menni
drammaturgia Chiara Lagani
sound design Tempo Reale/Damiano Meacci
video Sara Fgaier
lyrics Emanuele Wiltsch Barberio
percussioni Cristiano De Fabritiis
ricerca e allenamento coreografico Fiorenza Menni
regia, light design, spazio scenico, progetto sonoro Luigi De Angelis
supervisione tecnica e cura del suono Vincenzo Scorza
tecnico di palcoscenico Giovanni Cavalcoli
collaborazione al video Alessandra Beltrame, Davide Minotti e Stefano P. Testa
materiali di archivio Associazione Home Movies - Archivio Nazionale del Film di Famiglia - organizzazione e promozione Ilenia Carrone
ringraziamenti Lorenzo Gleijeses, Giorgia Sangineto, Sofia Di Leva, Andrea Argentieri
Produzione Fondazione Campania dei Festival/Napoli Teatro Festival Italia,
Ravenna Festival, E-production in collaborazione con Ateliersi
Mercoledì 20 febbraio a fine spettacolo
Incontro con la Compagnia
Chiara Lagani – Fiorenza Menni e Luigi De Angelis
modera Sarah Perruccio, Società Italiana delle Letterate
Orari spettacoli:
mercoledì 20 e venerdì 22 ore 20,00 - I parte
Storia di un’amicizia / Le due bambole (durata 55 minuti)
giovedì 21 e sabato 23 ore 20,00 - II e III parte
Storia di un’amicizia / Il nuovo cognome (durata 65 minuti)
Storia di un’amicizia / La bambina perduta (durata 45 minuti) intervallo di 10 minuti
domenica 24 ore 17,00 - I, II e III parte
I parte Storia di un’amicizia / Le due bambole (durata 55 minuti)
intervallo di 15 minuti
II parte Storia di un’amicizia / Il nuovo cognome (durata 65 minuti)
intervallo di 10 minuti
III parte Storia di un’amicizia / La bambina perduta (durata 45 minuti)
Teatro Torlonia
Via Lazzaro Spallanzani, 1A
00161 Roma RM
www.teatrodiroma.net