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Imitation of Love venerdì 15 febbraio 2019 al Teatro Florentia

Una performance in 10 round. Un testo nuovo, un'idea di teatro che Renato Cuocolo, Roberta Bosetti e Officine Papage hanno sviluppato per questo primo lavoro insieme. In Imitation of Love la struttura portante sono lettere al padre e alla madre, mai giunte a destinazione. Una confessione spietata che nasce da un grande senso di colpa.

Quello che viene qui messo in scena è un vero e proprio conflitto: uno scontro tra generazioni ambientato su un ring metaforico e reale al contempo abitato da persone/personaggi che della storia sono i testimoni.

Quello su cui si muovono gli interpreti diventa un salotto allargato – una sorta di “stanza delle confessioni più intime” ospitata sul palcoscenico del teatro – in cui gli attori sono seduti accanto al pubblico e si muovono in mezzo ad esso, così come fa il cane Nuvola, che Cuocolo/Bosetti e Officine Papage hanno voluto in scena in coerenza con la propria poetica, che mira a portare “più teatro nella vita e più vita nel teatro”. Questo spazio comune abbatte i confini tra scena e platea per figurare concretamente la condivisione di un destino tra esseri umani, che indipendentemente dal proprio ruolo, sempre sono figli, a volte anche padri e madri. Il legame familiare fatto di sangue –con l’immagine di locandina che non a caso rappresenta un fegato, a indicare simbolicamente la bestialità del tutto fisica, feroce, di questo rapporto - ci trasporta però anche nella sfera del sacro: nelle storie bibliche dell’antico testamento – quindi di Abramo e Isacco, di Isacco e Giacobbe – ma anche nella storia più recente seppure ancora lontana di Gesù, nel suo rapporto con Dio. Più in generale ci impone una riflessione sul mistero della fede tra credenti (figli) e un Padre Eterno che è sentito come sostegno ma allo stesso tempo genera rabbia/abbandono nei momenti di sfiducia e incomprensione, in cui la comunicazione della preghiera sembra essere insufficiente a stabilire un contatto. Il passato degli esempi di chi “prima di noi” ha affrontato lo scontro, giunge così nel presente delle nostre vite e ci lascia interrogare sulla potenza ineguagliabile di un legame che si esprime ogni volta nella sua unicità, fatta di passione tanto quanto di limiti.

“I miei datori di lavoro sono stati mio padre, gli amici che lottavano per farsi una posizione sono stati mio padre, mia sorella è stata mio padre, la società è stata mio padre, Dio è stato mio padre. Io vedo mio padre dappertutto.
Che cosa hanno fatto questi padri, mi domando, che cosa hanno mai fatto questi padri per condizionare così la vita dei loro figli che non è stata altro, apparentemente, che una enorme rincorsa per dar loro un calcio nel culo?
Che cosa avevano detto, quei padri, e fatto, poveretti per imprimere la propria immagine così a fondo nei loro figli maschi tanto da generare il desiderio di non somigliargli affatto, ma santiddio che cosa avevi di così mostruoso da affondare in me quell'immenso desiderio di allontanarmi da te?”

Il padre nemico, il padre avversario, il padre provocato, cercato, messo alla prova.

“Giuseppe era un falegname, il figlio aveva altre ambizioni.
Il figlio si scelse un nuovo padre, che era il padre di tutti.
Un padre così vasto, è come avere nessun padre.
Il padre falegname è emarginato, da nessuna parte si vede più questo padre falegname.
Due padri invisibili, solo alla madre viene dato un ruolo.
Il figlio fa la sua nuova strada da solo, non gli sarebbe possibile con un padre conservatore alle calcagna: "Impara il mestiere, figlio mio, impara il mestiere".
Così il figlio ripudia il padre, o perlomeno lo ignora, e fa una strada mai intrapresa prima.
Non ha paura, se non sulla fine, quando il padre che ha scelto, capisce, è solo silenzio, e lui è solo.
Prima e dopo non c'è niente, c'è un silenzio vasto come il mondo.
La vita ha bastonato i figli come i padri con la stessa costanza ma senza dare loro la capacità di essere indulgenti gli uni verso gli altri. Sei un fallito, pensano gli uni, sei un fallito, pensano gli altri, di fronte al dio silenzioso che fa fallire tutti.”

Imitazione dell'amore è quello che viene trasmesso. Imitazione dell'amore così come il teatro è imitazione della vita. Ma se lasciamo entrare la vita nel teatro questo ne altera la natura, diventa qualcosa di diverso e necessario. Un'esperienza per gli spettatori immersi, a diretto contatto con gli attori. Un ring abitato da due boxer, un orso, un cane, una soubrette e un secondo d'angolo in cui nessuno sta al suo posto. Un affresco del complesso rapporto tra genitori e figli. Scontro tra mondi differenti apparentemente inconciliabili. Che si uniscono solo nella consapevolezza finale di non essere così diversi, di riflettersi l'uno nell’altro.

La comprensione trova spazio quando ci si inizia a scoprire simili nelle debolezze. In quel momento l’amore vero scatta nella misericordia del perdono: i sentimenti che hanno preceduto quest’attimo sono stati solo una “imitazione dell’amore”. La rinuncia al rancore, alla vendetta, sfocia nell’umiltà di dimenticare le colpe dell’altro per aprire uno spiraglio di luce e concedersi così la salvezza.

“Caro padre,
Una processione ha attraversato la strada. Era un funerale. Non era il tuo.
Il medico ti indica la lastra
- Questo è il punto. Lo vede anche lei? -
Ora sai dove abita Dio”

La realtà personale degli attori interferisce con lo svolgimento dello spettacolo. In questo teatro realtà e finzione si sovrappongono. Come ha scritto Leonard Radic il grande critico internazionale: "Un mondo di storie verosimili, perché ci appaiono come la somma di infinite storie che abbiamo vissuto o avremmo voluto vivere: una realtà di secondo grado, che si mostra con tutta la forza di persuasione della realtà vera. Un falso che però, a differenza di una copia, si sovrappone alla realtà ricreando e perfezionando l’originale”.

 

Redazione
4 febbraio 2019

 

Informazioni

 

IMITATION OF LOVE
Testo e regia Renato Cuocolo e Roberta Bosetti
Con Roberta Bosetti, Renato Cuocolo, Marco Pasquinucci, Livio Ghisio, Annalisa Canetto
Scene Filippo Grandi
Luci Monica Bosso
Produzione Officine Papage
Orario spettacolo: ore 19.30 e ore 21.30


Teatro Cinema Florentia
Larderello (Pomarance – PI)

Biglietti: intero € 10 / ridotto € 8
Comune di Pomarance URP tel. 0588 62306 - 0588 62304 Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Of􀏐icine Papage cell. 3342698007
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www.comunepomarance.it
www.officinepapage.it
www.toscanaspettacolo.it

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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