#segnalazione
L'Inferno dantesco è la descrizione di un antico carcere.
I suoi canti sono carichi di orrore e di condanna per le crudeltà umane, ma anche di pietà per gli sconfitti, di sdegno per le vergogne dei potenti e dei loro servi.
La società contemporanea è ancora permeata dalla visione antica del carcere come luogo di espiazione.
La Costituzione e il nuovo Diritto Penale rovesciano quest'idea: se carcere dev'essere, almeno sia il luogo dove si offre a chi ha sbagliato una nuova opportunità.
Scuola e Formazione, Lavoro e Letteratura, Arti e Teatro sono i termini della grande riforma possibile della Pena.
Dalla disperazione dell'Inferno, Dante esce infine a riveder le stelle. Dalle nostre "città dolenti", attraverso la voce degli interpreti detenuti, capaci di appropriarsi della Commedia, emerge una visione diversa del carcere: un percorso nuovo e difficile, poetico ed etico, a tratti comico, attraverso la caduta, la pena, il riscatto.
I detenuti attori di Rebibbia presentano un' interpretazione dell'Inferno di Dante molto particolare: da Ulisse a Ugolino, da Paolo e Francesca a Filippo Argenti, peccati e peccatori riletti da grandi poeti che hanno tradotto Dante in siciliano, napoletano, calabrese, inglese, spagnolo...
redazione
12 dicembre 2015
informazioni
17 dicembre 2015 ore 15.00 Teatro della C.C. Roma Rebibbia N.C.
Dalla Città Dolente
Colpa, pena, liberazione attraverso le visioni dell'Inferno di Dante
dalla Divina Commedia
Drammaturgia e Regia di Fabio Cavalli
con i detenuti attori del Teatro Libero di Rebibbia - G12 A.S.
Musiche composte ed eseguite dal vivo da Franco Moretti
Organizzazione Alessandro De Nino
Segreteria Gisella Alessandro
Ufficio Stampa Maya Amenduni +39 3928157943 - mayaamenduni@gmail.com
Direzione Artistica Laura Andreini Salerno