#segnalazione
“Palma seppe restare coerente a un tipo che oggi può apparire in via di estinzione, quello del funzionario statale, e alla logica degli interessi istituzionali. Unica donna in un ruolo maschile, che seppe interpretare con grande leggerezza femminile, senso della vita e dei suoi piaceri.”
Queste parole che Renato Nicolini ha scritto su Palma Bucarelli, rappresentano simbolicamente l’interesse e il fascino che oggi più che mai, in questi tempi così difficili per la cultura in Italia, esercita su di noi la figura della creatrice della GNAM cioè della galleria d’arte moderna e contemporanea più prestigiosa del nostro paese.
Solida formazione da storica dell’arte, simbolo di cultura, eleganza, bellezza e mondanità fu la prima a portare in Italia l’astrattismo e l’informale.
Questo le costò accuse da parte dell’opinione pubblica più retriva che metteva in discussione gli acquisti da lei stabiliti per il “suo” museo.
Palma fu anche una Monuments Woman perché seppe difendere coraggiosamente il patrimonio artistico a lei affidato già negli anni terribili della seconda guerra mondiale.
Decise di mettere al primo posto le sue passioni intellettuali e lavorative, decise di scalare la dirigenza della pubblica amministrazione con una tenacia che fino ad allora era stata appannaggio degli uomini. Tutto ciò senza privarsi di una serie di appassionati legami sentimentali e intellettuali che segnarono profondamente la sua esistenza (il celebre giornalista e scrittore Paolo Monelli, lo storico dell’arte Giulio Carlo Argan …)
La nostra ricerca teatrale - dopo due anni da “In pieno nel mondo. Palma Bucarelli” (teatro Vascello 2013) ci porta ad approfondire e trasformare in forma di “dialoghi impossibili” questo nuovo spettacolo, rappresentando e raccontando non solo la vita di Palma, ma tentando di parlare delle nostre difficoltà e crisi attuali e in modo particolare sul teatro italiano oggi, confrontandoci con il suo rigore e la “regalità” con cui esercitava la sua funzione di prima donna a dirigere un museo statale in Italia.
Questa volta in scena oltre Palma c’è l’attrice Marilù, che porta nelle sue riflessioni i dubbi e le disillusioni della condizione del “teatrante” oggi , senza perdere però di vista le prospettive future, in cerca di una strada ad “ogni costo”.
La scena di Franz Prati evoca nella sua semplicità alcuni degli artisti che Palma Bucarelli ha amato e fatto conoscere al pubblico della GNAM.
Il fondale della scena è la platea vuota del Teatro Quirino.
Ci sembra quasi un’impresa impossibile e per questo abbiamo scelto di intitolare questo spettacolo con una frase famosa di Palma “Io volevo diventare Caterina di Russia” con il sottotitolo “dialoghi impossibili con Palma Bucarelli fra la vita e l’arte”.
Abbiamo lavorato sullo scarto fra passato e presente mescolando riflessioni di Renato Nicolini, Giulio Carlo Argan, Lorenzo Cantatore, Paolo Monelli, Carmelo Bene, Massimiliano Civica e Attilio Scarpellini, Leo De Bernardinis, Ortega y Gasset ed altri, con lo scopo segreto - raccontando Palma Bucarelli - di augurare a tutti noi di avere la sua dignità e indipendenza di giudizio e la sua “schiena dritta”.
Marilù Prati e Francesco Suriano
redazione
15 dicembre 2015
informazioni
Gitiesse Artisti Riuniti
presenta
21 e 22 dicembre 2015 _ ore 21
MARILÙ PRATI
IO VOLEVO DIVENTARE CATERINA DI RUSSIA
(dialoghi impossibili con PALMA BUCARELLI fra la vita e l’arte)
di Marilù Prati
drammaturgia e regia di Francesco Suriano
costumi e maschere Accademia di Moda e Costume
scene di Franz Prati
direzione tecnica Enzo Sellitto
luci Mirko Oteri
foto Antonio Idini
Lo spettacolo si svolge sul palcoscenico ed ha una durata di 50 minuti