Dal 15 al 18 ottobre il Teatro Kopó ospita Belle Bandiere, lo spettacolo scritto da Lorenzo Misuraca ed Emiliano Valente, con in scena Emiliano Valente. Dopo aver partecipato ad una manifestazione, un giovane militante di sinistra, protagonista della pièce, viene assalito dai dubbi circa il senso delle proprie idee in un contesto sociale, economico e politico in rapida e profonda trasformazione. Sono tante le domande che si affollano nella mente dell’uomo e alle quali è difficile trovare risposte convincenti. Che cosa significa essere di sinistra nell’Italia dell’Austerity, vale a dire in un Paese che per salvarsi dal tracollo finanziario ha rimesso in discussione tutele e diritti a danno dei più deboli?
Si possono sostenere idee progressiste, come la lotta alle diseguaglianze sociali, nei tempi bui della peggiore crisi economica dal Secondo dopoguerra, quando la durezza delle condizioni materiali di vita sembra legittimare – per dirla con Marx – lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo? A che cosa serve protestare e manifestare in un’epoca in cui i partiti tradizionali sembrano essersi dileguati e le uniche piazze in gioco sono quelle virtuali dei social network? E, d’altra parte, oltrepassata la soglia dei trent’anni, non sarebbe auspicabile abbondare l’utopia collettivista e provare a salvarsi da soli, in un’ottica cinica che tuttavia chiama in causa la nostra soggettività più profonda? Tra ironia e smarrimento, leggerezza e malinconia, riflessione e satira, lo spettacolo apre uno squarcio inedito sulla quotidianità incerta e a tratti buffa di quanti, arrabbiati e delusi, vedono sbiadire i riti e i miti della loro identità politica e culturale. Dall’immancabile effigie del Che alle note di Bella Ciao, dal cinema impegnato di Ken Loach a quello di denuncia civile di Nanni Moretti, dai presidi di solidarietà ai dibattiti ambientalisti con Vandana Shiva, dallo zapatismo al fermo immagine del ragazzino palestinese che lancia un sasso contro i soldati israeliani fino alle tute “alla moda” della Fiom e alle battute al vetriolo contro il Pd renziano, un intero repertorio di riferimenti esistenziali, oltre che politici, potrebbe presto finire in soffitta precipitando nella desolazione un’intera generazione che, pur avendo creduto nei valori della sinistra, non si sente più rappresentata. Il rischio è che a sventolare rimangano soltanto le belle bandiere, vessilli di un tempo irrimediabilmente perduto.
Belle Bandiere, primo progetto di Misuraca e Valente (il secondo è in fase di scrittura), ha esordito l’anno scorso al Csoa La Torre di Roma. Da allora lo spettacolo, che ha ottenuto un grande successo, ha continuato ad andare in scena sia nella Capitale che in altre città italiane. A Roma Valente si è esibito al Csa Cip, al teatro Studio Uno, al Festival Limnesia (Ex Snia), a Officine Via Libera, alla Casa delle Culture. Fuori Roma, ha conquistato la platea di Toffia (Rieti) per la Rassegna “10 spettacoli per un teatro” al Teatro del Complesso di San Bernardino, e poi in Sicilia, quelle del circolo Arci Porco rosso di Palermo e del teatro Apollo di Castellammare del Golfo.
redazione
10 ottobre 2015