All’ Anfiteatro romano di Sutri prosegue, con grande successo, Teatri di Pietra.
La prestigiosa rassegna, con la direzione artistica di Aurelio Gatti, unisce danza, teatro e musica ed è organizzata da Pentagono Produzioni e Circuito Danza Lazio, in collaborazione con il Comune di Sutri ed il Patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale.
Mercoledì 25 agosto, per l’adattamento e regia di Giuseppe Argirò, andrà in scena Antigone di Sofocle, con Jun Ichikawa, Maurizio Palladino, Renato Campese, Maria Cristina Fioretti, Carmen Di Marzo, Silvia Falabella e Filippo Velardi.
“Antigone è uno dei testi classici che più rappresenta l’essenza stessa del tragico. La giovane protagonista della tragedia sofoclea, si ostina a voler seppellire il corpo del fratello Polinice, contro la volontà dello zio Creonte, che ne vuole punire il tradimento. Polinice si è schierato infatti contro la sua stessa città e ha trovato la morte in un duello fratricida con Eteocle. Antigone, che difende i vincoli di sangue e le ragioni della pietà familiare, si scontra con l’ottusità della ragione di Stato, incarnando il diritto “naturale” contro quello “positivo”, rappresentando l’ideale dell’eroina tragica, capace di andare incontro al suo destino con consapevolezza e lucidità.
Ancora una volta i Greci, pur parlando da lontano, tracciano la via che unisce passato e presente.
E’ questo l’assunto dal quale si muove il progetto scenico di Giuseppe Argirò che afferma il valore della riscrittura del tragico nel Novecento.
La drammaturgia infatti risulta composita: partendo da Sofocle, arriva ai luoghi contemporanei segnati dalla guerra. Lo spettacolo affronta il tema dei diritti umani, della pena di morte e del coraggio di lottare per sovvertire le regole ingiuste con la disobbedienza civile, come faranno i grandi personaggi della Storia che sono stati in grado di cambiare il destino di interi paesi …
“Antigone è interpretata dall’ attrice italo giapponese june ichikawa ,capace di fondere la verità cinematografica e la carica espressiva della modulazione teatrale a testimoniare la trasversalità del mito sofocleo. Creonte ci appare spietato ottuso, ossequioso del potere, evoca la stupidità dei potenti della terra grazie alle risonanze ben calibrate di Maurizio Palladino. Euridice, sua moglie è Maria Cristina Fioretti, attrice versatile, in grado di gestire registri lirici ed epici come nel prologo, tratto dalle Fenicie e opportunamente collocato nel testo dalla felice riduzione del regista che rende comprensibile il mito. Equilibrata è Carmen Di Marzo nel vestire i panni della sentinella, personaggio grottesco che assume qui le sembianze femminili di una delatrice con accenti popolari e misuratamente dialettali al servizio del Tiranno. Delicata e partecipe La presenza di Ismene affidata a Silvia Falabella, commovente il figlio suicida di Creonte: Emone di Filippo Velardi, infine carismatica appare la figura di Renato Campese nei panni di TIresia .L’eroina tebana, murata viva va incontro ad una morte senza redenzione, accompagnata dalla commozione degli spettatori presenti, affermando il valore rituale del Teatro, ben evocato dalla regia immaginifica di Argirò e dall’ elegante disegno luci di Giovanna Venzi “quasi a ricongiungere la civiltà pagana con quella cristiana, creando una ricomposizione del tempo del mito e del tempo della storia, affermando cosi la mancata evoluzione del genere umano.”
Redazione
24 luglio 2018
Info
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whatsapp 333 709 7449
FB teatridipietra
teatridipietra.blogspot.it
biglietti online: www.liveticket.it
inizio spettacolo: ore 21,15
Area archeologica di Sutri
Via Cassia (Sutri/Viterbo)