Publio Terenzio Afro, autore spesso considerato dai suoi contemporanei “troppo moderno”, ha scritto sei commedie “palliate” ispirate ad un modello greco, diversamente dalle “togate” di ambientazione romana, operando una vera e propria riforma nell’ambito di questo genere, inserendovi nuovi contenuti ideologici ed attingendo dalla “NEA”, la commedia nuova ellenica di cui Menandro è l’esponente più noto. La carriera drammaturgica di Terenzio, non fu certo facile come quella di Plauto, forse perché nella sua opera non troviamo l’esuberanza, le acrobazie verbali, i giochi di parole del sarsinate.
Terenzio, infatti, usa uno stile ed un linguaggio sobrio, naturale, all’insegna della compostezza e della semplicità evitando espressioni popolari e volgari, in omaggio forse all’esigenza di equilibrio e di raffinatezza che egli mutuava dal sofisticato circolo scipionico di cui faceva parte. Anche la “contaminatio” è usata da Terenzio in maniera diversa dagli altri autori latini, non ibridando una commedia con una mescolanza di varie commedie greche, ma inserendo una intera scena desunta da altri drammi all’interno di una sola commedia greca usata come modello. Nel Teatro “naturalistico” di Terenzio troviamo una suspense nuova.
Lo spettatore è coinvolto emotivamente nelle vicende, prova le stesse emozioni dei personaggi e l’autore non consente procedimenti “metateatrali”, cioè non vuole che venga mai interrotta l’illusione scenica e, al contrario di Plauto che tendeva solo a divertire, cerca di trasmettere un messaggio morale. Nasce, insomma un’attenzione sociale, che allora era una vera e propria rivoluzione culturale, con dentro un messaggio di HUMANITAS: “…homo sum, humaninihil a me alienum puto…” (sono un uomo e niente di ciò che è umano considero a me estraneo…). Aprirsi agli altri, rinunciare all’egoismo, comprendere i propri limiti ed essere indulgente nei confronti degli errori degli altri: in una parola essere tolleranti e solidali. Ed è così che i personaggi di Terenzio si allontanano miglia e miglia da quelli pacchiani, spregiudicati, egoisti e truffaldini di Plauto. La nuova comicità non è più nella battutaccia o nell’intrigo e risiede più nel sorriso che nel riso, un sorriso talvolta venato di riflessione e meditazione.
Redazione
17 luglio 2018
Informazioni
ADELPHOE (I FRATELLI)
di Publio Terenzio Afro
Regia Silvio Giordani
con Pietro Longhi, Paolo Perinelli
orario spettacolo: 21,15
Ingresso 12 euro intero – 10 euro ridotto – 5 euro convenzionati / associazioni / studenti
biglietti online : www.liveticket.it
per prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
whatsapp 333 709 7449
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