Il progetto Theatron - Teatro Antico alla Sapienza, che dal 2010 produce traduzioni di testi teatrali antichi su cui si basano le relative rappresentazioni, quest’anno porterà in scena le Coefore di Eschilo.
Mercoledì 18 e giovedì 19 luglio, alle ore 18.30, i 31 interpreti provenienti dalle diverse Facoltà dell’Ateneo daranno vita al racconto del ritorno di Oreste alla sua terra, deciso a vendicare la morte del padre Agamennone ordita dalla madre, ora al potere insieme all’amante Egisto.
Il lavoro, frutto della sinergia tra il laboratorio di messa in scena, diretto da Adriano Evangelisti, e quello di traduzione, composto dagli studenti del Corso di Laurea Magistrale in Filologia, Letterature e Storia del Mondo Antico e coordinato dalla prof.ssa Anna Maria Belardinelli, docente di Filologia Classica, ha cercato di cogliere la direzione di quel vento di vendetta che spira dal lontano 458 a.C., quando le Coefore furono rappresentate per la prima volta.
Lo spettacolo è stato proposto in anteprima il 15 luglio, presso palazzo Orsini di Monterotondo, nell’ambito della consueta manifestazione “Estate Eretina”, e replicato a Civita Castellana – Forte San Gallo, in occasione del “Civita Festival”; inoltre, martedì 17 luglio, alle 18.30, ci saranno le prove generali aperte nel Cortile del Dipartimento di Matematica.
NOTE DI REGIA
La convinzione dell’assoluta centralità, strutturale e morale, di Coefore all’interno della trilogia eschilea si unisce alla consapevolezza che è qui che risiede l’acme d’intensità tragica per quel matricidio che, seppur auspicato, annunciato ed incitato fin quasi dall’inizio del dramma, giunge fulmineo solo poco prima dell’epilogo. Eppure tutta l’azione procede decisa, incessante, diretta verso il compimento di quel gesto tanto inaudito, quanto necessario. La singolare decisione di presentare, ad apertura di questa messa in scena, una Clitemestra già trucidata, che, prendendo in prestito le parole da lei stessa pronunciate sotto forma di εἴδωλον nella successiva tragedia Eumenidi, invoca e reclama vendetta per la sua ignobile ed ingiusta fine, intende soddisfare una duplice esigenza: esibire sin dall’inizio quell’atto mostruoso ed al contempo liberarsene immediatamente. Tale scelta, per quanto audace, consente di ricostruire la vicenda concentrandosi su momenti altri, di sicuro meno cruenti ma altrettanto poderosi, che potrebbero essere definiti manifestazioni di “pietas”. La devozione religiosa per la tomba dell’amato padre assassinato si enuclea nella celebrazione costante di una lunga e mesta serie di riti che, occupando un importante, ampio spazio temporale, determina addirittura la necessità di rinunciare alla consueta duplicità di luogo prevista dal testo e di svolgere l’intera azione scenica esclusivamente di fronte al tumulo di Agamennone, testimone ed insieme artefice del fatto. In modo ancor più incisivo, la commovente agnizione dei due fratelli, intensa pur nella sua brevità verbale, viene amplificata al punto da contaminare l’identità stessa del Coro e trasformare ogni singola coreuta in immagine-clone di Oreste o di Elettra. I due fratelli, quasi fossero gemelli, si confondono nella loro individualità per la totale somiglianza fisica, psichica, affettiva che li contraddistingue, in una unità emotiva talmente empatica da riuscire quasi a giustificarne l’agghiacciante progetto di vendetta. (Adriano Evangelisti)
Theatron – Teatro Antico alla Sapienza
Il progetto Theatron - Teatro Antico alla Sapienza, ideato e coordinato da Anna Maria Belardinelli, docente di Filologia Classica presso la Sapienza Università di Roma, dal 2010 produce traduzioni di testi teatrali antichi su cui si basano le relative rappresentazioni. Dopo l’Agamennone di Eschilo nell’anno accademico 2013-2014, le Troiane di Euripide (2014- 2015), l’Ippolito di Euripide (2015 -2016), le Tesmoforiazuse di Aristofane (2016-17), quest’anno Theatron porterà in scena le Coefore di Eschilo. Theatron consta di due laboratori: uno di traduzione, cui partecipano gli studenti del Corso di Magistrale in Filologia, Letterature e Storia del Mondo Antico, e uno di messa in scena, cui partecipano gli studenti iscritti alle diverse Facoltà che animano la Sapienza. La traduzione, che si basa su un rigoroso lavoro di critica testuale, di esegesi e di ricostruzione drammaturgica dell'opera
in programma, viene “messa alla prova” e trova conferma della sua validità nel laboratorio di messa in scena. Il lavoro svolto dal laboratorio di traduzione consiste quindi nel riarticolare un testo teatrale antico in vista di una comunicazione rivolta, in primo luogo, agli studenti del laboratorio di messa in scena per lo più provenienti da differenti esperienze scolastiche e, talora, estranei alla lingua e alla cultura antica; poi, ad un pubblico di spettatori, lontano, nel tempo e nello spazio, dal testo tradotto e rappresentato. Lo spirito di Theatron, dunque, si fonda sulla comunicazione, che, creando una forte sinergia tra i due laboratori, ricostruisce la vera natura del teatro antico, dove un dramma veniva messo in scena in una dimensione di coralità e di fruizione, non elitaria, ma collettiva. Ai laboratori di Theatron possono partecipare, oltre agli studenti, dipendenti e docenti della Sapienza che rispondono a un bando pubblicato annualmente sul sito della Sapienza stessa. Per il laboratorio di traduzione, diretto da Anna Maria Belardinelli, tutti i partecipanti vengono selezionati attraverso un colloquio che ne attesti le competenze linguistico-filologiche; per il laboratorio di messa in scena, la cui direzione artistica è a cura di Adriano Evangelisti, la selezione dei candidati avviene attraverso un’audizione che ne verifichi le esperienze di recitazione, regia, scenografia, illuminotecnica, costumistica, canto, danza, acrobatica, coreografia. Entrambi i laboratori erogano crediti formativi e rilasciano attestati di frequenza. Dall'anno accademico 2015-2016 al bando per il laboratorio di messa in scena possono presentare domanda anche studenti delle scuole superiori. Theatron ha collaborato fino al 2017 con la Fondazione Roma Sapienza. Attualmente afferisce a Sapienza CREA – Nuovo Teatro Ateneo, il centro di servizi per le attività ricreative, culturali, artistiche, sociali e dello spettacolo della Sapienza Università di Roma.
Redazione
17 luglio 2018