Privilegio. Così la chiamava la nonna, in arte Lulù, maitresse di un bordello dei primi del ‘900. La chiamava così perché riconosceva in lei un talento straordinario per quel mestiere che si tramandavano in famiglia. Il suo destino sembrava già scritto; lo stesso della madre e della nonna. Ma proprio questa apparente ineluttabilità fa germogliare in lei il seme della follia che cresce fino a distruggere tutto ciò che riconosce come malvagio, sporco.
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