Recensione dello spettacolo TUTTA LA VITA DI DIETRO, scritto ed interpretato da Emiliano Luccisano, prodotto da Gianluca Cassandra per Opera Management, in scena al Teatro Brancaccio il 24 gennaio 2022.
In un freddo lunedì di fine gennaio, la bellissima via Merulana, semideserta e malinconica, si accende all'altezza del Teatro Brancaccio, le cui porte spalancate sono pronte ad accogliere il numeroso pubblico in trepidazione per lo spettacolo serale.
Lo spettacolo "TUTTA LA VITA DI DIETRO" è sold out, il pubblico scatenato accoglie con scroscianti applausi e tanto affetto la star della serata, lo scrittore-interprete Emiliano Luccisano, il padrone della festa. Il giovane comico romano, autore televisivo, regista e attore amatissimo dal pubblico, entra in scena, elegante in abito scuro e giacca a paillette, faccia pulita da bravo ragazzo, capelli mossi, lunghi alle spalle e si pone al centro del palco. Alle spalle dell'attore, tante lampade ad anello, come quelle che usano i truccatori per vedere l'effetto del maquillage, illuminano a led la scena "di dietro" e, sulla sua testa, uno schermo gigante, protagonista degli "intramezzi" dello spettacolo.
Luccisano è grato al suo pubblico che gli ha permesso di essere sul palco. Non è per niente facile spostarsi in questi giorni, "é un casino veni' a teatro", superare lo stress del momento, vincere la paura. L'attore è felice e promette risate, il pubblico si fida. Le mascherine FFP2 non riescono a nascondere la gioia collettiva e le fragorose risate del pubblico, desideroso di divertimento e di un po' di leggerezza. L'attore non manca di sottolineare gli aspetti comici della vita "sociale" di ciascuno di noi in questi ultimi tempi. Si esce solo per andare a fare la dose, ci si vede fuori all' hub vaccinale...ci si potrebbe quasi scrivere un nuovo libro dal titolo "I ragazzi dello zoo del vaccino". Il pubblico è concorde con lui, si percepisce chiaramente tra le file di posti "pieni" in platea, che é davvero solo un pizzico di ironia che può salvarci dalla malinconia di questi giorni. Un pensiero speciale va ai ragazzi, in particolare agli studenti delle superiori, che, potrebbero al massimo provare ad occupare la scuola da Zoom mentre sono in DAD o fumare una canna in compagnia videochiamandosi! Partono così una serie di battute a raffica che colpiscono e affondano all'istante il pubblico in sala... si tratta, però, di battute "introduttive" che, come avverte il comico, sono gratis...e, subito dopo, ha inizio lo spettacolo vero e proprio, mentre gli spettatori già ridono tutti a crepapelle...
"Tutta la vita di dietro" è uno spettacolo veramente bello, piacevole da seguire dall'inizio alla fine, divertentissimo, intriso di una comicità esilarante ma mai volgare, qualche volta pungente, intelligente e scanzonata proprio nella tradizione più bella romanesca. Un giovane uomo che passati i trenta, ci presenta con ironia, le sue riflessioni sul passaggio dell'essere umano dalla giovinezza all'età adulta che avviene in modo brusco, repentino, crudele ma soprattutto inaspettato per ciascuno di noi.
I problemi dei giovani vengono sempre sottovalutati dagli adulti saggi, che non fanno che ripetere: "Stai tranquillo, hai tutta la vita davanti!"...tanto che si finisce per crederci veramente e ci si rassegna, si inizia a fantasticare sull'amore, il lavoro, sui tantissimi soldi che si guadagneranno. E' proprio qui la trappola, l'inganno! Tutte le aspettative di una vita fantastica, piena di tutte le cose belle che ci si era immaginati quando appunto "la vita era tutta davanti", allo scadere dei 30 anni, crollano all'improvviso all'apparire della crudele verità dell'esistenza, si rimane delusi, e la vita di colpo passa tutta "di dietro"! Luccisano non si rassegna, ci riflette molto e cerca di capire come mai si arriva a questo punto così impreparati. I suoi ragionamenti sul "percorso" ce li presenta proprio sul palco e, per chiarezza, li classifica in tre momenti, tre capitoli, o se vogliamo nei tre atti del suo bel monologo: "La mamma", "I 30 anni" e " Il porno amatoriale".
Tutto parte dalla mamma, si sa, "la mamma è la mamma", la mamma è certa ed è proprio lei che, creando traumi e sensi di colpa, ci costringe a vivere una vita problematica che soltanto una ventina di anni di psicanalisi potrebbero risolvere. L'avevano capito già gli antichi, poi Freud, che ce l'aveva a morte con sua mamma perché probabilmente non lo faceva uscire la sera, ha messo per iscritto le sue teorie.
Le mamme nel tempo sono cambiate, così come i loro metodi educativi, ciò che tuttavia resta un punto fisso è l'impatto tremendo che continuano ad avere sulla psiche dei figli...basti pensare alle conseguenze delle orribili scarpette con gli occhietti con sotto i calzini bianchi che hanno segnato intere generazioni di bambini, per non parlare delle tute acetate per l'ora di educazione fisica.
Compiere "i 30 anni" è come passare attraverso un rito d' iniziazione, che lancia l'individuo dritto nel mondo delle persone col metabolismo lento, i problemi irrisolti, le bollette da pagare, le disillusioni e le delusioni. Raggiunto questo traguardo, anche "il porno amatoriale" non ha più lo stesso fascino per i ragazzi, e forse pure le ragazze dovrebbero rivedere il concetto di "principe azzurro" che hanno mal interpretato da bambine guardando i film della Walt Disney.
Luccisano scandisce il passaggio da un atto all'altro con un cambio d'abito, o meglio con un cambio giacca, si allontana dietro le quinte per qualche minuto e si fa letteralmente "in quattro" per non lasciar mai solo il suo pubblico. Il vero Luccisano è dal vivo sul palco, poi si sdoppia, anzi... si triplica in video, sullo schermo al centro del palco, dove prende le sembianze di altri tre personaggi simpaticissimi, tre ragazzotti romani usciti direttamente dalla sua fantasia, ma che potrebbero tranquillamente essere seduti fuori ad un bar di un quartiere popolare della capitale, famosi e amati dai suoi fans, che chiacchierano in un'automobile creando sketch di un'esilarante comicità.
Luccisano, spogliata la realtà di tutte le illusioni con semplicità e tantissima ironia, ci conduce alla fine del suo bellissimo spettacolo e, come un vero maestro di feste, giunge ai saluti e ai ringraziamenti.
L'applauso del pubblico è lunghissimo, lui con il suo spettacolo ci dimostra che tutto ciò che vogliamo adesso è solo tornare a ridere.
Cristina Fasolino
27 gennaio 2022