Sulla sana proposta implicita di dare un senso al nostro rimanere a casa senza abbrutirci, bensì perfezionarci e stimolarci, la pièce di Peppino de Filippo, “Don Raffaele ‘o Trombone”, non mancherà di impreziosire i nostri momenti lanciandoci dal passato una sfida a cui siamo chiamati a rispondere nel presente.
Musicista e suonatore di trombone, Don Raffaele Chianese ( Peppino de Filippo) vive in condizioni di estrema miseria senza mai esser riuscito a risollevare se stesso e la sua famiglia da tale stato. Egli, inoltre, non si è mai sentito sostenuto dalla famiglia, decisamente carente di stima verso di lui, reputandolo di fatto un incapace, illuso e presuntuoso. Don Raffaele, infatti si ostina a perpetuare il proprio fallimento come musicista, rinunciando ad occasioni di lavoro proposte da amici compassionevoli, come compare Giovanni (Enzo Cannavale), anche se lontane dalla musica.
La famiglia Chianese vive o, per meglio dire, sopravvive all’interno dello spoglio negozio di musica di Don Raffaele, teatro di diversi litigi ed incomprensioni tra questi e la moglie: quest’ultima sfinita ed abbrutita da una vita che le sta chiudendo anche l’ultimo sipario. Raffaele, infatti, quasi per scansare gli orrori derivati dall’attuale situazione economica familiare, seguita a programmare, immaginare, ai limiti del delirio, il suo riscatto di musicista, geniale ed incompreso, nella sua città, Napoli, assaporando già il successo della sua operetta inedita. Il nostro protagonista, oltre ai morsi della fame è costretto a fronteggiare la reputazione di iettatore alimentata dal suo collega musicista Nicola Belfiore (Mario Castellani), che attribuirà sistematicamente a lui la paternità di alcuni avvenimenti dagli esiti negativi, morti comprese. Ma, accompagnato dai suoi segretari, un “famoso” musicista e concertista, Alfredo Fioretti (Luigi de Filippo), busserà alla vetrina del negozio di Raffaele Chianese, in cerca di un valido collega con il quale esibirsi in tourneè in giro per il mondo, raccogliendo così successo e denaro. Estasiato da tale proposta e dagli orizzonti che essa dischiude, Don Raffaele si illude di poter realizzare il proprio riscatto e rivincita nei confronti del mondo che lo aveva ingiustamente snobbato, ed inizierà a programmare finalmente la sua nuova vita, sempre più a portata di mano....fin quando sarà possibile. Perchè i sogni non costano nulla, il ritorno alla realtà, sì.
Decisamente di rilievo l’interpretazione dell’intero cast attoriale da cui spicca, oltre a quello di Peppino de Filippo, lo spessore di Enzo Cannavale e Mario Castellani. Quest’ultimo garanzia di grande affidabilità e versatilità, anch’egli spalla di Totò e presente in molte sue pellicole nelle quali ricoprì anche il ruolo di aiuto regista.
Farsa umoristica in atto unico, scritta da Peppino de Filippo nel 1931 e trasmessa dalla RAI nella versione del 1972 dove Peppino curò anche la direzione artistica, dominata dall’elegante commistione di opposti registri in cui la spiccata comicità dialoga con la drammaticità dell’aspetto esistenziale. Proprio all’interno delle pieghe di questo equilibrio si nasconde il passaggio narrativo più prezioso ed attuale che ci impone una riflessione per il momento storico che attualmente stiamo attraversando. Don Raffaele, infatti, a suo modo, si ribella ad una certa sua condizione attuale di cui, non a caso, non sembra averne piena consapevolezza: egli “scavalca” il suo presente per immaginare il suo futuro, esaltando fino al delirio le sue qualità, autoproclamandosi un genio incompreso. Guardando oltre l’aspetto comico e dagli inevitabili eccessi e paradossi che di esso sono la struttura portante, la suddetta pièce ci propone e, forse, ci insegna a prepararci al nostro futuro esercitandoci nel presente, esempio assai valido ed attuale.
Simone Marcari
23 marzo 2020
Informazioni
Don Raffaele Chianese: Peppino de Filippo
Amalia, sua moglie: Maria Marchi
Lisa, sua figlia: Angela Pagano
Nicola Belfiore: Mario Castellani
Il compare: Enzo Cannavale
Alfredo Fioretti: Luigi de Filippo
Luigi: Dante Maggio
Gargiulo: Elio Bertolotti
Scene: Giuliano Tullio
Luci: Angelo Sciarra
Costumi: Giovanna La Placa
Regia televisiva: Romolo Siena