Domenica, 24 Novembre 2024
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Amadeus al teatro Quirino: Geppy e Lorenzo Gleijeses nell’eterna lotta tra genio e moralità

Recensione dello spettacolo Amadeus in scena al Teatro Quirino dal 19 novembre al 1° dicembre 2019

 

Era il 1979 quando Peter Shaffer compose l’opera teatrale ispirata al ‘Mozart e Salieri’ di Puškin: la creazione di Shaffer riscosse un enorme successo di critica e pubblico tanto che, cinque anni più tardi, ‘Amadeus’ approderà al cinema diretto da Milos Forman, rendendo così immortale la vita e l’opera del grande compositore salisburghese. La storia presentata a teatro e trasposta sul grande schermo racconta la presunta rivalità tra Amadeus e il compositore veronese Antonio Salieri: sebbene non sia mai stato suffragato da alcuna prova concreta ma sia più frutto di leggende e dicerie, tale antagonismo ha dato vita all’ipotesi dell’avvelenamento di Mozart da parte di Salieri invidioso che Dio avesse donato il genio musicale a un individuo così lascivo. Una storia questa che non ha mai smesso di alimentare l’immaginario collettivo e che ancora oggi ammalia il pubblico.

Far rivivere sul palco il dramma di ‘Amadeus’ non è semplice,  perché il confronto con la trasposizione cinematografica è immediato e inevitabile: indubbiamente il film, in quanto mezzo di comunicazione più veloce e moderno, arriva in modo più diretto al pubblico anche perché ha reso più fruibile e snello il testo teatrale che, anche quando a portarlo in scena è una compagnia di attori eccellente, può risultare pedissequo e prolisso, fatto di troppi dialoghi che non giovano alla fluidità della messinscena rendendola a tratti troppo lenta e pesante. Un gran bel lavoro risulta effettuato sui personaggi principali e sul rapporto tra di loro: il regista Andrei Konchalovsky ha tirato fuori l’essenza di Salieri e di Mozart e ha lasciato che i due Gleijeses le facessero proprie e ci giocassero a loro volta per trasmettere al pubblico la sensazione di avere realmente davanti agli occhi i due compositori.

La giocosità e l’esuberanza del giovane Amadeus viene espressa anche attraverso un linguaggio non verbale fatto di gesti e movenze che Lorenzo ha curato particolarmente grazie al lavoro svolto insieme a Ramune Chodorkaite: l’eccentricità di Amadeus esternata con saltelli, sbuffi e risatine, stona con la serietà e la freddezza di Salieri, i cui movimenti in scena restano limitati e regolari come intrappolati nella rigida mentalità del personaggio, sottolineando ancora di più quanto l’indole e lo spirito goliardico di Mozart influissero sulla sua creatività e il suo genio così come il rigore morale e la mediocrità guidassero l’operato di Salieri.

Geppy Gleijeses incarna un perfetto Salieri: riesce a esprimere e far vivere al pubblico in platea la guerra interiore del suo personaggio diviso tra l’invidia e l’ammirazione per Mozart, verso il quale, invece, la simpatia del pubblico resta incerta a causa del suo carattere troppo frivolo e leggero. Forse proprio in Amadeus si avverte una lieve nota stonata: la mimica, i movimenti e la voce a volte sembrano troppo forzati tanto da far apparire il personaggio come un bambinone privo di buon senso, tanto stupido e frivolo da non riuscire a distinguere tra bene e male, e uscendone sconfitto da un più riflessivo e ‘adulto’ Salieri. Eppure, nonostante si avverta fin dalla prima apparizione quanto il lavoro sul personaggio di Mozart sia stato più complesso e ricercato, non riesce ad arrivare al pubblico il vero motivo per cui l’esistenza di Mozart fosse così travagliata ovvero che la sua musica era troppo ‘ribelle’ per l’epoca, e i suoi contemporanei non erano pronti alla sua ‘stravaganza’ musicale.

Proprio la musica avrebbe dovuto essere la grande protagonista dello spettacolo ma è venuta meno: l’opera dà molto più spazio ai dialoghi tra i personaggi che risultano troppo prolissi piuttosto che far parlare la musica che avrebbe dovuto essere la regina indiscussa nella rivalità tra i due compositori. A parte Le nozze di Figaro e il Requiem, il pubblico in sala non ha avuto il piacere di ascoltare nient’altro e anche in uno dei momenti più belli e toccanti della messinscena, quando Salieri descrive come sia rimasto trafitto ed esterrefatto dalla portata emotiva di una strofa, lo spettatore deve comprenderlo solo dalla descrizione dello stesso Salieri.  

Il pubblico riesce a entrare alla corte dell’imperatore Giuseppe e a far parte del suo tempo, anche grazie alle scenografie curate da Roberto Crea, che ripropongono un ambiente elegante ma austero con le pareti lignee pronte a dar voce ai ‘venticelli’ di Salieri, mentre i personaggi risultano ancor più calati nell’epoca grazie alla cura nella riproduzione dei costumi e delle parrucche create con minuzia di particolari da Luigi Perego quali attente rappresentazioni della moda del ‘700.

 

 

Diana Della Mura

25 novembre 2019

 

informazioni

Gitiesse Artisti Riuniti
in coproduzione con Teatro Nazionale della Toscana
con il contributo della Regione Lazio
presenta, in PRIMA MONDIALE

GEPPY GLEIJESES LORENZO GLEIJESES
AMADEUS
di Peter Shaffer
traduzione di Masolino D’Amico
regia ANDREI KONCHALOVSKY
con GIULIO FARNESE GIANLUCA FERRATO
Roberta Lucca Giuseppe Bisogno Anita Pititto
Elisabetta Mirra Agostino Pannone
Brunella De Feudis Dario Vandelli

 

scenografo realizzatore Roberto Crea
costumi Luigi Perego
movimenti coreografici Ramune Chodorkaite
artigiano della luce Luigi Ascione
elaborazione musiche Matteo D’Amico

personaggi e interpreti

Antonio Salieri Geppy Gleijeses
Wolfang Amadeus Mozart Lorenzo Gleijeses
Costanze Weber Roberta Lucca
Imperatore Giuseppe II Giulio Farnese
Conte Johann Von Strack Giuseppe Bisogno
Conte Franz Orsini-Rosenberg Gianluca Ferrato
Barone Gottfried van Swieten Anita Pititto
Valletto e cuoco Salieri Brunella De Feudis
Kappelmeister Giuseppe Bonno Brunella De Feudis
Katerina Cavalieri Elisabetta Mirra
Venticelli Elisabetta Mirra Agostino Pannone Dario Vandelli

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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