Recensione dello spettacolo Casalinghi disperati in scena al Teatro Petrolini dal 31 maggio al 4 giugno 2017
È proprio vero che gli amici veri si vedono nel momento del bisogno. E che tra uomini l'amicizia è molto più salda rispetto alle donne. Ne sanno qualcosa Alberto (Valerio Giombetti), Giulio (Paolo Cordiviola) e Luigi (Stefano Tomassini), tre mariti separati e conviventi che abitano in un palazzo messo a disposizione dal Comune e che dà l'affaccio al palazzo di Attilio (Andrea Catarinozzi).
I tre amici vivono quotidianamente alle prese con i propri problemi: Alberto passa gli alimenti alla moglie e ai suoi due figli, Giulio ha avuto una storia tanti anni fa e da questa storia è nato Matteo; Luigi, invece, è mantenuto dalla moglie. Insieme hanno trovato un equilibrio: giorni per le pulizie, turni in cucina, orari per utilizzare il bagno.
Le cose si complicano quando una sera irrompe nel loro appartamento Attilio, disperato perché la moglie Silvana lo ha cacciato di casa. Dapprima chiede agli amici ospitalità per una sola notte ma, in breve, la faccenda diventa molto più complicata del previsto. Alberto, Luigi e Giulio vorrebbero che Attilio sloggiasse quella stessa sera (se non lo facesse rischierebbero di perdere l'indennità riconosciuta loro dal Comune in quanto separati e con figli e mogli a carico) tanto più che l'amico è un tipo bipolare con continui sbalzi d'umore. Alberto poi soffre di ansia, Luigi ha i suoi orari per andare in bagno e Giulio è gay, cosa che genererà non poca confusione agli altri riguardo il rapporto col nuovo inquilino. I tre vedono di farsi venire in mente un'idea per far sì che Attilio torni insieme alla moglie al più presto, con il risultato di ritrovarsi, alla fine, in quattro in un appartamento grande quanto un ascensore e di far vivere al pubblico in sala una serie di situazioni comiche e buffe.
Casalinghi disperati è un mondo con una finestra aperta che consente di guardare la vita e la realtà di tutti quei mariti separati che nessuno conosce, eccezion fatta per chi vive – appunto – la condizione di separato. Nel testo di Cinzia Berni e Guido Polito questa condizione viene raccontata in maniera molto allegra, leggera e umana: vengono fuori sì i difetti di ognuno, ma anche le paure, le ansie, le debolezze, tipiche di qualsiasi essere umano come un uomo, e non per forza una donna. È un "affaccio" su un'altra realtà poco nota, poco sentita, soprattutto da chi non la vive affatto, che comporta l'allontanamento dagli affetti, la precarietà economica, lo sfratto coatto e le difficoltà che si trovano a dover affrontare tutti i giorni con la propria famiglia davanti ai Tribunali, avvocati, burocrati ecc.
Per fortuna, però, che nelle situazioni più drammatiche ci sono sempre gli amici a sostenerci e ad assisterci...o quasi.
Costanza Carla Iannacone
4 giugno 2017