Recensione di Bigodini (Oh Mary) in scena dal 19 al 31 maggio 2015 presso il Teatro dell’Orologio
Lo spettacolo rappresenta una rivisitazione dell’opera di Mary Shelley, Frankenstein, adattato da Francesca Manieri e Federica Rosellini e interpretato dalla Compagnia ARIELdeiMERLI.
All’interno dell’opera la triste storia della giovane Mary Shelley verrà sovrapposta a quella del personaggio del suo romanzo più celebre: il dottor Victor Frankenstein, un malinconico e femmineo scienziato, padre di un essere mostruoso, composto dai pezzi dei propri cadaveri: un disperato tentativo di riportare in vita la memoria dei parenti perduti, dilaniati dall’oblio.
Allo stesso tempo veniamo a contatto con la talentuosa Mary, la quale imparò a leggere in un cimitero, decodificando il nome della lapide della madre, Mary Wallstonecraft, morta di parto mentre la dava alla luce. Distrutta dal dolore decise di dedicarsi alla scrittura e affidandosi al potere catartico delle parole cercò di riportare alla vita la donna che lei stessa aveva ucciso. Ad aggravare il suo stato d’animo cupo e tormentato contribuirono i suoi quattro aborti spontanei, che l’avevano trasformata nella bara dei propri figli. Mary Shelley farà confluire il ricordo della madre e dei suoi poveri bambini nati morti all’interno del corpo della Creatura, lo spettro dei suoi ricordi, il fantasma del suo fallimento.
La colpa per aver generato un essere così orrendo porterà il dottor Frankenstein fino agli antipodi della Terra per poter rimediare al proprio errore. Questo viaggio lungo e pericoloso fino ai ghiacci di un polo post-umano corrisponde al percorso intrapreso dall’autrice per poter perdonare a se stessa di aver ucciso la madre mai conosciuta. In questo aggrovigliarsi di pensieri grotteschi emerge con chiarezza l’impossibilità della discendenza se non attraverso lo sterile inseguimento dei propri ricordi.
Veronica Mancino
1 giugno 2015