Recensione dello spettacolo “Donna di Porto Pim” in scena ai Giardini della Filarmonica il 7 settembre 2018
Per salutare gli ultimi canti estivi delle cicale in un’atmosfera onirica profumata di alloro, Appuntamento con Tabucchi: Donna di Porto Pim chiude la rassegna teatrale all’interno del Festival: “ I Solisti del Teatro”. La serata reading è impreziosita dalla interpretazione di Roberto Herlitzka, con l’apporto vocale della cantante Isabella Mangani e della chitarra classica di Felice Zaccheo.
Dal buio del palco i tre artisti sembrano materializzarsi dall’oscurità come se abitassero quel posto caratterizzato da grandi chiaroscuri. La voce di Herlitzka prende forma all’interno di un arpeggio di chitarra quasi a comunicare la permeabilità dei singoli ruoli: la voce diviene melodia ed il canto e la musica divengono parola in un’armoniosa commistione che riesce a ricreare perfettamente l’atmosfera delle Azzorre in cui è ambientata questo racconto di balene e arpionieri. Ed è proprio uno degli arpionieri che abita queste isole che diventa il protagonista di una storia d’amore passionale e drammatica. Innamoratosi della padrona di una locanda frequentata da personaggi poco raccomandabili, questi intreccia con lei una relazione d’amore segreta raggiungendola a casa sua tutte le notti alla chiusura della locanda. Per lei, il suo giovane amante lascia il suo lavoro di arpioniere e inizia a cantare nella sua locanda. Passa qualche anno così, ma una sera come tante la donna, al momento di riceverlo, si fa trovare con un altro uomo più grande di lei che si stava rivestendo, a cui spiega che il giovane è stato il suo servo durante la sua assenza.
In uno stato di attonimento l’amante della donna corre a casa sua, dove mancava da qualche anno, prende l’arpione per le balene, torna da lei e la uccide. La vicenda è narrata da uno sconosciuto incontrato una sera dallo scrittore ed è avvolta da contorni poco definiti e misteriosi. Lo stesso autore ci dice che non sa se sia stato lui in qualche modo a trasfigurarla per l’eccessivo alcol della serata e per la propensione dell’essere umano a voler trarre “dalla storia di una vita, il senso di una vita”. La scrittura poetica e visionaria di Tabucchi ci fa sentire tutte le emozioni e tutto il dramma di questa passione bruciante. Allo stesso tempo, con il tono della lettura sempre aderente alle sfumature del testo, Herlitzka riesce a rendere viva e tangibile la vicenda narrata. Ma sono soprattutto i frammezzi musicali, le nenie tradizionali delle Azzorre intonate dalla calda e struggente voce di Isabella Mangani a realizzare l’atmosfera lontana ed esotica dei luoghi narrati. Per la compagnia Il dritto e il rovescio, quindi, standing ovation che ha richiamato più volte sul palcoscenico i tre artisti, dimostratisi veri professionisti.
Plauso anche alla regia di Teresa Pedroni se si considera che, nonostante la coraggiosa scelta del reading, lo spettacolo è riuscito a tenere sempre alta l’attenzione di un pubblico misto che comprendeva giovanissimi, giovani adulti ed anziani, a testimoniare il richiamo trasversale di Tabucchi, ancora molto forte a sei anni dalla sua scomparsa.
Mena Zarrelli
10 settembre 2018