Venerdì, 22 Novembre 2024
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Al teatro argentina, tutti i pezzi (o quasi) di una nazione finalmente incorniciati in un bel ritratto

Al Teatro Argentina, tutti i pezzi (o quasi) del Ritratto di una Nazione

Recensione dello spettacolo RITRATTO DI UNA NAZIONE – L’Italia al lavoro, in scena dall’11 al 16 Settembre 2017 presso il Teatro Argentina di Roma

Una composizione polifonica, sia per genere che per contenuto, quella che da lunedì 11 a sabato 16 Settembre fluttua sul palcoscenico del Teatro Argentina di Roma; prima tappa di un progetto ampio, ambizioso, che in questi giorni muove i suoi primi passi verso una completa maturità, che si auspica arriverà entro il 2018, con il completamento di tutte le venti tessere di questo “paesaggio teatrale” immaginato dalle menti di Antonio Calbi e Fabrizio Arcuri.

Il primo tempo di un mosaico che si configura come un viaggio condensato e concentrato nel cuore dell’Italia e degli italiani, percorrendo il fil rouge etico, estetico e poetico del lavoro, e che si addentra nel cuore delle prime nove regioni italiane attraverso le voci e le visioni di altrettanti autori che, col proprio assortimento linguistico ed emotivo, scrutano e indagano attorno ad una tematica oggi ancora tanto viva e pulsante da rispecchiarsi fisiognomicamente nei volti dei protagonisti, scavati come da solchi di un aratro. Una creazione corale, responsabilmente collettiva, che scavalca la zona ordinaria della giusta ed adeguata durata o della produzione narcisista di un unico autore ma, al contrario, scava a fondo nella multidisciplinarietà, dando vita ad un ecosistema di persone dove le differenze di potenziale non sono altro che generatori di energia, un’energia che si irradia attraverso scritture, parole e generazioni diverse, così come anche dal potente set virtuale e dalle musiche dei Mokadelic, ai quali è senz’altro riconosciuta una meritata menzione d’onore.

La colonna sonora, che si aggomitola sinuosamente tra un quadro e l’altro, è, infatti, una materia animata, capace di qualunque metamorfosi, in costante movimento sulla sua impalcatura di ferro dalla quale vigila e racconta, e da quelle note piovono piccoli trucioli di storie, alcune dai toni dolci e acustici e altre dai colori grezzi e disumani. Ecco, allora, che si dipanano sul proscenio realtà offuscate, dal sapore agro-dolce, che si perdono nel tempo senza capire più se rappresentano un passato dal quale ci siamo salvati o un presente che continua ad opprimerci. Abbandono e speranza, sostanze di quelle melodie, si mescolano in maniera incessante, nella ricerca di un equilibrio umano e sonoro, come il battito cardiaco delle percussioni che si fanno voracemente strada tra i volumi graffianti e vorticosi della sonorità elettronica.

Ogni ritratto, ciascuno della durata di circa 30 minuti, illustra dunque la propria storia, condividendo con le altre l’obbiettivo narrativo, ma ognuno attraverso punti di vista differenti. Se ne ottengono composizioni estremamente coinvolgenti, ispirate a fatti di cronaca avvenuta, come il quadro dedicato alla Sicilia di Davide Enia, che scaraventa il pubblico nella quotidianità di un sommozzatore allenatosi “a lanciare bambini che agonizzano in mezzo al mare”, o come la pièce di Ulderico Pesce sulla Basilicata, la terra della Madonna nera, come il petrolio che avvelena il sangue, il cuore e la coscienza; d’altro canto, però, un’opera così maestosa, seppur ancora nella crisalide del suo compimento, non riesce a evitare scosse e squilibri, che inevitabilmente causano diradati cali di ritmo e di interesse e che ripiegano ad esempio i propri contenuti su scelte linguistiche troppo limitate, come nel caso dell’affresco sul Veneto di Vitaliano Trevisan, che adotta un dialetto invadente e assolutamente poco comunicativo, delimitando così un’invalicabile confine tra palco e platea che annienta la forte simbiosi partecipativa venutasi a stipulare pochi minuti prima. 

Così come lo spettacolo, anche l’Italia, e il lavoro che le scorre dentro dalla vena più nordica a quella più calda e meridionale, sembrano sempre più frammentati e disgiunti, per potenzialità e possibilità, ma è bello vedere come questi pezzi trovino, proprio a teatro, lo spazio in cui poter avere modo di combaciare formando lo splendido quadro che, nonostante tutto, è stato e sempre sarà il nostro bel paese.

 

Giuditta Maselli

15 settembre 2017

 

informazioni

I quadri in scena:

 

RISULTATO DA LAVORO prologo
di Elfriede Jelinek
traduzione di Roberta Cortese
con Maddalena Crippa


ETNORAMA 34074 (Friuli Venezia Giulia)
di Marta Cuscunà
con Francesca Mazza
e con Antonio Bannò, Antonietta Bello, Vincenzo D’Amato, Fonte Fantasia, Cosimo Frascella, Alessandro Minati
Paolo Minnielli, Martina Querini, Stefano Scialanga


SCENE DALLA FRONTIERA (Sicilia)
da Appunti per un naufragio
di e con Davide Enia
musiche di Giulio Barocchieri


REDENZIONE (Lombardia)
di Renato Gabrielli
con Michele Di Mauro
e con Antonio Bannò, Antonietta Bello, Vincenzo D’Amato, Fonte Fantasia, Cosimo Frascella, Alessandro Minati
Paolo Minnielli, Martina Querini, Stefano Scialanga, Francesca Zerilli

 

30 MINUTI (Calabria)
di e con Saverio La Ruina
e con Cecilia Foti
Il pezzo di 30 minuti in rappresentanza della Calabria non andrà in scena
per motivi familiari dell’autore e interprete e verrà rappresentato nella versione integrale.


PANE ALL'ACQUASALE (Puglia)
di Alessandro Leogrande
con Michele Placido
e con Antonio Bannò, Alessandro Minati, Vincenzo D’Amato


SALUTI DA BRESCELLO (Emilia Romagna)
di Marco Martinelli
con Gigi Dall’Aglio, Gianni Parmiani
e con Antonietta Bello, Fonte Fantasia, Cosimo Frascella, Alessandro Minati, Paolo Minnielli, Martina Querini, Stefano Scialanga
Si ringrazia per la collaborazione alla regia Marco Martinelli


FESTA NAZIONALE (Sardegna)
di Michela Murgia
con Arianna Scommegna
e con Fonte Fantasia


PETROLIO (Basilicata)
di e con Ulderico Pesce


NORTH BY NORTH-EAST (Veneto)
Coffee shop e Start-up
un dittico di Vitaliano Trevisan
con Giuseppe Battiston, Roberto Citran, Vitaliano Trevisan


MECCANICOSMO (Lotte sindacali)
di Wu Ming 2 e Ivan Brentari
testo tratto da Meccanoscritto, di Collettivo MetalMente con Wu Ming 2 e Ivan Brentari, edizioni Alegre 2017
con Paolo Mazzarelli, Lino Musella, Filippo Nigro
e con Vincenzo D’Amato, Cosimo Frascella, Alessandro Minati

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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