Intervista a Federica Galimberti che ci parla di “Hopera” in scena al teatro Parioli Peppino De Filippo di Roma il 31 gennaio e il 1 febbraio 2017
In Hopera vedremo la tua compagnia danzare sulle arie di Verdi, Leoncavallo, Rossini, Handel, Mozart. Il tutto in modo anche inusitato, contemporaneo. In che modo avete lavorato per rendere questa commistione armonica e allo stesso tempo interessante per lo spettatore.
Partiamo dal presupposto che la compagnia è formata da elementi di diversa estrazione, possiamo trovale i poli opposti, dalla danzatrice di formazione classica a quello di formazione di break dance. Tutti i componenti sono dotati di una forte componente teatrale e riescono a ben amalgamarsi fra di loro, tanto che quando ballano insieme l’effetto è quello di una naturale armonia di corpi. Si tratta di un risultato dovuto a un processo graduale, durato anni, che ha permesso a ogni singolo componente della compagnia di trasmettere la sua esperienza e allo stesso tempo di assimilare quella degli altri.
Ecco, da quanti anni dura questo scambio?
Con Mattia De Virgilis e Francesco Di Luzio, gli atri due coreografi della compagnia, lavoro da oltre undici anni. Entrare nella nostra compagnia non è semplice, serve avere una grande teatralità e capire che si lavora sempre per il pubblico, per la platea.
Da dove nasce la vostra idea di danza?
Dal fatto che collaborando insieme cercavamo, attraverso l’espressione corporea, di essere liberi dagli schemi: invece di incanalarci nelle classiche categorie abbiamo cercato qualcosa di nuovo e quel nuovo è stato questo. Non facciamo parte di una categoria ma cerchiamo di abbracciare il tutto, per me non dovrebbero esserci differenze… anche perché questo è il significato di contemporaneo, è l’evoluzione più giusta. Naturalmente questo è un concetto ben più difficile da far digerire nei luoghi più legati alla tradizione, meno pronti all’innovazione. Difatti è all’estero troviamo il maggior gradimento da parte del pubblico.
Il pubblico italiano, invece, come digerisce i vostri spettacoli?
Una volta che il pubblico è in sala, e parlo dal bambino che va dai 5 anni al signore di 90, reagisce sempre benissimo perché escono molto divertiti dallo spettacolo. Difficilmente troviamo un pubblico che lì per lì non capisce, alla fine si sciolgono tutti. Spesso a fine spettacolo le persone si sono fermate per dirmi di essere rimaste stupite di quanto si sono divertite, una cosa che, trattandosi di uno spettacolo di danza, per loro è strana.
Nel tuo precedente lavoro “Attacchi di pane” volevi rappresentare gli istinti, e gli attacchi d’isteria dell’uomo, con Hopera invece?
Con Hopera, l’uomo è protagonista, è come un sogno, la rappresentazione inizia con un ragazzo, che rappresenta il mondo reale, che dorme… si sveglierà in un posto diverso. Lui è vestito di grigio e gli altri ragazzi invece sono colorati, questi lo porteranno a scoprire i suoi sogni e pian piano gli faranno scoprire le mille sfumature dei colori. Dal grigio e dalla monotonia troverà uno spiraglio di luce attraverso la fantasia, che è una delle più grandi bellezze che ci sono al mondo.
Vuoi quindi far sì che il pubblico possa riavvicinarsi alla “grande bellezza” con la colonna sonora del “Bel canto” italiano… ma cosa significa oggi parlare di grande bellezza?
Per noi la grande bellezza è la semplicità. Semplice come l’essere di ognuno di noi, la nostra compagnia non cerca l’estetica ma le emozioni che sentiamo con il cuore e con la pancia.
Enrico Ferdinandi
20 gennaio 2017
informazioni
TEATRO PARIOLI
http://www.parioliteatro.it/parioli-in-danza/hopera/
31 GENNAIO e 1 FEBBRAIO 2017
Il GDO
presenta
Mattia De Virgilis, Francesco Di Luzio, Federica Galimberti
Hopera
Team Coreografico: Mattia De Virgilis, Francesco Di Luzio, Federica Galimberti
Musiche: Verdi, Leoncavallo, Rossini, Beethoven, Mozart
Consulenza musicale: Marco Schiavoni
Regia e Direzione Team Coreografico: Federica Galimberti