Sabato, 23 Novembre 2024
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Todi Festival 2020: quando ricominciare è il vero successo

Un’edizione ridotta a quattro giornate (3- 6 settembre) e non più le consuete nove. Uno dei tanti riflessi delle conseguenze del Covid che potrebbero tradursi in una partecipazione in tono minore di pubblico, intimorito dal nemico silenzioso. Ma la motivazione di continuare a far esistere ciò che da trentatrè anni c’è “sempre stato” è stata altresì contagiosa, impartendo nuova linfa vitale all’intera platea.   

Effettuare un bilancio finale sull’esito di Todi Festival 2020 in una stagione segnata dall’emergenza Covid rischia di condurre a conclusioni che mancano di prendersi cura della soggettività. Sarebbe impossibile ed ingiusto misurare il peso della paura: essa ha una propria storia iscritta in ognuno di noi ed è ingiudicabile. 

Il mese di Settembre a Todi sembra condensare le peculiarità di quello appena trascorso e quello che seguirà, regalando azzurre giornate estive, le ultime musiche delle cicale e fresche serate limpide dove le costellazioni sembrano più vicine e raggiungibili allungando la mano. Ma Todi è un borgo caratterizzato anche da una forte spiritualità e da preziosi silenzi che sembrano dialogare, senza contrapporsi, con la “parola”, protagonista del Festival. Parola recitata, parola per insegnare, parola cantata. Gli ospiti sembrano aver colto la doppia essenza della città, lasciando che le giornate avessero come unica protagonista l’intimità dei vicoli solitari, delle Chiese e dei vasti paesaggi collinari, a tal punto da far dubitare sull’esistenza di “pubblico”. Ma l’arte contiene sempre una componente di misteriosa intellegibilità. Così nell’arco di tre serate e un pomeriggio, il Teatro Comunale si colora, come incantesimo, di spettatori appassionati, desiderosi di oltrepassare la patina di timore, facendo registrare numeri da sold out. La volontà di non arrendersi ha vinto sulla paura, trovando il giusto equilibrio nel concetto di “prudenza senza rinunciare al mondo”: la stessa chiave promossa dal direttore artistico del Todi Festiva 2020, Eugenio Guarducci. 

Ad aprire la manifestazione, giovedì 3 settembre, lo spettacolo Era un fantasma, diretto da Lorenzo Lavia, ha raccolto immediata approvazione creando una scia di rinnovato entusiasmo. Su tale flusso si sono inseriti con egual consenso gli spettacoli successivi: Enrico IV a scuola di re, di Andrea Pennacchi The darkest night, di Davide Sacco e, nella pomeridiana del 6 settembre L’amore indagato, omaggio a Raffaele La Capria, diretto da Pierpaolo Sepe. Parallelamente agli eventi teatrali in scena, è apparsa convincente l’iniziativa della prima edizione del T- Short: un laboratorio di scrittura scenica presente nelle quattro giornate del Festival. Confermato invece, per il quarto anno consecutivo, il Todi Off, ovvero una rassegna di teatro contemporaneo che nella convivenza artistica di professionisti e giovani esordienti trova la sua peculiarità. Tale format, sviluppato anch’esso in quattro giornate, ha visto il teatro tradizionale alternarsi a quello di ricerca e quattro incontri di formazione avvicendarsi con altrettante Masterclass. 

A speziare ulteriormente il Festival, la rassegna Incontri con l’autore ha creato una raffinata alternativa alla matrice prettamente teatrale. In una serie di appuntamenti aventi luogo nei posti più suggestvi della città, sono stati presentati alcuni dei libri più significativi alla presenza degli stessi autori con i quali è stato possibile interagire per cogliere al meglio l’essenza del loro lavoro. 

Quando i toni si fanno più acuti, il pubblico risponde in crescendo. Il concerto di Max Gazzè in Piazza del Popolo, domenica 6 settembre, ha decretato la conclusione del Todi Festival e, al contempo, il suo successo attraverso quel tutto esaurito che oltrepassa il mero concetto numerico e diviene metafora di un ritorno alla vita. E quando si vive lo si fa in modo ben calibrato e preciso, senza necessità di apparire bensì di “stare” solamente in quegli scenari che più ci sono mancati.  

 

Simone Marcari

16 settembre 2020

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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