Interessantissima proposta del batterista che ha suonato in tutto il mondo al fianco dei grandi della Musica.
U.T. Gandhi è musicista raffinato.
Autodidatta , si è guadagnato una grande credibilità, lavorando moltissimo, studiando, cercando di carpire i segreti dei grandi con cui ha lavorato in una carriera ultraquarantennale.
Bene lo descrive una frase della sua biografia ‘U.T. Gandhi Diario di un autodidatta’, pubblicata qualche anno fa: “Io non credo di avere talento, ma ho un enorme rispetto per la musica. Io ho sempre dato il cento per cento, perché per me la musica è vita totale e per fare questo lavoro credo sia fondamentale provare rispetto per la musica, per musicisti e per tutti i colleghi. C’è sempre da imparare da tutti”.
Cresciuto ad Osoppo, paese devastato dal terremoto del 1976, è stato figura importante, per la rinascita culturale del Friuli post sisma, sempre impegnato nel sostenere iniziative e cercare di trasmettere passione, in una zona che dovrebbe avere la ricchezza dei territori di confine, ma che troppo spesso invece si riduce ad essere una triste periferia, pigra imitatrice di movimenti testati altrove.
U.T Gandhi non si è mai piegato a questa logica di sudditanza e con caparbia dedizione alla Musica, si è posto al servizio dell’arte vera, sempre con un profilo basso, senza mai cercare occasioni per emergere sgomitando, ma pronto a dare tutto sé stesso per il pubblico ed il piacere di suonare.
Il suo curriculum è amplissimo e ricco di collaborazioni importanti ed incontri preziosi, da leggende come Enrico Rava , gli Area, Joe Zawinul, a sensibili poeti quali Sergio Endrigo e Bruno Lauzi, a cantanti di autentico spessore come Simone Cristicchi, Amara, Elisa, solo per fare i primi nomi che vengono in mente .
Proprio perché figura ‘anarchica’ rispetto al sistema commerciale imperante, ha impiegato più di dieci anni per realizzare questo nuovo disco: ‘Farewell Dance’,nel quale suona la batteria, le percussioni, il pianoforte, il Fender Rhodes, il basso elettrico, le tastiere, il vocoder, il samplers, i loops, il live electronics , oltre ad occuparsi della direzione musicale.
Al suo fianco, amici di sempre e compagni di arte: Danilo Gallo (basso elettrico), Federica Copetti e Maurizio Tatalo (voce), Rudy Fantin e Paolo Corsini (Fender rhodes), Nevio Zaninotto (sassofono soprano), Michele Rabbia ( percussioni), Massimo De Mattia (flauto), Denis Biason (oud), per un lavoro che vale la pena di ascoltare, riascoltare, sul quale riflettere, per il suo essere aristocraticamente popolare , ricco nella sua essenzialità, mai scontato e mai prevedibile, coraggiosamente multietnico ma al tempo stesso ecumenico.
Si apre con ‘Os-Opum’, un calembour con il nome del paese dove abita il musicista, giocato su atmosfere rarefatte che insistono su una struttura modulare ricca di rimandi, sulla quale insistono sonorità di grande suggestione.
‘Badia’ firmato, come altri tre brani, da Joe Zawinul, il leader dai Weather Report, è reso con una ritmica interessante, che dopo un inizio dai tono medio-orientali, ci trasporta in atmosfere accattivanti che evocano visioni assolute e metafisiche.
‘The last Pilgrim In Rosazzo’s Abbey’ è un viaggio interiore , che rimanda ad incontri preziosi, resi con armonie ora flessuose, ora sensuali in un crescendo di vita e di sonorità.
Un percorso che trasuda di libertà e consapevolezza, gratitudine e stupore, anche grazie alle voci di Federica Copetti e di Maurizio Tatalo, che brillano anche ‘Santa Colomba’s Cave’, suggestiva sperimentazione di idiomi misteriosi, colori purissimi, sensazioni arcaiche ma ben delineate.
‘Music for the world’ è l’occasione per U.T. Gandhi di mettere in gioco ancora una volta il suo talento di polistrumentista, capace di far germogliare poesia da qualunque strumento affronti.
‘Far East Tribes’ evoca un oriente misterioso e mitico. Un non-luogo nel quale sembrano volare , su un cielo di note, canti misteriosi, arcaici , ipnotici, eppure debitori della lezione classica delle variazioni e dei crescendo.
A sottolineare che l’Arte non ha luoghi e non ha tempo.
‘Second Sunday in August’, dimostra l’affinità, peraltro sempre proclamata, fra questo musicista e Joe Zawinul . U.T. Gandhi fa suo il pezzo in modo profondo, senza però trasformarlo, ferirlo, usarlo, come troppo spesso accade con le cover.
Una lezione di stile e di misura, che forse ha l’apice nel momento in cui le pause si trasformano da vuoto ad eco della musica che arriva.
‘Infinite Searcher’ è un intenso rincorrersi di idiomi, di parole e di suoni, di presente e memorie del passato.
‘Remembering Joe’ è un brano intenso, di ampio respiro e dalla ritmica reiterata, nel quale la bravura tecnica non è ostentazione, ma strumento narrativo. Un dialogo che supera la dimensione contingente per riannodare le fila con chi si vuole ritrovare.
‘Curandero en Salta’ vede la partecipazione di Michele Rabbia alle percussioni e racconta il trionfo dei colori dell’esistenza, attraverso una tavolozza musicale amplissima, tratteggiata con sapienza.
‘Last Boogie Woogie’ è una comunione fra culture, stili, strumentazioni, sperimentazioni, perfettamente riuscita e molto ricca di stimoli.
‘Dance for Palmira’ evoca un viaggio, come se una carovana di tuareg partisse per il deserto, con passo ondeggiante, giungesse ad un’oasi e questa si popolasse davanti ai nostri occhi: ballerine flessuose, mercanti veloci, bambini festanti, donne intente al lavoro.
A rendere ancora più suggestivo questa specie di sogno, il fatto che ogni suono sia frutto della bravura di polistrumentista di T.U. Gandhi.
Enrico Rava, autentica fondamenta del Jazz mondiale,ha lavorato a lungo con il batterista friulano, che gli dedica ‘Milestones’ . Ancora una volta una scelta raffinata ed una esecuzione leggera, quasi un refolo di vento, ebbro di musica, suggestioni, eleganza.
In ‘Zawinul’s Spirit Lives’ si incontrano atmosfere Jazz e ritmiche Funky, melodie multietniche e sperimentazioni coraggiose.
Nevio Zaninotto suona il sassofono soprano per ‘In a Silent way’ , brano dall’arguta alternanza di ritmi ed atmosfere.
Infine ‘Farewell Dance’ apparentemente un viaggio nel mondo ma sostanzialmente un modo di mettere a nudo l’ anima di un artista che sul palcoscenico offre una sferzata d’emozioni autentiche, persino brade tanto sono potenti, ma che ha dimostrato di reggere benissimo anche la prova discografica, realizzando una sequenza narrativa che invita al riascolto, alla riflessione individuale, alla scoperta, anche di sé.
Gianluca Macovez
9 aprile 2025
informazioni
U.T. GANDHI
Farewell Dance
Con la partecipazione di : Danilo Gallo (basso elettrico), Federica Copetti e Maurizio Tatalo (voce), Rudy Fantin e Paolo Corsini (Fender rhodes), Nevio Zaninotto (sassofono soprano), Michele Rabbia ( percussioni), Massimo De Mattia (flauto), Denis Biason (oud)
Registrato al Mahatmamusic Studio Report di Osoppo dal 2009 al 2021