Recensione del concerto musicale Esplorando Beethoven eseguito nell'Aula Magna della Sapienza il 18 marzo 2017
E' tornato a Roma, per concludere il ciclo di esecuzioni dei Quartetti di Beethoven iniziato nel 2014 nell'ambito del progetto Studiare con la IUC, il Quartetto di Cremona che questo stesso anno, ha terminato, per la casa discografica Audite, l'incisione dell'integrale degli stessi.
Un pomeriggio, quello del sabato appena trascorso, che ci ha permesso, all'Aula Magna della Sapienza, di ascoltare, in ordine di esecuzione, tre composizioni da camera del grande Musicista tedesco, emblematiche sia della maturazione nella ricerca artistica sia dell'evoluzione del suo percorso stilistico.
Ha aperto la serata il Quartetto in si bemolle maggiore op. 18 n. 6. Composto tra i 28 e i 30 anni risente ancora sul piano compositivo, come si percepisce fin dalle prime battute, dell'influenza di Haydn e Mozart ai quali si aggiunge, sul piano stilistico, un continuo gioco chiaroscurale che l'allora giovane Beethoven attuava con un sottile interpolarsi di suggestioni emotive oscillanti in modo discontinuo tra l'allegro e il malinconico.
Ha proseguito poi con il Quartetto in mi minore op. 59 n. 2 dove Beethoven, a sottolineare il continuo ricercare e studiare la sua arte, a distanza di 5-6 anni cambia completamente le carte in tavola gettando le basi concrete di un nuovo modo di scrivere la musica da camera dove all'esecutore si richiede una diversa concentrazione e una maggiore attenzione e all'ascoltatore, fino a poco prima totalmente passivo, invece, un ruolo sempre più attivo.
Secondo di tre quartetti composti su richiesta del conte Andrej Kyrillovic Rasumovskij, ambasciatore dello Zar presso la corte asburgica, a cui è anche dedicato, proprio per la nuova forma che Beethoven attua nel suo stile compositivo fin dalla prima esecuzione non verrà apprezzato, nonostante sia pervaso da un'apertura tempestosa e solenne e una chiusura impetuosa come una cavalcata.
Ha concluso la serata il Quartetto in fa maggiore op. 135 al quale non è seguito nessun bis poiché va da sé che sarebbe stato praticamente inutile aggiungere altro.
Meno complesso rispetto ai suo predecessori è l'ultima opera di Beethoven, composta poco prima di morire. Come tutta la sua produzione della maturità è totalmente slegata da ogni forma del tempo ed è quindi priva di elaborazione tematica e di percorso direzionale. Anche se nelle prime battute sembra procedere a ritroso, infatti lo scambio tra gli strumenti sembra ed è un dialogo molto semplice, le pieghe che da lì a poco prenderà lo svilupparsi della partitura sono davvero molto interessanti. La tecnica della variazione largamente adoperata in quest'ultimo periodo dal Compositore tedesco raggiunge nel suo "canto del cigno" per archi una complessità e una finezza senza pari.
E' interessante, oltre che curioso, citare l'aneddoto legato alla questione dei tre movimenti originari divenuti poi quattro per esigenze di stampa: Originariamente Beethoven aveva pensato a un quartetto ripartito in tre movimenti (infatti il Lento assai, cantante e tranquillo che originariamente posto a conclusione dell'op. 135 raggiunge vette poetiche altissime) ma diverse pressioni da parte dell'editore portarono il compositore tedesco ad aggiungere in ultimo un Grave ma non troppo – allegro che intitola << Der Schewer gefasste Entschluss >> (<< La decisione difficile >>) e comincia con una domanda << Muss es sein? >> (<< Deve proprio essere? >> alla quale segue una risposta << Es muss sein! >> ( << Sì deve essere! >>).
Ancora una volta l'ascolto di Beethoven ci ha dimostrato come quasi due secoli non abbiano minimamente scalfito partiture che oggi come allora lasciano con tante considerazioni da fare, in particolar modo op. 135 che ascoltata con attenzione non può che consacrare il Compositore di Bonn ad autore che sconfina ancora oggi oltre il contemporaneo. L'impeccabile esecuzione del Quartetto di Cremona ha ammutolito il pubblico dal primo all'ultimo accordo, chiudendo in bellezza il ciclo di esecuzioni programmato.
Fabio Montemurro
23 marzo 2017