Recensione di ‘Eri con me’ concerto di Alice su musiche di Battiato in scena al Castello di San Giusto di Trieste il 9 luglio 2023
Alice, ormai da molti anni, porta in tournée uno spettacolo dedicato a Franco Battiato. Con il passare del tempo la scaletta è cambiata, è cresciuta con il mutare degli eventi ed adesso è un assoluto ed affettuoso omaggio al musicista siciliano.
Una sequenza lunghissima di sold out, testimoniano il valore di questa proposta, straordinariamente intensa e soprattutto di rara autenticità.
La collaborazione fra la cantante forlivese ed il Maestro Battiato è decisamente antica: inizia oltre quaranta anni fa.
Dal loro incontro sono nati ‘Per Elisa’, ‘ I Treni di Tozeur’, ‘Veleni’ e tanti altri gioielli, per parafrasare parte del titolo di un album del 1985 nel quale Alice già reinterpretava i capolavori del musicista siciliano.
La serata triestina è stata di enorme presa emotiva.
Accompagnata da due superlativi musicisti, Carlo Guaitoli al pianoforte e Chiara Trentin al violoncello , Alice si è fatta strumento per Battiato.
Al servizio della musica e dei testi del compositore, ha proposto una scaletta di grande impatto, scegliendo sempre di stare un passo dietro al Maestro, pur mostrando uno strumento vocale di magnifica estensione, omogeneo, ricco di colori ed opulento negli armonici.
Acuti solidissimi, fiati lunghissimi, passaggi di ottava affrontati con leggiadra sapienza, ma mai una ostentazione, nessun inutile orpello per ricordare la propria abilità, nessun autocompiacimento.
Ogni brano era travolto dal consenso del pubblico, ma quando gli applausi erano strabordanti, ecco il gesto al cielo per inviarli a Battiato, la condivisione con i musicisti , definiti ‘angeli custodi’, persino la fuga nell’ombra, quasi che nel vuoto del palcoscenico prendesse forma lo spirito del Maestro a raccogliere il tributo del pubblico che riempiva ogni ordine di posti del Castello di San Giusto, una delle sedi storiche degli eventi estivi triestini.
Una lezione di stile ed eleganza, un affetto rispettoso che ha stregato la platea.
Il concerto, una sorta di lungo dialogo dai toni metafisici, si apre con ‘ Da Oriente ad Occidente’, cantata con l’accompagnamento essenziale di Guaitoli. Brano breve, senza ritornello, che la versione di Alice sublima in una creazione dai toni poetici assoluti.
Un incipit quasi brusco, che cala nella giusta dimensione narrativa. Si passa al brano che da’ il titolo alla serata: ‘Eri con me’. Il testo viene scavato, esplorato nei minimi dettagli dall’ uso sapiente della voce, che pare procedere su due piani distinti. Un monologo interiore, nel quale la cantante sembra si specchi nelle parole del Maestro.
‘Lode all’inviolato’ consente ad Alice di giocare con il suono, proponendo un gioco di tremolii, raffinatissimi, per descrivere la fatica del percorso, che duellano con passaggi stentorei, quasi dogmatici nella seconda parte del brano, nel quale la frase finale si fa vento, che sbugiarda il demonio.
In ‘Nei giardini della preesistenza’ il canto sembra sporcarsi di vita, diviene sussurro, lamento, a contrastare la purezza del suono del pianoforte, che pare fecondare con le sue note la superficie di un mondo primordiale.
Alice introduce ‘Veleni’, spiegando che è l’ultima canzone scritta per lei e riesce a cesellare un racconto personale ed universale al tempo stesso, nel quale la consapevolezza si fa’ ricchezza. Un canto potente, un suono sicuro, una tavolozza ricchissima, per una sorta di considerazione in musica.
‘L’addio’ diviene delicata evocazione letteraria e pittorica, che pare profumare di Checov e Chagall grazie ad un impiego della voce che alterna slanci dai sapori romantici e momenti di grande introspezione.
Un delicato pastello musicale, nel quale le parole si fanno musica, i suoni poesia liberatoria.
L’ultima nota, eseguita come se si fosse rotta, ma perfettamente controllata , è una lezione interpretativa.
‘L’animale’ è racconto coinvolgente, che aumenta il pathos della serata, al punto che ‘Segnali di vita’ appare, nonostante l’impegno del testo e l’impiego sapiente della vocalità che scava il ritornello asciugando al massimo le armonie, quasi un momento di pausa in questo crescendo emozionale.
‘Un ‘altra vita’ è una diagnosi spietata del nostro tempo, nella quale la voce, calda e calibrata, ben riesce a descrivere il mondo ideale in contrasto con la dimensione descritta dal testo.
Abbandonata alle armonie, costruendo suoni di opulenta bellezza, che accarezzano le geometrie sonore, Alice pastella un ‘Io chi sono?’ nel quale la frase musicale si fa fascio luminoso, purissimo, capace di cedere il testimone alle note del pianoforte , per mantenere aperta una domanda che troverà risposta, come ci spiega la cantante, nel successivo ‘Gli Uccelli’, nel quale il canto, diviene autentico volo musicale.
‘Povera Patria’ è vestita, in tutta la prima parte, di malinconia struggente, con una costruzione vocale che va aprendosi sul finale, quando le atmosfere da coro greco vengono sostituite da un declamato ricco di armonici, con un canto che diviene un sussurrato e musicalissimo recitativo intriso di determinata speranza.
Si prosegue con una versione musicalmente interessantissima di ‘Il re del mondo’, nella quale Carlo Guaitoli e Chiara Trentin affiancano il canto offrendo una prova di rara bravura.
‘Summer on a solitary beach’ dimostra la grande capacità di lettura ed interpretazione di Alice, che riesce a trovare sfumature inedite nel popolare brano di Battiato, rinunciando ai passaggi più accattivanti, a vantaggio di una interpretazione intensa, essenziale, per la quale la voce si dispiega in una tavolozza in continua evoluzione, capace di farci vedere il movimento delle onde, quasi anche la sensazione della temperatura dell’acqua, fino a disegnare una calma piatta, alla ricerca di un approdo, che è ciascuno di noi.
Quando Alice affronta quelli che sono stati suoi cavalli di battaglia, sembra voler trasformare il pezzo, per non sovrapporre la sua popolarità alla musica di Battiato.
‘I treni di Tozeur’ diviene un capolavoro, dai toni quasi sinfonici, con la voce che corre sul pentagramma, percorrendo le ottave senza fatica, sfuggendo facili effetti e trascinando il pubblico a vere acclamazioni, che si rinnovano, ancora più convinte su ‘Prospettiva Nevski’, delicatissimo acquerello di commovente eleganza, nel quale suono e parola riescono a dialogare per plasmare immagini di struggente nitore.
Questo viaggio, iniziato malinconico, assume, all’avvicinarsi della conclusione, toni ebbri di fiduciosa speranza: è il caso di ‘La Stagione dell’amore’, nel quale la cantante riesce a trovare una purezza di suono di grande effetto e dei toni quasi affettuosi nel suo canto sapientemente dosato.
Un viaggio intorno a Battiato, nel suo mondo, è cesellato da ‘E ti vengo a cercare’, che a questo punto smette di essere un brano musicale, per divenire un dialogo che appare spudoratamente vero fra Alice ed il compositore siciliano. Inizia cantato, per diventare parlato, poi suonato, poi ancora cantato, poi ancora magnificamente suonato, abbattendo divisioni e categorie, in cerca di una libertà di pensiero anarchicamente pura.
Se una osservazione si può fare a questa serata è che il clima narrativo è francamente coinvolgente ed a tratti persino troppo appassionante.
Una sensazione che l’esecuzione di ‘La cura’ trasforma in grata emozione, quando non in pianto , che si concretizza in ovazioni finali ed una standing ovation entusiastica, non comune per il pubblico triestino,
Assumono a questo punto un tono quasi liberatorio due grandi classici del repertorio di Alice: ‘Chanson égocentrique’ e ‘Per Elisa’, cantati privilegiando la componente narrativa invece che la piacevolezza musicale.
A chiusura della serata, trionfale, la proposta di ‘L’era del cinghiale bianco’, scelto, spiega la cantante, perché era il brano con cui lei e Battiato aprivano i concerti dell’ultima tournée fatta insieme.
A dimostrazione che gli Artisti sono immortali. Possono cambiare forma ma non sostanza.
Gianluca Macovez
24 luglio 2023
informazioni
‘ERI CON ME’
Con Alice , voce
Carlo Guaitoli ,pianoforte
Chiara Trentin ,violoncello
Trieste, Castello di San Giusto , 9 luglio 2023