Report del Concerto in memoriam del compositore Robert Kahn nella Sala Accademia del Conservatorio di Santa Cecilia il 12 febbraio 2016
Per molti Robert Kahn è l'inventore del protocollo TCP/IP... questo caso di omonimia può sembrare uno dei tanti scherzi, forse il più recente, che il Fato ha voluto riservare a ben altro Robert Kahn, grandissimo e altrettanto obliato compositore tedesco vissuto a cavallo tra 1800 e 1900 che ha saputo incarnare a pieno l'essenza stessa della musica classica contemporanea che è, sì legata a una concezione tradizionale dell'espressione artistica, ma che con l'avvento delle avanguardie guarda con grane interesse anche all'innovarsi e rinnovarsi del linguaggio musicale.
Il concerto celebrativo che ha avuto luogo nella Sala Accademia del Conservatorio di Santa Cecilia il 12 febbraio ha voluto ripercorrere la carriera di questo grandissimo pianista che ebbe la fortuna di essere allievo di Brahms e che a sua volta fu maestro di Rubinstein, Kempff, Leitner, Nikolas, Raphael e Klingler.
Fondamentale fu il suo apporto compositivo nel campo del Lied; scrisse ben 37 raccolte di Lieder con pianoforte. Durante la celebrazione sono stati eseguiti Zwei Lieder Op. 34 (Du bist die Rose meiner Liebe, Liebster), Obdach der Liebe Op. 6 nr. 5, Zwei Lieder Op. 44 (Nӓnie, Der Abend), Es war der Tag, Op. 61 nr. 10, Erinnerung Op. 65 nr.1, Der trӓumende See Op. 20 nr. 1.
E' interessante sottolineare come, nonostante in ogni composizione si noti sia l'influenza tecnica di Brahms sia quella espressiva di Schubert, per Kahn melodia e accompagnamento col pianoforte svolgano principalmente una funzione descrittiva dei versi musicati e dell'atmosfera emotiva che gli stessi evocano.
Del suo lavoro nell'ambito della musica da camera abbiamo avuto modo di ascoltare la Sonata per violoncello e pianoforte Op. 56, il Trio per violino, violoncello e pianoforte Op. 72 e Legende Op. 18 nr. 5 per pianoforte.
Nella Sonata si percepisce come la musica di Brahms abbia influito sul suo modo compositivo che nel Trio si lascia andare a diversi richiami di quello che possiamo definire uno stile molto più affine a Schumann pervaso però da una vena poetica che non lo abbandonerà mai come anche i tanti elementi armonico – compositivi che caratterizzano l'avanguardia musicale dell'inizio del XX secolo.
Legende si presenta come una composizione per pianoforte solo che pur riallacciandosi al discorso delle Danze Ungheresi si presenta sotto forma di rapsodia con chiari riferimenti espressivi a quello che è stato il lavoro di Liszt.
Ha chiusto la celebrazione la prima esecuzione nazionale in assoluto dei Sieben Lieder aus Jungbrunnen von Paul Heyse Op. 46 per violino, violoncello, pianoforte e voce; un lavoro ancora inedito in Italia del compositore tedesco al quale, come tutti gli altri Lieder, ha dato voce il baritono David Greiner, diretto pronipote e custode di tutte le composizioni di Robert Kahn e che ha anche fornito gli spartiti su cui poter lavorare.
Una celebrazione interessante alla scoperta di un autore poco frequentato, ottime esecuzioni e altrettanto bravi esecutori: Mauro Arbusti e Marina Cesarale (pianoforte), Alessandro Marini (violino), Francesco Marini (violoncello) e ultimo ma non ultimo ma già sopracitato David Greiner (baritono). Unica nota dolente, nonostante la gratuità dell'evento, il poco pubblico, ad evidenziare il dilagante disinteresse e la diseducazione all'ascolto dei nostri tempi.
Fabio Montemurro
15 febbraio 2016