Giovedì, 21 Novembre 2024
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Giallo all'italiana. Intrigante indagine su un sottogenere al di sopra di ogni sospetto

Recensione dell'antologia di scritti Giallo all'italiana edita dalla Compagnia dei Santi Bevitori di Pistoia. Una giovane impresa culturale in cui confluiscono competenze tipografiche, redazionali, grafiche ed editoriali affinate negli anni. Una piccola ma dinamica casa editrice con sede a Pistoia.

 

" [...] Subito riprese con rinnovata energia a mescolare metodicamente il beveraggio. Gira e rigira, senza fermarsi mai, e il rumore del cucchiaino sul bordo del vetro. Tan, tan, tan. Di seguito, di seguito, senza posa, eternamente. Gira, e gira, e gira, e rigira. Mi guardava sorridendo. Allora estrassi la pistola e sparai."

(Max Aub, Delitti Esemplari, 1961)

 

Poco più di un anno fa, un grande bistrattato della letteratura italiana del '900 avrebbe compiuto 100 anni.

Lo scrittore, giornalista, curatore editoriale, traduttore, critico letterario e cinematografico in questione era è e resta Oreste del Buono.

Nella dimenticanza generale di una (dovuta) celebrazione mancata, una piccola casa editrice di Pistoia, la Compagnia dei Santi Bevitori, lo ha omaggiato con un volumetto di 184 pagine, a cura di Elisabetta Camerlo con la consulenza di Loris Rambelli, che raccoglie diversi scritti, sparsi tra riviste quotidiani e libri, che coprono un arco di tempo di una quarantina d'anni nel corso dei quali l'intellettuale pogginco ha esaminato a più riprese il Giallo all'italiana.

Fin dal principio il grande interrogativo è stato: È mai esistito questo sottogenere?

Di fatto OdB pur dando di volta in volta, e nel complesso, un punto di vista originale e sempre molto personale, non riesce in definitiva a mettere del tutto a fuoco la questione. Una bella gatta da pelare o, se preferite, un grandissima patata bollente.

Un gruppo sparuto di autori e un insieme di caratteristiche identificative fin troppo avvolte dalla bruma della Bassa Bolognese di Macchiavelli quanto dalla nebbia della Milano di Scerbanenco non ha permesso, nonostante l'ottimo artigianato letterario di scrittori come Fruttero e Lucentini o Veraldi, di definire uno stile propriamente "italiano".

Nel Giallo si sa ci sono delle regole ben precise da rispettare e giallisti nostrani hanno fatto sempre di tutto per trasgredirle. Col senno di poi, a ben pensare, siamo riusciti anche nell'ardua impresa di portare scompiglio in un modo di narrare così tanto razionale e ordinato. Il corpus eterogeneo di questi scritti, interrompendosi nella seconda metà degli anni '90 per cause di Forza Maggiore, cerca di fare il punto di una situazione su un dibattito tutto italiano oggi come oggi più aperto che mai. L'editore Sellerio ne sa qualcosa.

A impreziosire ulteriormente questo volumetto, il racconto di Loriano Macchiavelli "Hanno ucciso Oreste del Buono" per la prima volta nella sua versione integrale (a suo tempo fu rimaneggiato dall'Editore senza l'autorizzazione dell'autore).

Oreste Del Buono, è stato per oltre cinquant’anni protagonista dell’editoria italiana, nelle molteplici vesti di scrittore, traduttore, giornalista, recensore, editor, scout, direttore di riviste e collane presso le più importanti case editrici e testate nazionali. Tra le numerose pubblicazioni sì ricordano La parte difficile (1947),  Il comune spettatore (1979), La debolezza di scrivere (1987), Amici, amici degli amici, maestri (1994).

 

 

Fabio Montemurro

12 ottobre 2024

 

Informazioni

Giallo all'Italiana

Compagnia dei Santi Bevitori

2023

Oreste del Buono

a cura di Elisabetta Camerlo

consulenza di Loris Rambelli

presentazione di Luca Crovi

con un racconto di Loriano Macchiavelli

Pag. 184

Copia cartacea 15 €


 

 

 La Platea, la rivista dedicata al mondo del teatro e dell'arte. Registrata al Tribunale di Roma, n° 262 del 27 novembre 2014
 

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