#recensione di La vita senza fard di Maryse Condé edito da la Tartaruga,casa editrice, parte integrante del gruppo Baldini & castoldi, che pubblica narrativa italiana e straniera scritta esclusivamente da donne.
La vita senza fard è il libro in cui Maryse Condé si racconta, ci narra la sua vita nuda e cruda senza imbellettamenti e senza edulcorala, proprio come evidenzia nel titolo. Fa rivivere al lettore gli avvenimenti della sua vita così come sono accaduti. È una scrittrice tardiva, ha iniziato a scrivere a 42 anni ma scrive in maniera sapiente e ciò le ha fatto meritare il premio nobel alternativo. Il New Academy Prize in Literature, istituito proprio per supplire alla mancanza del celebre riconoscimento.
Il libro è suddiviso in tre parti e racconta le tappe fondamentali della sua vita, una vita piena si sofferenze che ha però vissuto intensamente.
Il racconto parte da Parigi dove si è laureata alla Sorbonne per poi proseguire in Africa, una terra che l’ha affascinata ma che non l’ha mai accettata per quello che era e non è riuscita a comprenderla pienamente.
“Per quanto mi riguarda, non odiavo l’Africa. Sapevo ormai che non mi avrebbe mai accettata per quel che ero. Eppure non la consideravo affatto responsabile delle mie difficoltà, risultato delle mie personali decisioni. Ciò che mi angustiava, è il fatto di non riuscire ad afferrarla con esattezza. Troppe immagini tra loro contraddittorie finivano per sovrapporsi dentro di me. Non si capiva quale prediligere: quella complessa e priva di asperità degli etnologi...”
Con questo libro vuole rivelare il perché l’Africa abbia rivestito un ruolo fondamentale nella sua vita e nel suo immaginario di scrittrice.
Ciò che l’ha spinta come ha rivelato la scrittrice stessa sono le sue origini, è antillana e gli antillani discendono da schiavi africani: “Sono nata a Guadalupa, un'isola antillana in cui gli abitanti discendono da schiavi africani. Quando ho scoperto gli orrori di tutto quello che era successo, ho creduto che fosse mio dovere tornare in Africa e scoprire chi ero veramente, capire dove risiedesse la mia reale identità. Mentre vivevo in Africa, ho compreso con chiarezza come il colore della pelle non sia l'elemento più considerevole. È ben altro: devi condividere una cultura, una religione e tradizioni varie. Altrimenti sei considerato uno straniero”.
Maryse Condé ha vissuto in varie parti dell’Africa: Costa D’Avorio, Guinea, Gana, Senegal, luoghi che hanno segnato la sua formazione culturale e letteraria.
E lì in quei luoghi ha vissuto la loro storia, ha assistito a rivoluzioni, colpi di stato, all’affermarsi del socialismo africano, agli avvicendamenti del posto colonialismo.
Non ha avuto una vita facile, ha dovuto infatti crescere quattro figli da sola e barcamenarsi per sopravvivere. Ha vissuto quasi sempre ai margini della povertà, spostandosi continuamente per dovere e necessità. Alla continua ricerca di un lavoro che la soddisfacesse e solo con l’incontro del suo secondo marito, Richard Philcox, un professore inglese, ha capito che la scrittura era la sua strada La letteratura è ciò che le ha permesso di liberarsi riversando sulle pagine i suoi tormenti, le sue paure, i suoi sentimenti più profondi.
“La letteratura è lo spazio entro cui esprimo le mie paure e le mie ansie, in cui tento di liberarmi da molti angosciosi interrogativi.”
Nel suo percorso ha incontrato persone illustri del mondo intellettuale e politico, ha avuto continue relazioni sentimentali passionali che si sono sempre concluse con dolore.
“Vivevo una storia passionale. E la passione non procede per analisi, non fa la morale. Brucia, incendia e consuma.”
Importanti nella sua vita sono state anche le amicizie che ha incontrato nel corso degli anni, persone che l’hanno aiutata e le hanno permesso di superare le avversità.
Le hanno dato il coraggio e l’hanno trasformata nella donna forte e compassionevole che è diventata la prima presidente del Comité pour la Mémoire de l’Esclavage. Un comitato creato per vegliare sull’attuazione della legge Taubira, legge che nel 2001 ha dichiarato la schiavitù un crimine contro l’umanità.
Il linguaggio con cui si racconta è chiaro e preciso come in tutti i suoi racconti. Una scrittura senza fronzoli che racconta con veridicità e a volte con crudezza ciò che le è accaduto. Lo stile è accattivante e coinvolgente, trascina il lettore nella sua vita come in un romanzo avvincente. Maryse Condé ha vissuto una vita ricca di avvenimenti, una vita da raccontare ed è riuscita a descriverla con parole semplici ed efficaci.
Maryse Condé
Nata a Pointe -à- Pitre, Maryse Condé è una delle grandi scrittriici della letteratura contemporanea. Tra i suoi libri, ricordiamo in particolare Segù, La vita perfida, La traversata della Mangrovia, Io Tituba, strega nera di Salem. Dopo aver insegnato a lungo alla Columbia University, vive oggi tra Parigi e New York.
Debora Fusco
5 agosto 2020
Informazioni
La vita senza fard
Di Maryse Condè
La Tartaruga
Pag. 269
Cartaceo €18,05
Ebook €9.99