Recensione del libro E da una lacrima...la felicità di Marco Posata, edito da Santelli editore, casa editrice nata nel 1987 e divenuta una delle prime 100 case editrici italiane grazie alla propria solidità, alla storia al servizio della cultura e ai propri personaggi con la propria passione
Fin dove può spingersi una madre pur di riabbracciare il proprio bambino?
Lora, è una donna tunisina dal passato burrascoso, che dopo aver riacquistato la memoria assume la consapevolezza di aver abbandonato suo figlio ed inizia una disperata ricerca che la porterà a fare numerosi spostamenti, fino a giungere negli Stati Uniti.
La trama prende avvio da una prigione della contea di Bradfort, negli Stati Uniti, dove si trova la detenuta Lora che per mezzo di un’accurata analisi rievoca l’infanzia, l’uomo amato, il figlio abbandonato in un orfanotrofio e la sorella Najira.
È un romanzo di avventure ricco di situazioni insolite che a volte sembrano create apposta per arricchire il racconto. Il tema dominante è il viaggio inteso sia come un continuo spostamento da un luogo all’altro, sia come una ricerca interiore per trovare se stessi. I personaggi sono ben descritti ma è sull’aspetto psicologico che si sofferma maggiormente l’autore, quasi tralasciando l’aspetto fisico. Il personaggio maggiormente descritto attraverso una profonda analisi psicologica è Lora, la protagonista.
Come ha ben evidenziato Alessandro Quasimodo Posata ha svolto “una spietata analisi che a me, che ne ho studiato a fondo l'opera, suggerisce un accostamento, sicuramente audace, con Sigmund Freud.”
Sono trattati argomenti importanti come l’odio razziale, il dramma dei naufragi e la superficialità dei luoghi comuni. Lora e la sorella sono costrette ad imbarcarsi su una nave di profughi per riuscire ad arrivare in Italia proprio come tanti che cercano di arrivare nel nostro paese. Il viaggio sembra interminabile e sono obbligate a stare in condizioni disumane, in uno spazio ristretto, come purtroppo accade a tutti coloro che cercano di entrare in Italia clandestinamente. E come molto spesso succede, divengono vittime di un naufragio in cui molti dei profughi trovano la morte.
Il tema è sempre molto attuale e purtroppo non è ancora stata trovata una vera soluzione. Questo libro però riesce quasi a farci sentire quello che provano i milioni di profughi che ogni anno cercano di arrivare in un luogo migliore.
Ognuno di loro ha un motivo diverso e non è detto che voglia effettivamente restare in Italia ma le coste italiane sono il posto più vicino in cui attraccare.
Arrivati poi nel posto in cui decidono di stabilirsi, la loro vita non è semplice e spesso sono vittime di razzismo, trattati in malo modo. Le donne il più delle volte sono costrette a prostituirsi o ad essere il veicolo di trasporto della droga e a spacciarla. È questo quello che accade anche a Lora costretta a trasportare ovuli di droga in cambio della libertà.
Avrà una vita difficile, resa se è possibile ancora più ardua, dagli stereotipi sugli stranieri che si trovano così trattati male senza aver fatto niente.
Il romanzo quindi tratta argomenti interessanti ed attuali ma utilizza un linguaggio aulico, in alcuni frangenti troppo ricercato, che rende la lettura non molto scorrevole.
Si evidenzia inoltre il profondo amore dell’autore per la natura, che lo porta a realizzare descrizioni particolari. I paesaggi infatti sono ben descritti anche se a volte vengono usati termini non consueti che non sempre permettono una comprensione immediata.
“Fece un respiro profondo, e subito la pervase dentro l’aria dura ed aspra di quella terra selvaggia.
Si riappropriò all’istante dell’odore acre e crudo della natura che l’aveva allevata;”
Ma chi è l’autore?
Marco Posata è nato a Guardiagrele nel 1991, ha iniziato a scrivere poesie sin dalla scuola elementare. Amante di Dante, è durante gli anni della scuola superiore che mette nero su bianco un poema di tre odi da 17 terzine ognuno, in endecasillabi danteschi con rima concatenata. Durante gli anni successivi però si convince sempre più di voler scrivere un romanzo che sappia lasciare qualcosa al lettore, una storia che possa nascondere pensieri e riflessioni e così, incredibilmente, una mattina si è svegliato e la storia era impressa perfettamente nella sua mente. È nata in questo modo la sua opera prima, “E da una lacrima...la felicità.”
Un romanzo d’esordio particolare, un’opera intensa che sicuramente troverà una sua collocazione nel patrimonio letterario italiano.
Debora Fusco
6 agosto 2019