#intervista
"E tu sei bellissima", "Meglio Zitelle", "Il viaggio di Cristo" sono dei bellissimi testi teatrali che negli ultimi anni hanno riempito le sale dei teatri romani e hanno emozionato il pubblico per l' eleganza e verità. Il loro autore (spesso anche il regista) è Claudio Proietti che nell'ultimo periodo ha iniziato a far circolare il suo nome anche in ambito editoriale. Dopo la pubblicazione di Ho due storie per te il suo primo libro che ha venduto diverse copie lo scorso anno, Claudio Proietti torna a far parlare di sé con una nuova storia questa volta dedicata, solo apparentemente, ai più piccoli. L'incredibile storia di Casiamù, è questo il titolo di questo “piccolo” racconto di 87 pagine.
Una storia semplice, come semplice è il linguaggio in cui è scritta ma che nasconde bellissimi messaggi ed esempi che accomunano gli uomini. Il protagonista è un bambino che, come tutti, ha un desiderio e che, proprio come tutti, per avverarlo deve superare delle prove. Saranno quelle prove a portarlo alla felicità. Imparare ad avere coraggio, abbandonarsi alla bellezza del perdono, concedersi un pizzico (ma anche di più) di gioia, imparare la concentrazione ma soprattutto credere in sé stessi sono i passaggi di questo testo che, uscito da pochi giorni, ha già conquistato insegnanti e genitori. In poco tempo, infatti, il testo, edito da Edizioni Progetto Cultura, è stato adottato nelle scuole o più semplicemente è stato acquistato da tante mamme e tanti papà come “favola della buonanotte”.
Abbiamo avuto i piacere di incontrare l'autore e rivolgergli qualche domanda.
L’incredibile storia di Casiamù. Come hai scelto il nome del personaggio?
Giocavo con l’alfabeto. Mi piaceva l’idea che l’ultima lettera del nome avesse l’accento. Come se aiutasse il personaggio a spiccare il volo. Ricordo i fogli pieni di nomi cancellati, mezzi cancellati, riscritti. Parole improbabili. Poi, all’improvviso, quando mi stavo per rassegnare… Casiamù è atterrato nella mia mente.
Le immagini di copertina sono di Santina Vaccaro. Casiamù lo immaginavi proprio così?
Santina è stata bravissima nel dare corpo a quello che avevo scritto e immaginato. Se avessi saputo disegnare Casiamù sarebbe stato proprio così. Però mi piacerebbe che ogni lettore se lo abbozzasse come preferisce. Il nostro eroe vive nel cuore di ognuno di noi. Libero sfogo alla fantasia, quindi.
Da un libro per grandi (“Ho due storie per te” Armando Curcio Editore) ad un libro per ragazzi. Hai sentito l’esigenza di rivolgerti ad un pubblico diverso. Perché?
Ho sentito che la storia mi chiamava. Per un po’ sono riuscito a far finta di niente. Se si tratta di un falso allarme l’idea ti abbandona senza fatica, ma se nasce da una necessità più profonda non ti molla. Ti sta alle costole. Lavoravo ad altri progetti e zac! Casiamù mi tirava la camicia e mi chiedeva di vivere. Davvero un’avventura singolarissima.
Coraggio, paura, concentrazione, sono alcune delle prove che Casiamù deve superare. Cosa rappresentano per te?
Sono fondamentali per sviluppare le nostre potenzialità latenti. Tutti noi possediamo queste ed altre qualità allo stato embrionale. Tutti noi siamo chiamati ad affrontare delle prove (che ce ne rendiamo conto o meno) per impadronirci di bacchette magiche utili per il nostro pieno sviluppo.
Credo in me. Una frase che viene ripetuta alla fine del racconto. Quanto è importante farlo e quanto è importante che lo si impari da piccoli.
È importante che i genitori diano, da subito, fiducia ai loro figli. Che non significa fargli fare tutto quello che vogliono, naturalmente. Significa insegnare loro a prendersi la responsabilità di quello che fanno. Cadranno, ma non avranno paura. Non lo prenderanno come un fallimento irreversibile. Impareranno la lezione senza traumi.
In sintesi qual è il vero messaggio di questa incredibile storia?
Il vero messaggio? Bella domanda. Ho solo raccontato una storia che, spero, possa essere utile agli altri come è stata utile a me. Non dono messaggi. Non possiedo il segreto della felicità (magari) metto solo a disposizione, per quello che posso, la mia fantasia e un po’ d’esperienza.
Erika Cofone
12 aprile 2016