Soltanto un poeta poteva compiere oggi l'azzardo di una lode del mondo, basata sull'immaginazione e sulla sensibilità. Tornando alla forma già sperimentata del poemetto, Franco Marcoaldi sviluppa un flusso verbale dal ritmo incalzante che orchestra i temi della vita quotidiana e dello spirito in un rimando continuo dall'universo naturale al mondo storico, dall'autobiografia alla letteratura in una libera e viva scorribanda nei territori del pensiero analogico.
All'apparenza Il mondo sia lodato è una preghiera laica di intonazione francescana sulla bellezza e la meraviglia del creato. In realtà Marcoaldi loda il mondo nonostante gli infiniti turbamenti in cui incorre chi lo abita, e proprio quel nonostante è l'anima nascosta del libro. Nel suo procedere, il poemetto attraversa l'amarezza delle cose umane nella loro vicissitudine di violenza, malattia, depressione, morte, ma incontra anche il demone erotico, e con esso il sogno, la fantasia, e i libri e le figure del passato che illuminano il presente. Se l'invocazione di lode resiste come un mantra è per lo sforzo generoso di una pietas consapevole e di un'attenzione costante alle pieghe infinite e alle corrispondenze sotterranee dell'esistenza.
Cosí il poemetto che loda il mondo si fa mondo, e convoca in coro altre voci, altri poeti, altri pensatori, in una ridda di rimandi e citazioni che immancabilmente si accordano nell'antifona ricorrente: «Mondo, ti devo lodare». Espressione ultima ed estrema di umiltà e gratitudine nei confronti della vita.
redazione
19 settembre 2015
informazioni
Franco Marcoaldi (1955) vive da anni sulla laguna di Orbetello. Da Einaudi ha pubblicato i seguenti libri di poesia: A mosca cieca (1992), Celibi al Limbo (1995), L'isola celeste (2000), Animali in versi (2006), Il tempo ormai breve (2008), La trappola (2012) e Il mondo sia lodato (2015). Altri due suoi libri di versi sono usciti da Bompiani: Amore non Amore (1997), Benjaminowo: padre e figlio (2004). Fra i suoi libri in prosa, il più recente è il racconto Baldo (Einaudi 2011).