Il Todi Festival è giunto alla XXXV edizione e brilla ormai di luce propria. Sotto la direzione artistica di Eugenio Guarducci vanta un programma su nove giornate, dal 28 agosto al 5 settembre 2021, ricco di eventi legati al teatro ma anche all’arte tout court, in grado di rispondere alla voglia del pubblico di tornare a godere in presenza degli spettacoli teatrali, di danza, della musica e delle mostre.
Il Todi Festival quest’anno torna ad avere un programma su nove giornate. Un successo che ha certamente richiesto impegno e uno sforzo organizzativo importante. Lo scorso luglio il Consiglio dei Ministri ha introdotto l’obbligatorietà all’uso del Green Pass per tutti gli spettacoli al chiuso ma anche all’aperto. Si aspetta che questa scelta possa rappresentare un inciampo burocratico nell’organizzazione o agevoli invece un ritorno del pubblico a teatro?
La prudenza rimane una parola chiave anche quest’anno. Tuttavia, a differenza di quello scorso, quando abbiamo deciso di avviare comunque il Festival garantendo quattro giornate di spettacoli ed eventi, quest’anno abbiamo uno strumento in più: il Green Pass. Disporre di una certificazione rappresenta certamente un’opportunità per il Festival, perché tutela innanzitutto chi è coinvolto nell’organizzazione di questa grande manifestazione, consentendogli di lavorare con una maggiore serenità e tranquillità, e in secondo luogo il pubblico. Per tornare alla normalità, in un momento delicato come questo, è necessario seguire i protocolli di sicurezza e siamo certi che gli spettatori saranno collaborativi e soddisfatti.
Cosa si aspetta da questo Festival?
Qualità e partecipazione. C’è una grande voglia da parte delle persone di tornare alla “normalità”. Le restrizioni imposte dall’emergenza hanno da un lato frenato la possibilità di fruire liberamente di spettacoli, eventi e concerti, eppure dall’altro hanno rinnovato nello spettatore una coscienza dell’arte. Ci aspettiamo di poter soddisfare il bisogno e il desiderio delle persone di godere dal vivo il teatro ma anche la musica, la danza, le mostre, offrendo una programmazione su nove giornate, ricca e intensa. Un programma vario, con debutti nazionali, prime assolute, mai ripetuto e ripetitivo, ma anche incontri, dibattiti, masterclass. Una commistione di arti che possa rispondere adeguatamente ai gusti e alle aspettative del pubblico, che ha voglia di emozionarsi e di “sentire ed esperire”. Finora il botteghino sta registrando una tendenza positiva e non possiamo che esserne contenti.
C’è una grande voglia di tornare a godere gli spettacoli “dal vivo”. Eppure, l’emergenza Covid-19 ha forzatamente accelerato nuove modalità di fruizione dell’arte, dai podcast al teatro online. Che cosa ne pensa e come pensa si collocherà il teatro in un futuro prossimo?
Sguardo al futuro e piedi nel presente. La nostra priorità ora è offrire un appuntamento culturale di eccellenza, in grado di rispondere alle esigenze del momento. Il pubblico lo richiede ed è doveroso, tanto più in questo momento, dare una risposta forte e chiara di presenza e incoraggiamento di tutto il settore dell’industria culturale. C’è, però, un grande fermento, una vivacità intellettiva, soprattutto tra i giovani; una grande voglia di partecipare con nuove idee e nuovi linguaggi. Puntiamo molto sul Todi OFF, giunto ormai alla sua V edizione, come elemento di contemporaneità, dove è possibile l’incontro con i linguaggi contemporanei delle arti performative. La call del Todi Off, quest’anno, ha ricevuto moltissime candidature, segno di un’effervescenza e di un’energia che deve essere accolta, raccolta e canalizzata. Per questo stiamo lavorando su percorsi progettuali innovativi, che avremo il piacere di presentare il prossimo anno, senza anticipare altro.
Tradizione e modernità, dunque. Abilità di rimanere ancorati alle radici eppure di sollevarsi verso nuove prospettive. La scelta del manifesto di quest’anno, rappresentato dagli Scettri di Arnaldo Pomodoro, è in linea con il messaggio che vuole dare il Festival quest’anno?
La solidità di Arnaldo Pomodoro è nota in tutto il mondo. Artista di fama internazionale, è uno dei più grandi scultori contemporanei. La scelta dei cinque scettri, lanciati in un punto nello spazio, per rappresentare il Manifesto del Todi Festival 2021, rimanda all’abilità di Pomodoro di prevedere, interpretare e “raccontare” il futuro. In un momento di totale incertezza, rappresentare il futuro attraverso l’arte e avere quasi la pretesa e la capacità di saperlo individuare è un messaggio di fiducia e di speranza.
Gli Scettri di Pomodoro sono presenti anche come installazione presso i Giardini Oberdan. Il Todi Festival si configura quindi come un vero e proprio percorso artistico. Installazioni, mostre, spettacoli, debutti, concerti, danza. Tanti gli appuntamenti, quindi, e tante le tematiche affrontate, a partire dal 28 agosto, giorno dell’inaugurazione, e che culmineranno nel concerto di Loredana Bertè, che chiuderà la manifestazione il 5 settembre. Con un gioco di parole lei ha affermato che Loredana Bertè non è “bertutti”: vuole spiegarci meglio cosa intende?
Non è “bertutti” perché non tutti potranno partecipare. L’evento è, infatti, andato sold out ancora prima dell’apertura del botteghino. Questo non può che renderci felici e confermare il nostro entusiasmo e quello del pubblico per il Todi Festival di quest’anno.
Francesca Sposaro
28 agosto 2021